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Olio di frittura riutilizzato? Favorisce le metastasi nel cancro al seno

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Tumore al seno: sintomi visibili e prevenzione

L’olio di frittura usato più volte può alimentare la crescita delle metastasi per chi soffre di cancro al seno.

È questo quando emerso da un recente studio guidato da scienziati della Facoltà di Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione umana presso l’Università dell’Illinois, in collaborazione con i colleghi del Laboratorio di Biologia Scheletrica dell’Università Statale dell’Oregon.

Cosa è emerso nei dettagli? Nell’esperimento condotto sui topi, quelli nutriti con olio di soia riutilizzato avevano una crescita metastastica quattro volte superiore rispetto agli altri, oltre a tumori secondari più numerosi e aggressivi.

Cerchiamo di capirne di più.

Olio di frittura? Non riutilizzatelo MAI

Ma entriamo nei dettagli dell’esperimento, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Cancer Prevention Research.

Gli scienziati dell’ateneo hanno alimentato per sedici settimane due gruppi di topi con olio di soia, tra i più utilizzati nelle friggitorie degli USA. Il primo gruppo ha avuto accesso a olio fresco e non riscaldato. Il secondo gruppo, invece, è stato nutrito con olio riscaldato a oltranza.

Per condurre le analisi, il team di scienziati ha iniettato nelle tibie di tutti i topi cellule tumorali del cancro al seno di tipo 4T1, una forma aggressiva che tende a evolvere in metastasi colpendo vari distretti corporei, fegato e polmoni in particolare.

Cosa è emerso? A tre settimane di distanza, è stata osservata una crescita di metastasi nei topi nutriti con olio riutilizzato ben quattro volte superiore rispetto all’altra gruppo. Ma non solo. Sembrerebbe che il primo gruppo avesse il doppio dei tumori ed erano molto più invasivi e aggressivi, come dichiarato dal professor Helferich.

La colpa? Dell’acroleina

Gli autori dello studio hanno fatto sapere che tra le sostanze responsabili di questi processi vi sia l’acroleina. Si tratta di una molecola che ha origine dalla distruzione dei trigliceridi, prodotta dal riutilizzo dell’olio e, dunque, dall’ossidazione degli acidi grassi.

Attenzione, però, e nessun allarmismo. In Europa l’utilizzo dell’olio (riutilizzato soprattutto!) in ristoranti e affini è severamente regolamentato. Lo stesso, però, non vale oltreoceano, dove il rischio di esporsi alla sostanza cancerogena è di gran lunga maggiore.

Il dr. Helferich, responsabile dello studio, ha sottolineato che «una delle maggiori preoccupazioni per chi è stato colpito dal tumore al seno è il rischio di recidiva, a causa di cellule metastatiche dormienti in circolo».

Secondo lo studioso ci sarebbero processi biologici legati all’alimentazione in grado di attivare le metastasi e rendere più fertile il loro attecchimento.

Evitate, dunque, di riutilizzare l’olio di fritture. E badate bene alla vostra alimentazione quotidiana.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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