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Omicron 2 e immunità innata: le ultime novità sul Covid-19

Redazione

Ultimo aggiornamento – 11 Febbraio, 2022

Omicron 2 e Immunità Innata

La variante Omicron è preponderante nel nostro Paese, per questo motivo gli aggiornamenti su questa nuova mutazione genomica del Covid-19 sono ormai all’ordine del giorno.

Dunque, non solo nuovi provvedimenti da parte del Governo, volti a designare le regole da seguire per limitare i contagi e convivere con il virus, ma anche ulteriori studi internazionali sul Coronavirus, per cercare di analizzare a fondo il complesso meccanismo causato dal Covid e dalle sue varianti.

Vediamo quali sono le novità.

Omicron 2: di cosa si tratta?

Come riportato anche da molti media nazionali, uno studio danese attualmente presente su medRix (una piattaforma che contiene gli le ricerche che la comunità scientifica deve poi revisionare) sembra aver sottolineato la presenza di una sotto variante di Omicron, denominata "Ba.2", osservata su un campione di circa 8.500 famiglie nel periodo dicembre-gennaio 2022.

Cosa è emerso?

Dalla ricerca, è emerso che questa sotto variante sembra essere più contagiosa della variante Omicron, poiché le persone colpite dall'infezione hanno avuto una maggiore capacità (pari a circa il 33% rispetto a Omicron) di contagiarne altre, comprese quelle già vaccinate.

In Danimarca, i casi di Ba.2 sono cospicui, ma si stanno registrando anche in altre parti del mondo, come America e Gran Bretagna.

Dunque, la sotto variante in questione presenta una forte trasmissibilità, soprattutto nei confronti dei non vaccinati, ma sembra ridurre anche il potere protettivo della “barriera” del vaccino, anche se, nel caso di un vaccinato, la possibilità di diffonderla ulteriormente si abbassa di circa il 40%, come riportato dallo studio.


Leggi anche Immunità a vita contro il Covid-19: si apre un nuovo scenario


Cosa ci dice, invece, un'altra indagine relativa alla possibile relazione tra il Covid-19 e l’immunità innata?

Sempre recentemente, si è segnalato uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature Immunology, sotto coordinazione italiana dell’Ospedale San Raffaele e dell’Istituto Humanitas di Milano, con focus sull’immunità innata e il Covid-19, le cui scoperte potrebbero essere il punto di partenza per ulteriori passi avanti su possibili terapie future. 

Cosa si intende per immunità innata?

L’immunità innata è un tipo di immunità che è presente negli individui dalla nascita, capace, dunque, di dare risposte tempestive agli agenti patogeni.

Già al principio della pandemia, nel 2020, la squadra di ricerca aveva iniziato un’analisi genetica degli antenati degli anticorpi, che ha portato poi a registrare che la molecola MBL degli stessi si è legata alla proteina Spike del Coronavirus, bloccandolo. 

Lo studio è andato avanti ed ha segnalato la presenza di questo meccanismo anche nei pazienti affetti da Omicron, sempre con la collaborazione di dati provenienti anche da altre parti del mondo.

Inoltre, è emerso che alcune variazioni di questa molecola MBL sono in grado di determinare anche la gravità dell’infezione provocata dal virus. Al momento, dunque, è da capire se queste molecole possano essere dei biomarcatori della malattia.

Non ci resta che rimanere aggiornati!

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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