Patologie cervicali e apnee notturne: ecco perché i disturbi sono collegati

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Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Cervicale e Apnee Notturne: il legame tra le due Patologie

Dott.ssa Paola Proserpio, Specialista in Neurologia – Medico Esperto in Medicina del Sonno Certificato AIMS e ESRS.


Cali di memoria o di attenzione, cefalea, sudorazioni eccessive, russamento e sonnolenza diurna rappresentano i primi campanelli d’allarme, che dovrebbero farci sospettare che le nostre otto ore di sonno non coincidono esattamente con un buon riposo.

Indagarne le cause è il primo passo per tornare a trascorre notti davvero serene. Certamente, a volte, sono sufficienti una cena mal digerita o una giornata di lavoro stressante a non farci letteralmente chiudere occhio. In alcuni casi, però, il problema è ben più serio.

Sembra che oltre il 4% degli uomini e il 2% delle donne, con età compresa tra i 30 e i 60 anni, soffrano di Apnee Ostruttive del Sonno (OSA), che comportano ripetute interruzioni della respirazione. Ciò, inevitabilmente, provoca importanti conseguenze sulla salute del paziente.

Studi recenti hanno, infatti, ormai dimostrato che l’OSA rappresenta un fattore di rischio per diverse patologie cerebro-cardiovascolari, tra cui infarto, ictus cerebrale, ipertensione arteriosa e aritmie cardiache. Inoltre, la sonnolenza e i cali di attenzione possono avere importanti implicazioni sia lavorative che per la sicurezza alla guida.

È importante, quindi, riconoscere e diagnosticare tale disturbo e ricercarne le cause, per impostare la terapia più idonea per il paziente.

Nei casi più comuni, le cause dell’apnea sono da ricercarsi in condizioni di obesità o sovrappeso, oppure in particolari conformazioni craniofacciali che riducono la pervietà delle alte vie aeree. Gli eventi apnoici possono essere favoriti da alcune condizioni, come l’abuso di bevande alcoliche, e l’assunzione di alcuni farmaci, come sonniferi e miorilassanti.

Recenti evidenze scientifiche hanno mostrato un’associazione tra patologie cervicali e apnee notturne. 

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Quando le apnee notturne sono causate da patologie cervicali 

Partiamo dal principio. L’apnea notturna può essere definita come una malattia multifattoriale, con una varietà di cause ben identificate. Purtroppo, anche le patologie connesse alla colonna vertebrale cervicale, per la sua stretta vicinanza alle vie aeree superiori, possono determinare i sintomi di questa condizione.

In particolare, le patologie della colonna cervicale che possono aumentare il rischio di sviluppare una sindrome delle apnee notturne sono:

  • Osteocondroma, un tumore benigno dello scheletro che può anche manifestarsi con dolore cervicale.
  • Osteofiti, ovvero piccoli speroni che si sviluppano ai bordi delle ossa che, nel caso in cui si formassero lungo la colonna vertebrale, potrebbero determinare compressioni sui nervi, causando forti dolori.
  • Artrite reumatoide del rachide cervicale, dunque del primo tratto della colonna vertebrale, che si manifesta con un dolore continuo, spesso molto acuto, proprio a livello del collo.
  • Fusioni delle vertebre cervicali, determinate da patologie specifiche (es. Sindrome di Klippel-Feil) o generate da un intervento chirurgico effettuato, in seguito a danni dei dischi intervertebrali.

Insomma, secondo alcuni studi selezionati, le patologie che interessano la colonna vertebrale possono presentare serie complicazioni, causando, talvolta, anche apnee ostruttive del sonno. Non sempre, però, è semplice identificarle con certezza. Perché, dunque, non partire dalla diagnosi delle apnee, per poi determinarne le cause?

Come diagnosticare una apnea ostruttiva del sonno

Innanzitutto, la diagnosi si basa sui sintomi, riferiti o dal paziente o dal partner. Dinnanzi a questi campanelli d’allarme, il medico curante può decidere di sottoporre il paziente a un esame diagnostico, la polisonnografia, indispensabile per fare diagnosi e valutare la gravità del disturbo. Esistono, in realtà, diverse tipologie di tecniche polisonnografiche, le cui caratteristiche permettono di indagare diversi disturbi del sonno.

In particolare:

  • Monitoraggio cardio-respiratorio notturno (o poligrafia ambulatoriale dinamica) – registra l’attività respiratoria e cardiaca notturna e rappresenta l’esame più largamente utilizzato per valutare la presenza e l’eventuale gravità di un disturbo respiratorio in sonno. Solitamente, si esegue al domicilio.
  • Polisonnografia completa (con elettroencefalogramma, EEG) – registra l’attività EEG, respiratoria, cardiaca e muscolare durante il sonno. È indicato nei casi di sospette apnee notturne in cui il monitoraggio cardio-respiratorio dia esito dubbio oppure per valutare altri disturbi del sonno (es. insonnia, movimenti periodici a carico degli arti inferiori, manifestazioni motorie complesse in sonno…). Può essere eseguito al domicilio o in un laboratorio di medicina del sonno, eventualmente con l’ausilio della registrazione video.

Insomma, se il sonno non è mai davvero riposato, forse non è sempre colpa della cena troppo pesante o di quell’ansia che non cede alla tranquillità. Iniziamo con la ricerca delle vere cause! E se la “colpa” è dell’apnea ostruttiva del sonno, non è raro che anche il nostro collo sia implicato.

FONTE: 
Khan A. et al. Sleep apnea and cervical spine pathology. Eur Spine J. 2014.

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