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Polisonnografia: cosa è, come funziona e quando farla

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Apnee e Polisonnografia

A cura della dr.ssa Laura Battistella, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio presso ULSS 3 Serenissima.


La polisonnografia (PSG) è un esame non invasivo e non rischioso che permette di analizzare alcuni parametri fisiologici durante il sonno, sia nella fase REM che nella fase NON-REM. Esso può essere eseguito presso i centri ospedalieri dotati di uno strumento specializzato: il polisonnigrafo.

Non solo in ospedale: è infatti possibile effettuare la polisonnografia a domicilio, direttamente a casa propria.

Cerchiamo di capire insieme come funziona e come si fa una polisonnografia.

Come si fa e come funziona la polisonnografia

L’esame prevede di monitorare il sonno del paziente per tutta la durata di una notte e viene svolto in una stanza isolata, appositamente attrezzata per le registrazioni polisonnografiche.

Per capire come si fa una polisonnografia, è bene prima di tutto sapere che al paziente verranno applicati:

  • Una cuffia elastica con degli elettrodi sul cuoio capelluto, posizionati mediante l’utilizzo di un gel elettro-conduttore, per la registrazione delle attività elettriche celebrali.
  • Sensori lungo il corpo (sul torace, sulle tempie, sulle gambe, sulle mani), per il monitoraggio dell’attività cardiaca e muscolare.

I sensori sono collegati attraverso lunghi cavi (in modo da non disturbare il riposo del paziente) a un computer per registrare differenti parametri, tra cui:

  • Battito cardiaco
  • Russamento
  • Respirazione
  • Attività muscolare e articolare
  • Movimenti oculari
  • Livelli di saturazione dell’ossigeno
  • Attività cerebrale

Gli unici inconvenienti che si possono manifestare in fase di esame sono la difficoltà ad addormentarsi del soggetto o una reazione allergica al gel utilizzato per l’applicazione degli elettrodi.

Per i soggetti che devono sottoporsi alla polisonnografia non sono previste particolare avvertenze, a esclusione della astensione da bevande alcoliche o contenenti caffeina dal giorno precedente e della riduzione del fumo sigaretta (nicotina) nelle ore precedenti, elementi che potrebbero alterare i risultati dell’esame

Terminata la polisonnografia, il soggetto si può scollegare dai sensori e riprendere la sua normale attività. I risultati vengono analizzati da un medico specializzato in malattie del sonno, il quale individuerà la diagnosi più adatta in relazione a ciascun caso.

Possono sottoporsi all’esame soggetti di qualsiasi età. Spesso, la polisonnografia viene eseguita sui bambini che, rispetto agli adulti, hanno una maggiore tendenza a compiere movimenti notturni involontari.

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Polisonnografia: quando farla?

La polisonnografia è un esame particolarmente indicato nei soggetti che presentano disturbi del sonno, tra cui:

  • Apnee notturne (note anche come OSAS) Fenomeno particolarmente frequente tra la popolazione maschile, piuttosto che tra quella femminile, caratterizzato da una riduzione e\o da una interruzione della normale funzione respiratoria durante il sonno.
  • Disturbi del movimento degli arti – Caratterizzati da movimenti involontari degli arti inferiori (la cosiddetta “sindrome delle gambe senza riposo”) o, molto più raramente, degli arti superiori.
  • Narcolessia – Il soggetto manifesta un’elevata tendenza ad addormentarsi durante le ore diurne, anche se impegnato nello svolgimento di attività ad alto coinvolgimento.
  • Disturbi comportamentali della fase REM Il soggetto può avere manifestazioni motorie o verbali improvvise e, talvolta, anche violente (come parlare, urlare, gesticolare, tirare calci e pugni) spesso correlate a una vivace attività onirica che avviene proprio durante le fasi di sonno REM.
  • Disturbi comportamentali della fase NON-REM – Sono i disturbi più noti, come bruxismo, sonnambulismo, enuresi.

I disturbi del sonno non vanno assolutamente trascurati, basti pensare che trascorriamo un terzo della nostra vita a dormire per comprendere come la qualità del sonno incida notevolmente sul nostro benessere.

Malattie del sonno non opportunamente trattate possono essere causa di:

  • Patologie ischemiche
  • Morte durante il sonno
  • Lesioni involontarie a se stessi o a terzi (nei casi di disturbi comportamentali del sonno)
  • Disturbi cardiaci
  • Difficoltà respiratorie

Pertanto, al manifestarsi dei primi sintomi, quali forte russamento, senso di stanchezza al risveglio, eccessiva sonnolenza diurna, secchezza delle fauci al risveglio, cefalea persistente al mattino,  sonno non continuo e disturbato, danni ai denti e ridotta capacità di concentrazione, è bene consultare un medico specialista e sottoporsi ai dovuti accertamenti per verificare o meno la presenza di disturbi del sonno.

Dopo aver capito come funziona la polisonnografia, non c’è nulla di cui temere. Si tratta di un esame molto semplice, per nulla invasivo: sottoporsi per verificare la qualità del proprio sonno, potrebbe davvero cambiarvi la vita… e tornare a dormire bene!

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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