icon/back Indietro Esplora per argomento

Punizioni fisiche per i bambini? Meglio evitarle (ecco perché)

Antonia de Gioia | Blogger

Ultimo aggiornamento – 12 Luglio, 2021

Come Punire i Bambini per Educarli
Indice del contenuto

É capitato a tutti da piccoli di commettere qualche marachella e di ricevere dai più adulti una sculacciata: alzi la mano a chi non è mai successo! Sono state utili queste punizioni per migliorare il nostro comportamento? Assolutamente no! 

A confermarlo è Elizabeth Gershoff, professoressa di Sviluppo umano e scienze della famiglia presso l’Università del Texas, che ha condotto ben 69 studi con un team di ricerca, su bambini di diverse nazionalità, con l’intento di comprendere quanto le punizioni fisiche, anche lievi, incidono sulla formazione comportamentale e caratteriale del soggetto.

Molti puniscono i più piccoli certi del fatto che il dolore fisico temporaneo generato da questo atto li indurrà a non ripetere in futuro il piccolo o grande misfatto, coscienti e timorosi di poter essere nuovamente puniti.

In realtà, l’effetto sortito da questi aggressioni è esattamente l’opposto rispetto a quanto ci si aspetta: le punizioni fisiche sui più piccoli non fanno altro che peggiorare la crescita del bambino, aumentandone l’aggressività, l’irruenza e sviluppando un comportamento tendenzialmente asociale verso gli altri. 

Quanto più frequenti sono le punizioni tanto maggiore è il rischio di avere conseguenze peggiori sul bambino. Un bambino punito con una sculacciata molto probabilmente ripeterà la marachella o ne commetterà altre a distanza di poco tempo.

Una punizione fisica, anche se lieve, inoltre, può generare danni fisici a carico del bambino, da un semplice ematoma a fratture osseo, anche di importanza rilevante.

Non meno dannose nella formazione del bambino sono le aggressioni verbali di tipo irruento, che tendono a scaturire gli stessi effetti di quelle fisiche nei più piccoli, ovvero vergogna e senso di colpa che ben presto si trasformeranno in risentimento verso gli altri.

Marachelle: come comportarsi?

Ovviamente, un atteggiamento errato da parte dei vostri figli, nipoti o di bambini in vostra custodia non può rimanere impunito. Cosa è bene fare per educare al meglio i più piccoli, evitando di commettere danni fisici o psicologici?

Ecco qualche semplice consiglio:

  • Parlare con toni pacati e non aggressivi al bambino, è necessario fargli comprendere che l’atteggiamento assunto è sbagliato e che non deve ripetersi in futuro.
  • Far comprendere al bambino quali sono le conseguenze che può generare il suo gesto, ad esempio può farsi male, può rompere un giocattolo, può far del male a un altro bambino.
  • Chiedere al bambino quali sono i motivi che lo hanno indotto a commettere un gesto di questo tipo.
  • Educarlo a scusarsi con voi o con altri soggetti coinvolti.
  • Ricorrere a qualche punizione (non fisica o verbale), ad esempio limitare le uscite con gli amichetti o l’utilizzo di un gioco. Purché si tratti di punizioni brevi che non istigano il bambino a rancore e, quindi, a comportamenti aggressivi.
  • Indurre il bambino, laddove possibile, a rimediare al danno commesso, magari avvalendosi del vostro aiuto.

Sicuramente, dinnanzi a una piccola o grande marachella commessa dai vostri bambini, il dialogo e l’ascolto risulteranno le “armi” migliori a vostra disposizione per educarli.

Si sa, la violenza, in tutte le sue forme, genera solo altra violenza, senza alcun buon risultato!   

Condividi
Antonia de Gioia | Blogger
Scritto da Antonia de Gioia | Blogger

Sono una laureata in Marketing e mi occupo della gestione di attività promozionali e di comunicazione, con un’attenzione particolare al mondo digitale e social. Nel tempo libero, lontana dal lavoro quotidiano, mi dedico alla scrittura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Antonia de Gioia | Blogger
Antonia de Gioia | Blogger
in Salute

138 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
icon/chat