icon/back Indietro Esplora per argomento

Lavatrice, covo di germi: qualche consiglio per evitare contaminazioni

Gloria Negri | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 18 Ottobre, 2019

Germi della lavatrice

Che i panni sporchi si debbano lavare in famiglia è presto detto. Che questi, una volta passati in lavatrice, siano effettivamente privi di germi e batteri è tutta un’altra storia.

Infatti, sebbene si annidino più microrganismi sulla biancheria sporca, un ciclo di lavaggio in lavatrice non consente di abbattere completamente la carica batterica.

Anzi. Se non perfettamente mantenuto, l’elettrodomestico stesso può risultare un ricettacolo di germi, che possono depositarsi sui capi e risultare pericolosi soprattutto quando si ha a che fare con bambini e anziani. Perlomeno, questo è quanto emerso da uno studio tedesco recentemente pubblicato.

Sotto la lente di ingrandimento le lavatrici ospedaliere

La ricerca, pubblicata dalla rivista scientifica Applied and Environmental Microbiology, ha dimostrato per la prima volta che anche la lavatrice può rappresentare un pericoloso serbatoio di batteri.

In particolare, le parti maggiormente contaminate (e contaminabili!) sono risultate essere il cassetto del detersivo e le guarnizioni di gomma dello sportello.

I ricercatori di Bonn sono arrivati a questa conclusione in seguito alle indagini di igiene e ai rilevamenti microbiologici ambientali volti a identificare la fonte di contaminazione di tredici neonati, di età compresa tra una e quattro settimane di vita, e di un paziente pediatrico nel periodo compreso tra l’aprile 2012 ed il maggio 2013, risultati positivi per la presenza di Klebsiella oxytoca.

La contaminazione dell’elettrodomestico presente nell’ospedale tedesco – una lavatrice di tipo domestico – ha causato una cross contaminazione di abiti e teleria ospedaliera di pazienti e personale della struttura, che è stato possibile eliminare solo dismettendo l’apparecchio.

Le contaminazioni di K. oxytoca, un batterio Gram negativo che provoca infezioni all’apparato gastrointestinale e respiratorio, non hanno fortunatamente causato serie complicanze ai piccoli pazienti risultati positivi. Ma così non sarebbe stato se a essere contaminati fossero stati soggetti fragili o immunocompromessi.

Anche la lavatrice domestica non è immune da batteri

Negli ambienti sanitari, i maggiori serbatoi di batteri sono rappresentati da rubinetti, superfici di lavabi e lavandini, vasche, sistemi per gli scariche dell’acqua, docce e toilettes ai quali si aggiunge ora la lavatrice.

Le specie maggiormente coinvolte in queste contaminazioni sono batteri Gram negativi delle specie Enterobacter spp., Serratia spp., Stenotrophomonas spp. e Klebsiella spp.

Conseguentemente, anche la lavatrice domestica che tutti usiamo, sebbene non esposta a batteri come quelli dei contesti sanitari, può essere un ricettacolo di germi.

Risultano essere particolarmente sensibili a questa problematica le lavatrici a basso consumo che, in cambio di un risparmio energetico, effettuano cicli di lavaggio a temperature inferiori ai 60°C o molto brevi, consentendo a germi e batteri di proliferare sul bucato che, se ad occhio nudo risulta pulito, non è comunque privo di carica batterica.

Occorre però tenere in considerazione che la maggior parte dei batteri non è pericolosa per l’uomo. Per quanto riguarda i microrganismi patogeni, che possono rappresentare una seria fonte di pericolo per gli esseri umani, è necessario che l’ospite sia suscettibile all’infezione e che la carica batterica sia tale da consentire un’infezione.

Consigli per l’igiene del bucato (e della lavatrice)

Un lavaggio in lavatrice a temperatura medio-bassa può produrre un bianco candido ma lasciare sugli indumenti milioni di germi. Infatti, dopo un normale ciclo di lavaggio a 40°C, la carica batterica non è eliminata ma, al contrario, la sua proliferazione è favorita dall’ambiente caldo umido che si forma all’interno dell’elettrodomestico.

È quindi consigliabile lavare la biancheria a temperature medio-alte, come 60°C se possibile, oppure aggiungere al normale detersivo un disinfettante nel caso i capi richiedano temperature di lavaggio particolarmente basse.

È bene effettuare periodicamente un ciclo di lavaggio a vuoto alla massima temperatura programmabile per ridurre il rischio di contaminazione batterica delle parti che compongono la lavatrice.

Inoltre, il bucato andrebbe steso immediatamente terminato il ciclo di lavaggio per evitare che l’umidità stazioni sia sui capi che all’interno dell’elettrodomestico.

Per prenderci maggiormente cura della lavatrice, e quindi del nostro bucato, è necessario effettuare periodicamente una pulizia; Per esempio, per pulire la guarnizione di gomma, è ottimo il bicarbonato di sodio che ha un’azione efficace anche contro le muffe ed i cattivi odori.

Le parti soggette alla formazione di calcare si possono trattare effettuando un ciclo a vuoto con una soluzione di acido citrico mentre le superfici esterne, lo sportello o l’oblò si possono tranquillamente trattare con sapone di Marsiglia diluito in acqua tiepida.

Tutti questi accorgimenti consentono di ridurre la carica batterica, nella speranza di diminuire la probabilità che i germi presenti possano rappresentare un serio problema per la salute dei membri della famiglia. Perché, se non si vuole avere nessun contatto con i microbi, l’unica soluzione è cambiare pianeta!

Condividi
Gloria Negri | Biologa e ricercatrice
Scritto da Gloria Negri | Biologa e ricercatrice

Osservare un meccanismo biologico, formulare delle ipotesi per spiegarlo e allestire esperimenti per confermare la propria tesi per poi raccogliere i dati e, infine, pubblicarli per rendere la propria scoperta fruibile a tutti: questo è il compito di ogni scienziato… e quindi anche il mio! Sono biotecnologo con dottorato di ricerca in genetica molecolare con una profonda passione per la scrittura e per la divulgazione scientifica. Sono autore e co-autore di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali indicizzate, di abstract per congressi, di contributi per siti internet e di un libro.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
icon/chat