Cos'è la febbre da tumore e come può essere trattata?

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 17 Maggio, 2024

dottore visita paziente

Anche nota come febbre neoplastica, la febbre da tumore a carattere persistente può insorgere in pazienti affetti da tumore.

Il nesso tra febbre e tumori può esser dovuto alla risposta del sistema immunitario ad alcune forme di tumore, per esempio nel caso di tumori del fegato, del pancreas o di tumori del sangue, come leucemie o linfomi.

In alcuni tipi di tumore, la febbre può anche essere una sindrome paraneoplastica, causata dal tumore stesso. 

Febbre da neoplasia, le cause

Di solito, la febbre (piressia) è la risposta a un'infezione da parte di batteri o virus, o a un'infiammazione causata da malattie o lesioni, cambiamenti ormonali.

È una delle difese che mette in atto l'organismo, perché l'aumento della temperatura corporea può uccidere alcuni batteri e virus e può aiutare il sistema immunitario a rispondere in modo più rapido ed efficiente. 

La presenza di febbre neoplastica ha una natura multifattoriale e riflette le complesse interazioni tra il tumore e l’organismo che ne viene colpito.

Alcune forme neoplastiche possono causare febbre, altre no. Sebbene il meccanismo del tumore-febbre non sia del tutto chiarito (Fonte 1), le cause sono principalmente queste.

Un tumore può produrre pirogeni, una sostanza che provoca la febbre. I pirogeni possono provenire anche da fonti esterne, come batteri, virus, funghi, farmaci e tossine.

I trattamenti antitumorali possono essere una causa diretta della febbre, così come anche distruggere i globuli bianchi e indebolire il sistema immunitario.

Queste condizioni possono aumentare il rischio di infiammazioni e infezioni. Anche farmaci come gli steroidi e la morfina possono causare febbre o influenzare il sistema immunitario.

Entriamo nel dettaglio.

Infezioni

I tumori danno febbre quando si sviluppano infezioni in pazienti con un sistema immunitario indebolito dalla malattia o dai trattamenti. Le infezioni sono una complicanza piuttosto frequente dei trattamenti per il cancro.

In genere, responsabili dell'infezione sono germi come batteri, virus, protozoi e funghi.

Tra i vari fattori di rischio:

  • neutropenia;
  • radioterapia;
  • chemioterapia;
  • farmaci come steroidi;
  • stili di vita sbagliati, stress, alimentazione scorretta;
  • irritazione del tratto digestivo (mucosite);
  • condizioni come il diabete, l'HIV e malattie autoimmuni.

Infiammazione

Determinate condizioni infiammatorie, come artrite, lupus o fibromialgia, possono causare la febbre.

Farmaci e trattamenti antitumorali

È stata già menzionata poco sopra questa causa di febbre da tumore, ma è bene ribadire che alla sua origine possono esserci proprio i trattamenti antitumorali, quali chemioterapia e radioterapia.

Questi interventi, sebbene mirati alla distruzione delle cellule cancerose, possono influenzare l’equilibrio fisiologico del paziente, determinando una risposta febbrile come effetto collaterale del trattamento.

Produzione di sostanze pirogene da parte delle cellule tumorali

Nei pazienti oncologici, una causa diretta della febbre può essere la produzione di sostanze pirogene (cioè, che inducono la febbre, una reazione febbrile) da parte delle stesse cellule tumorali.

Le sostanze pirogene influenzano il centro di termoregolazione situato nell'ipotalamo, la regione del cervello che regola la temperatura corporea. Di conseguenza, l'ipotalamo aumenta la temperatura del corpo, scatenando la febbre.

Necrosi tumorale

La necrosi tumorale, dovuta alla morte di cellule tumorali, può rilasciare mediatori infiammatori che contribuiscono all’insorgenza della febbre. Questo processo si deve alla capacità del corpo di reagire alla presenza del tumore con una risposta immunitaria attiva.

Tumori e febbre

Alcuni tipi di cancro hanno maggiore probabilità di causare febbre neoplastica. La febbre causata dal cancro è più comune nei tumori del sangue, del colon, del rene, dei linfonodi, dell'ovaio e del dotto biliare.

Può essere una febbricola o può avere caratteristiche più marcate, toccando in fascia serale anche temperature oltre i 38° C.

Per esempio, le cellule tumorali del linfoma possono provocare il rilascio di sostanze chimiche nel corpo che causano sudorazione notturna e una temperatura elevata intermittente, in assenza di infezioni.

Lo stesso avviene con le febbri da leucemia.

Tra i tumori che in genere causano la comparsa della febbre neoplastica o paraneoplastica, troviamo:

  • linfoma non-Hodgkin (NHL);
  • linfoma di Hodgkin;
  • leucemia mieloide acuta o cronica;
  • glioblastoma multiforme;
  • malattia di Castleman (raro disturbo linfoproliferativo che può essere localizzato o multicentrico);
  • cancro del rene (carcinoma a cellule renali);
  • cancro del fegato (carcinoma epatocellulare);
  • tumore al polmone:
  • sarcoma dei tessuti molli (tumore dei tessuti di sostegno dell'organismo, come muscoli, nervi, grasso e vasi sanguigni);
  • tumori della ghiandola surrenale (come i feocromocitomi);
  • tumori situati nella regione dell'ipotalamo (come il glioma cordoide);
  • cancro ovarico;
  • mixoma atriale.

La febbre neoplastica ha manifestazioni e significato diversi a seconda del tipo di tumore sottostante e può avere un valore prognostico. 

Trattamenti per febbre neoplastica

L'approccio terapeutico alla febbre neoplastica richiede una valutazione attenta del rapporto beneficio-rischio associato a ciascun farmaco, tenendo conto delle specifiche esigenze del paziente e dello stadio della malattia.

Il medico, in base alla sua esperienza e alle evidenze scientifiche disponibili, sceglierà la strategia terapeutica più appropriata per controllare i sintomi e migliorare la qualità di vita del paziente oncologico.

La febbre neoplastica è un sintomo frequente nei pazienti oncologici, che si manifesta in circa il 20% dei casi. Si tratta di una condizione persistente, con temperature che oscillano tipicamente tra i 37 e i 38 °C o anche più alta.

Come premesso, la febbre neoplastica può essere causata da diversi fattori, tra cui la produzione di citochine infiammatorie da parte delle cellule tumorali, la risposta immunitaria dell'organismo al tumore e, in alcuni casi, le terapie antitumorali stesse.

Per il trattamento della febbre neoplastica, i medici possono ricorrere a diverse opzioni terapeutiche, a seconda delle condizioni specifiche del paziente e dello stadio della malattia.

Tra i farmaci più comunemente utilizzati vi sono gli antipiretici, come il paracetamolo, e gli antinfiammatori, come l'ibuprofene, il naprossene, l'indometacina e il diclofenac.

Questi medicinali agiscono riducendo l'infiammazione e abbassando la temperatura corporea, alleviando così i sintomi della febbre.

Negli stadi avanzati della malattia, la febbre neoplastica può contribuire alla cachessia cancerosa, una condizione caratterizzata da grave deperimento e indebolimento generale dell'organismo.

In queste fasi, l'obiettivo principale dell'assistenza medica diventa il controllo dei sintomi e il miglioramento della qualità di vita del paziente.

A tal fine, oltre agli antipiretici e agli antinfiammatori, possono essere impiegati anche i corticosteroidi, come il dexametasone.

Questi farmaci sono particolarmente efficaci nell'inibire l'azione di diverse citochine infiammatorie (IL-2, IL-4, IL-6, IL-10, IL-12, IFN γ, TNFα), che giocano un ruolo chiave nella genesi della febbre neoplastica.

Tuttavia, è importante sottolineare che i corticosteroidi possono presentare diversi effetti collaterali, e vengono solitamente utilizzati quando il paracetamolo o i FANS non risultano sufficientemente efficaci.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Christian Raddato
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