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Riconoscere (e curare) un’allergia ai farmaci 


Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Ultimo aggiornamento – 01 Marzo, 2018

Allergia ai farmaci: come riconoscerla (i sintomi) e curarla

L’allergia ai farmaci è più diffusa di quanto si possa pensare. I sintomi, però, vengono spesso fraintesi e scambiati per semplici effetti collaterali. Eppure, è importante capire se si è allergici o meno a un determinato farmaco, in quanto violente reazioni allergiche possono portare a conseguenze assai sgradite. Cerchiamo di capirne di più.

A quali farmaci siamo più allergici?

Persone diverse, allergie diverse. Tra queste ultime, però, ve ne sono alcune più comuni di altre. I medicinali più spesso coinvolti sono quelli più utilizzati, come antibiotici (penicilline e cefalosporine) e antinfiammatori non steroidei (dal comunissimo acido acetilsalicilico all’ibuprofene).

Gli antibiotici scatenano – indipendentemente dalla dose in cui vengono assunti – una vera e propria reazione anafilattica che coinvolge il sistema immunitario. Gli antinfiammatori, invece, provocano una reazione anafilattoide, che si aggrava quindi man mano aumenta la quantità assunta.

Altri medicinali che provocano spesso allergie sono i gastroprotettori, gli anestetici e i mezzi di contrasto. In realtà, se riscontrate effetti collaterali a un farmaco riconducibili a una reazione allergica, non basta interrompere o evitare la somministrazione del farmaco. Il principio attivo che provoca la reazione, infatti, potrebbe trovarsi anche in altri farmaci dal nome diverso.

Quali medicinali possiamo quindi assumere in alternativa? Per saperlo bisogna fare dei test di tolleranza con delle molecole nuove e molto diverse da quelle che compongono il farmaco che dà allergia. Sappiamo, però, che le più tollerate sono l’etoricoxib, il meloxicam e la nimesulide.

Prurito e rossore: si tratta di allergia o di effetti collaterali dei farmaci?

Se un farmaco provoca – dopo l’assunzione – alcuni fastidi, potrebbe trattarsi di allergia? Può darsi, come potrebbe benissimo trattarsi di un semplice effetto collaterale. Per essere certi che si tratti di allergia dobbiamo, dunque, basarci su alcuni esami diagnostici.

Per quanto riguarda gli antinfiammatori, viene eseguito – in day hospital – un test di provocazione. Al paziente, posto sotto monitoraggio, vengono somministrate diverse dosi del farmaco, in quantità crescente. Allo stesso tempo si osserva se e quando compaiono i sintomi.

Per gli antibiotici e gli altri farmaci, invece, si esegue un test cutaneo o prick test. La pelle del paziente viene punta leggermente ed esposta all’allergene. Nel caso di antibiotici beta-lattamici (la penicillina per esempio), se non è trascorso molto tempo dalla reazione, si può eseguire un secondo esame: si ricercano nel sangue le immunoglobuline E, le quali scompaiono dopo un breve periodo.

In generale, comunque, i sintomi dell’allergia ai farmaci che suggeriscono di effettuare qualche test sono:

  • Pomfi accompagnati da prurito
  • Angioedemi
  • Gonfiori localizzati

Le reazioni allergiche si suddividono in due tipi: immediate o ritardate. Le prime si verificando entro un’ora dall’assunzione del farmaco, mentre le seconde arrivano a impiegare anche diverse ore prima di manifestarsi. La conseguenza più pericolosa rimane lo shock anafilattico, che provoca gravi complicanze all’apparato cardiocircolatorio, sino ad arrivare addirittura all’arresto cardiaco.

Purtroppo, però, non è possibile conoscere l’eziologia delle allergie, ma solamente il meccanismo che le provoca. Nella maggior parte dei casi di reazioni immediate, si tratta della formazione di anticorpi specifici (le immunoglobuline E) che agiscono nei confronti del farmaco. Gli anticorpi si legano alle molecole del medicinale e degranulano le cellule responsabili delle reazioni allergiche, liberando le sostanze che provocano l’allergia.

Allergia ai farmaci: cosa fare?

Oltre a eseguire gli opportuni test che ci indirizzino verso farmaci le cui molecole non provocano alcuna reazione, esistono anche terapie di sensibilizzazione. Si ricorre a questa tecnica quando i test allergologici sono tutti positivi e non esistono medicinali alternativi con cui il paziente può curarsi.

Nello specifico, la terapia consiste nella somministrazione di varie dosi del medicinale che provoca allergia, in quantità diverse, che aumentano man mano. Nel giro di qualche ora, il paziente dovrebbe risultare tollerante al farmaco, che potrà assumere per tutta la durata della cura. La tolleranza, però, è transitoria e scompare quando la terapia si conclude. Insomma, bisogna sempre prestare attenzione alle allergie, quella ai farmaci in particolare!

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Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie
Scritto da Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Sono una studentessa di Biotecnologie e, negli anni, ho sviluppato una vera e propria passione per tutto ciò che riguarda la medicina e la scienza in generale. Amo da sempre leggere e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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