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Grave epidemia di morbillo a Disneyland in California: tra le cause i pochi i vaccini effettuati

Alessandra Lucivero

Ultimo aggiornamento – 02 Febbraio, 2015

Dallo scorso dicembre, tra le attrazioni e i giochi che affascinano milioni di bambini nel parco divertimenti di Disneyland in California si nasconde una minaccia: quelle del morbillo.

Pare infatti che qualche piccolo visitatore affetto dalla malattia abbia causato lo scatenarsi di un vero e proprio focolaio tra i bambini, soprattutto quelli non vaccinati. “Il morbillo è tra le malattie più contagiose“, sostiene il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, “si ha il 90% delle probabilità di essere contagiati“.

Il vaccino è, dunque, necessario? Non mancano le polemiche, nate soprattutto dai movimenti che da sempre si oppongono alle vaccinazioni, ma non si può ignorare la preoccupazione generale. I casi di morbillo pare siano aumentati a tal punto da far temere di essere di fronte alla peggiore epidemia degli ultimi 15 anni nell’area di Orange County, in California. 62 sono i pazienti colpiti sino a ora, e altri casi si sono verificati in Messico. Tra gli infettati, ci sono anche 5 dipendenti adulti della Disney.

Le prime preoccupazioni

Lo stato di allerta inizia a farsi sentire. Le autorità della California, infatti, hanno consigliato a chiunque non sia immune o vaccinato contro il morbillo di non recarsi nei parchi Disney, soprattutto per prevenire complicazioni nei bambini di meno di 12 mesi. I dipendenti colpiti sono invece costretti a rimanere a casa per evitare di diffondere la malattia ancora di più.

Tra le preoccupazioni e le polemiche generali, salta subito all’occhio il fatto che sia proprio la California lo Stato più colpito. Qui, infatti, si sono avute numerose manifestazioni contro i vaccini, considerati tra le potenziali cause di autismo. Inoltre, è consentito ai genitori firmare un documento che rende esenti i piccoli dai vaccini. Uno americano su tre, secondo una recente indagine, crede che ci sia un legame tra vaccini e autismo, nonostante l’assenza di prove.

Si dimenticano però i rischi oggettivi e comprovati: “il morbillo è una malattia virale contagiosa che risiede nel muco del naso e nella gola delle persone infette“, dice il CDC. “Quando i bambini starnutiscono o tossiscono, goccioline si diffondono nell’aria e le gocce rimangono attive e contagiose sulle superfici fino a 2 ore“. Questo significa che un paziente malato che starnutisce su chi non è immune diffonde la malattia, caratterizzata da febbre, tosse, naso che cola, congiuntivite e un rash cutaneo, che inizia sul viso e si diffonde poi in tutto il corpo. Il tempo di incubazione del morbillo è in media di 10-12 giorni prima della comparsa dei sintomi. L’eruzione di solito compare dopo circa 14 giorni, ma il vettore in grado di trasmettere il virus è attivo circa quattro giorni prima dell’eruzione.

I veri rischi del morbillo

Per molte persone, il morbillo è semplicemente un fastidio sgradevole, ma le complicazioni possono essere pericolose e comprendere infezioni dell’orecchio, diarrea e polmonite. Secondo il CDC, una persona su 1.000 con il morbillo potrebbe sviluppare una infiammazione del cervello con il rischio di morire.

Per questo motivo, l’Orange County Health Care Agency sostiene che “è il caso di riprendere in considerazione il valore del vaccino“. L’unica buona cosa che potrebbe venire fuori da questo focolaio, afferma il Los Angeles Times, è “una scossa tanto necessaria per gli “stupidi” che evitano le vaccinazioni e i funzionari che concedono le esenzioni“.

 

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Scritto da Alessandra Lucivero

Amo scrivere, leggere e parlare. Pazienti.it è più di un lavoro, è l'idea concreta che la salute sia un valore da trasmettere a tutti.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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