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Come capire se le uova sono buone

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 30 Ottobre, 2023

uova in un contenitore sul tavolo

Può succedere di non sapere se le uova nel frigorifero sono ancora buone oppure no. La confezione è stata gettata via e non ci si ricorda la scadenza. Potrebbe anche capitare che siano scadute ma ancora commestibili.

La data di scadenza, infatti, è un'indicazione relativa alla sicurezza garantita dal produttore. Ma ciò non toglie che trascorsa questa data le uova siano ancora buone da mangiare, soprattutto se sono state ben conservate nel frigorifero. 

Con il passare del tempo, tuttavia, la qualità di un uovo inizia a scadere a causa della sacca d'aria che all'interno diventa più grande, mentre l'albume si assottiglia. Quando poi l'uovo inizia a decomporsi a causa di batteri o muffe, allora diventa anche nocivo.

In caso di dubbi, esistono diversi metodi per riconoscere uova fresche. Metodi che è bene sfruttare perché le uova andate a male possono anche causare un'intossicazione alimentare.

Come vedere se le uova sono fresche

Ci sono diversi fattori che possono influire sulla freschezza di un uovo.

La data di scadenza stampata sulla confezione è un'indicazione, ma è bene sapere che le uova possono essere consumate fino a tre settimane dopo la data di scadenza, se conservate correttamente. 

L'aspetto esterno dell'uovo: Ispezionare l'uovo quando è ancora nel guscio per vedere se presenta crepe, un esterno viscido o polveroso. In questo caso potrebbe essere stato contaminato da muffe e batteri. 

Se il guscio appare asciutto e non danneggiato, si può rompere l'uovo in una ciotola e osservarne il tuorlo e l'albume. Un uovo fresco avrà un tuorlo compatto e di colore giallo o arancione brillante, mentre il bianco sarà trasparente e con una consistenza densa, gelatinosa e attaccato al tuorlo. L'albume di un uovo non più fresco, invece, sarà più liquido, acquoso.

Anche l'odore è un segnale importante da considerare. Conviene rompere l'uovo in un piatto per sentirne l'odore, che deve essere neutro, non strano, forte o acido come quello che esala dalle uova andate a male. 

Si possono anche usare altri metodi per verificare se l'uovo è buono da mangiare ed evitare il rischio di intossicazione alimentare.

Test dell'acqua / galleggiamento dell'uovo

Le uova fresche galleggiano? No, affondano! 

Uno dei modi per verificare l'uovo scaduto è vedere se in acqua affonda o galleggia. È semplice fare questo test, basta riempire un recipiente con acqua fredda e immergere le uova. Se le uova affondano e rimangono sul fondo sono ancora fresche. 

L'uovo vecchio, al contrario, galleggia. Se si solleva e "resta in piedi", meglio cuocerlo bene; se, invece, galleggia, meglio evitare di mangiarlo. 

La spiegazione scientifica di questo fenomeno risiede nella natura semipermeabile delle uova e nella possibilità per l'aria di penetrare il guscio poroso. Con l'invecchiamento dell'uovo, infatti, la dimensione della sacca d'aria interna aumenta. Più l'uovo è vecchio, più aria riesce a penetrare nel suo guscio, facendolo galleggiare.

Test dello scuotimento / agitare l'uovo

Un altro metodo, non così affidabile come il precedente del galleggiante, consiste nel portare un uovo all'orecchio e agitarlo. Se si sente il liquido che si muove all'interno, vuol dire che il tuorlo è vecchio e acquoso e quindi l'uovo è andato a male. Se non si sente nulla, l'uovo è fresco perché in questo caso significa che l’albume è ancora denso e non sbatte contro il guscio. 

Ricapitolando, ecco alcuni consigli sulla sicurezza nel consumare uova oltre la data di scadenza

Come premesso, la data di scadenza stampata sulle uova è indicativa. Le uova possono essere consumate con sicurezza anche diversi giorni oltre tale data, purché siano state conservate correttamente. Oltre la data di scadenza, è meglio consumarle solo se cotte a fondo per farne delle frittate, torte o biscotti. È bene evitare di mangiarle crude per non correre il rischio della salmonella.

Tuttavia, è bene precisare che più ci si allontana dalla data di scadenza, maggiori sono i rischi che l'uovo sia contaminato o alterato. In sostanza, superati i 15-20 giorni dalla data di scadenza, meglio evitare.

Prima di utilizzare uova oltre la data di scadenza, è importante:

  1. controllare che il guscio sia intatto e non presenti crepe
  2. controllarne la freschezza con alcuni test: il test del galleggiamento e dello scuotimento. Se l'uovo affonda e non emette rumori anomali, probabilmente è ancora buono
  3. rompere l'uovo in un piatto e verificare che non abbia un odore sgradevole (una volta rotto il guscio, l'uovo va consumato rapidamente)
  4. osservarne anche l'aspetto: l'albume deve essere limpido e il tuorlo deve mantenere una bella forma tondeggiante.

In caso di dubbi, è sempre meglio evitare il consumo di uova scadute da molto tempo, per prevenire problemi gastrointestinali o intossicazioni alimentari.

Consigli per la corretta conservazione delle uova

È preferibile conservare le uova nel cartone originale della confezione, nel frigorifero. La confezione protegge le uova e previene l'assorbimento di odori e i sapori forti di altri cibi, che possono penetrare attraverso le porosità dell'uovo.

Le uova crude avanzate (sia i tuorli sia l'albume) dovrebbero essere messe in contenitori ermetici e conservati nel frigorifero.

Per quanto riguarda le uova cotte, sia sode sia strapazzate, queste possono essere conservate nel frigorifero per 3 giorni dal momento della cottura. È importante conservarle coprendo bene il contenitore, per evitare che assorbano odori dal frigo. Meglio usare contenitori ermetici.

Le uova cotte intere con il guscio possono durare fino a una settimana nel frigo, purché non presentino crepe dove i batteri possono infiltrarsi. Piatti preparati con uova cotte, come frittate, torte salate, pasta al forno, vanno consumati entro 2-3 giorni dalla preparazione.

Quando si conservano le uova sode, si potrebbe sentire un odore particolare nel frigorifero causato dall'idrogeno solforato che si forma quando le uova vengono cotte. Non è nocivo e in genere svanisce in poche ore.

Le uova non dovrebbero essere conservate sulla porta del frigorifero, ma nel corpo principale del frigorifero per garantire che mantengano una temperatura costante e fresca.

Tempi di conservazione consigliati per le uova

Uova fresche con guscio: entro la data di scadenza
 Tuorli o bianchi avanzati: entro 2-4 giorni
 Uova sode: entro 1 settimana
 Piatti a base di uova preparati: entro 2-3 giorni
 Uova intere surgelate (sbattute): entro 4 mesi.
 Le pietanze riscaldate con uova cotte vanno mangiate subito.
 Congelare allunga la durata di conservazione delle uova fino a 2-3 mesi, ma una volta scongelate vanno consumate in 1-2 giorni.

Il parere dell'esperto

Il Dr.  Mastropietro  aggiunge: " E’ bene conservare le uova come descritto nell’articolo, il rischio maggiore è nel guscio! Infatti dopo la deposizione questo involucro protettivo si inquina molto facilmente per contatto con ambiente e feci degli animali. I principali microorganismi che si possono trovare sono: Salmonella, Listeria Monocytogenes, Staphylococcus Aureus e Coliformi fecali. Poiché gli avicoli sono un possibile serbatoio di salmonelle, è dunque possibile che questo batterio si trovi anche sulle uova. Risulta quindi, anche fondamentale la corretta manipolazione delle uova in guscio per evitare che eventuali contaminazioni penetrino all’interno dell’uovo, o che si trasferiscano ad altri alimenti, alle superfici e agli utensili della cucina.

La salmonellosi è una malattia infettiva che colpisce l’apparato digerente. Provocata dai batteri del genere Salmonella, viene trasmessa attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminate o per contatto e si manifesta prevalentemente con nausea, vomito, diarrea e dolori addominali. Le salmonellosi si manifestano, generalmente, dopo 12-36 ore dall’ingestione di alimenti in cui era presente il batterio, protraendosi per circa una settimana. Nella maggior parte dei casi decorrono in forma lieve.

I sintomi principali sono:

  • febbre
  • nausea
  • diarrea
  • vomito
  • dolori addominali.

Talvolta ci sono forme cliniche più gravi che si verificano soprattutto in soggetti fragili (anziani, bambini e soggetti con deficit del sistema immunitario), che rendono necessario il ricovero ospedaliero. La diagnosi viene posta tramite coprocultura delle feci."

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Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Cristian Mastropietro
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