Cos’è il quiet quitting, la nuova filosofia sul posto di lavoro

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 28 Novembre, 2022

Scopriamo il nuovo fenomeno dei quiet quitting

Con l’arrivo del Covid, e di tutte le restrizioni annesse o connesse, in molti – soprattutto le nuove generazioni – hanno deciso di tutelare la propria salute mentale e il tempo libero, mantenendo posto di lavoro e stipendio.

Il fenomeno del quiet quitting sta prendendo piede anche in paesi molto produttivi, come Cina e Stati Uniti, e consiste nel mettere al primo posto la vita privata a discapito dello stress lavorativo.

Scopriamo meglio di cosa si tratta.

Lavorare senza stress: il quiet quitting

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La filosofia di vita del quiet quitting si può riassumere così: lavorare, ma non troppo.

Con le restrizioni per via della pandemia, e l’avvento dello smart-working, sempre più persone si sono trovate a lavorare ad orari improbabili.

Ma non solo: anche prima del Coronavirus molti individui decidevano di tralasciare il tempo libero per “fare carriera”.

Le nuove generazioni, invece, sono convinte che mettere tutto il proprio impegno nel lavoro può non pagare: ottenere risultati e promozioni ormai è complicato e può non valerne la pena. 

Il motivo di questo cambio di pensiero, come detto, risiede nel cambiamento della socialità – dettato dalle restrizioni, che ci hanno obbligato a sperimentare i benefici dello smart working – e dalla sensazione che la nostra esistenza sia breve e fragile e che, quindi, vada vissuta appieno.

Sia ben chiaro, non ci stiamo trovando davanti ad una generazione che punta a fare il minimo indispensabile per non perdere il posto di lavoro, ma a ragazzi che fissano dei paletti precisi contro gli straordinari – a favore della famiglia e della vita privata.

Il fenomeno del quiet quitting rimbalza sui social, dove si possono trovare numerosi video di sincere riflessioni sull’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Bilanciare lavoro e vita privata


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Il quiet quitting è a tutti gli effetti una sorta di corretto bilanciamento tra lavoro e vita privata – con predilezione verso quest’ultima.

Come ogni nuovo “trend” che si rispetti, però, questa filosofia divide le masse: da una parte c’è chi sostiene sia una scappatoia dalle pressioni lavorative, dall’altra c’è chi pensa sia una denuncia verso un mondo del lavoro non più così appetibile e meritocratico.

Rimane il fatto che in molti, anche chi non fa parte della cosiddetta “generazione Z”, hanno imparato a dire qualche NO in più – per godersi maggiormente la famiglia o il tempo libero.

La soluzione, quindi, sembrerebbe quella di individuare il perfetto equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, tracciando dei confini da non superare per non cadere nel cosiddetto “burnout” – altro fenomeno che ha preso sempre più piede negli ultimi tempi.

Rimane, comunque, il dubbio sulla passività con cui i giovani vivono il mondo del lavoro: a lungo termine, tutto questo, dove potrebbe portare? 

Gli studi a sostegno del quiet quitting

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La Gallup & Robinson, una famosa società di ricerche di mercato indipendente specializzata nella ricerca pubblicitaria, ha realizzato uno studio intitolato State of the global workplace 2022 Report.

Da questa ricerca risulta che solo il 21% dei dipendenti è davvero coinvolto nelle proprie mansioni e il 33% si considera in una condizione di crescita e benessere.

Il 44% dei dipendenti percepisce dello stress e la maggior parte non pensa che la sua occupazione abbia davvero uno scopo o un significato profondo

In paesi come la Gran Bretagna la situazione è molto più grave: solo il 9% dei lavoratori si considera entusiasta.

Insomma, questi numeri preoccupanti sembrano dare ragione alle nuove generazioni riguardo al quiet quitting.

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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