Credi nel destino e vorresti una risposta scientifica al fenomeno? Potrebbe trattarsi di apofenia

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 22 Novembre, 2024

Carta dei tarocchi tenuta in mano in primo piano

A volte pensiamo che ci siano dei fili invisibili a collegarci a un’altra persona e che ci siano dei segnali tangibili di quello che sarà il nostro futuro: chi non crede alle coincidenze fortuite, infatti, legge in eventi, oggetti, numeri un possibile messaggio dall’Universo riguardo ciò che succederà in futuro.

Ma cosa c’è di vero in tutto questo? Scopriamolo in questo approfondimento.

Quindi l’Universo sta cercando di comunicarmi qualcosa?

Così come l'atto di cercare attivamente la bellezza nel quotidiano ci rende più sensibili alle piccole gioie della vita, credere nella teoria dei fili invisibili ci predispone a cogliere le connessioni sottili che intessono la nostra esistenza.

Ogni volta che scegliamo di vedere il mondo come un luogo intriso di sincronicità, stiamo, in realtà, affinando la nostra capacità di osservare gli eventi con un occhio più attento: più ci apriamo all'idea che l'universo ci stia inviando segnali, più diventiamo consapevoli delle coincidenze significative che si presentano lungo il nostro cammino.

A volte, siamo tentati di interpretare questi eventi come dei “segnali” da parte dell'universo, delle sincronicità che rivelano un disegno più profondo, ma dietro questa sensazione di mistero si nasconde un fenomeno psicologico affascinante: l'apofenia.

Come spiega Colin DeYoung, professore di psicologia e ricercatore della personalità presso l'Università del Minnesota, si tratta della nostra tendenza innata a collegare tra loro eventi apparentemente casuali, costruendo così delle storie che danno un senso al mondo: come spiega Christian Rominger, professore di psicologia biologica all'Università di Graz, la nostra mente è costantemente alla ricerca di pattern e connessioni

Questo meccanismo è un retaggio della nostra evoluzione: ci ha permesso di individuare pericoli e opportunità nell'ambiente circostante, ma oggi può portarci a interpretare come significativi eventi del tutto casuali; cerchiamo di dare un senso a un mondo che, in realtà, è spesso caotico e imprevedibile.

Tali Sharot, neuroscienziata cognitiva, spiega che la capacità di riconoscere schemi, sebbene sia essenziale per l’apprendimento, presenta un rovescio della medaglia: questa costante ricerca di connessioni può portarci a vedere pattern anche dove non esistono; è un po' come cercare un volto nelle nuvole: la nostra mente è così abile a trovare schemi che a volte li inventa.

Rob Brotherton, psicologo e autore di Suspicious Minds, afferma che questo è il "prezzo da pagare" per un cervello evoluto per dare un senso al mondo, anche quando questo senso è frutto della nostra immaginazione.

L'apofenia, però, non è un semplice sì o no, ma un tratto che si manifesta su un continuum: DeYoung spiega che alcuni individui sono particolarmente abili nel cogliere connessioni e schemi, mentre altri tendono a sottovalutarli; al contrario, ci sono persone che vedono connessioni ovunque, anche dove non ce ne sono.

Le ricerche di Rominger suggeriscono che questa differenza potrebbe essere legata alla capacità del nostro cervello di processare le informazioni sensoriali: le persone con una forte tendenza all'apofenia, infatti, assorbono una quantità maggiore di dettagli dall'ambiente circostante, aumentando così la probabilità di individuare pattern, anche casuali.

Dunque può rappresentare la chiave per sbloccare la nostra creatività: infatti i risultati degli studi dello specialista suggeriscono una correlazione significativa tra la tendenza a vedere pattern e connessioni e la capacità di pensare in modo originale.

Coloro che sperimentano frequentemente l'apofenia, infatti, sembrano essere più predisposti a trovare soluzioni innovative e a sviluppare idee creative, proprio perché entrambe richiedono la capacità di collegare elementi apparentemente scollegati, dando vita a nuove e originali prospettive.

Apofenia: quali rischi?

L'apofenia, sebbene possa essere innocua per molti, nasconde dei rischi: affidarsi eccessivamente a coincidenze e simboli può portare a un allontanamento dalla realtà e a sviluppare convinzioni infondate.

DeYoung sottolinea il legame tra apofenia e disturbi come la psicosi, caratterizzata da una grave alterazione della percezione della realtà, e le teorie del complotto: ecco perché è essenziale mantenere un atteggiamento critico e valutare attentamente le informazioni prima di trarre conclusioni affrettate.

La domanda se l'universo ci invii dei segnali è una questione che ha affascinato l'umanità da sempre: mentre la scienza cerca di spiegare il mondo attraverso leggi e principi universali, la nostra esperienza soggettiva ci porta spesso a cercare un significato più profondo.

Dunque, credere in una forza superiore o in un destino prestabilito può essere una fonte di conforto e di speranza; tuttavia, è importante mantenere un atteggiamento aperto e critico, consapevoli che la realtà è spesso più complessa e sfumata di quanto possiamo immaginare.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

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