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La dermatologa sfata 5 falsi miti sulla protezione solare

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 28 Aprile, 2023

Sfatiamo 5 falsi miti sulla protezione solare con la dermatologa

Sono in molti a pensare che la crema solare – o, comunque, una buona dose di protezione – debba essere sempre applicata anche se non ci si espone al sole diretto

Questo fa parte di una serie di falsi miti legati alla crema protettiva che abbiamo deciso di sviscerare insieme alla Dr.ssa Marta Fusano (presente su Instagram con il nome @ladermato_logica), dermatologa. 

Se il trucco presenta un fattore di protezione solare (SPF), non serve applicare la protezione

Falso Al giorno d’oggi, molti cosmetici e trucchi presentano una certa quantità di SPF, ma questa non è sufficiente a fornire un’adeguata difesa.

Risulta, infatti, necessario fare due considerazioni:

  1. la maggior parte dei cosmetici non garantisce un’idonea protezione per i raggi UVA (i quali partecipano all’insorgenza dei tumori della pelle e sono i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo). Nei solari va cercata una protezione di più ampio spettro – precisata con la dicitura ‘UVA’ oppure ‘PA’ seguita da segni +;
  2. per garantire il fattore di protezione dichiarato, tale prodotto va applicato con una certa quantità: per volto, collo e orecchie essa corrisponde a circa 2 dita di una mano. Ponendo, per assurdo, di applicare la stessa quantità di fondotinta, ad esempio, non si avrebbe un risultato cosmetico sostenibile. Allo stesso tempo, con una quantità minore di make up, si ridurrebbe esponenzialmente la capacità filtrante.


Un SPF alto non fa abbronzare, quindi la scelta ricade su creme solari con SPF basso

FalsoL’abbronzatura è provocata dall’esposizione a determinati raggi solari che inducono la produzione di melanina da parte dei melanociti e dall’ossidazione di quella già presente nella cute.

Si tratta di un processo che avviene lentamente e che mantiene la colorazione duratura; spesso, si tende a scambiare l’ eritema solare , ovvero l’arrossamento da scottature, come parte iniziale dell’abbronzatura.

Nessuna crema solare, neanche quelle con SPF elevato, è in grado di schermare la totalità dei raggi solari.

Pertanto, la stimolazione alla melanogenesi avviene ugualmente: se si applica correttamente la crema solare, questo processo avverrà più gradualmente e senza passare dallo step della scottatura, donando un colorito più uniforme e duraturo.

La protezione solare provoca una carenza di vitamina D

Falso Gli studi che valutano la produzione di  Vitamina D  si basano sull’utilizzo della crema solare: è stato osservato come sia sufficiente esporre una superficie di cute equivalente agli avambracci per circa 20 minuti per garantire buoni livelli di vitamina D.

I raggi che convertono in maniera efficace la vitamina D sono gli UVB, ovvero quelli che inducono le scottature solari e principali responsabili dei tumori della pelle. Come detto, nessuna crema solare è in grado di schermare la totalità dei raggi, pertanto la quota di radiazione che passa è in genere sufficiente per la produzione della vitamina D.

Se con l’esposizione solare controllata non si raggiungono livelli ottimali di vitamina D, è possibile valutarne un’integrazione (se necessaria nel caso specifico); per prevenire i tumori della pelle, invece, non ci sono altre possibilità diverse dalla protezione.

 I falsi miti della protezione solare

La protezione solare non serve se si passa la maggior parte della giornata all'ombra o in casa

Dipende L’utilizzo del solare va valutato a seconda del proprio stile di vita. Se, ad esempio, si lavora in casa vicino ad una finestra luminosa, è comunque utile applicare il solare: attraverso la finestra i raggi UVA passano ugualmente e non vengono schermati dai vetri.

Se, invece, si sta tutto il giorno in un ambiente dotato solo di luce artificiale, non vi è necessità di proteggersi dai raggi solari. 

Non è necessario rimuovere la protezione solare prima di andare a letto

Falso I filtri solari sono contenuti in prodotti a base oleosa che, se non rimossi correttamente, possono causare fenomeni di occlusione, provocando o peggiorando lesioni acneiche o sensibilizzando la cute.

Nonostante il filtro perda la sua efficacia dopo due ore dall’applicazione, una rimozione adeguata è comunque necessaria per eliminare i residui oleosi dei prodotti, oltre al sebo, allo smog ed alla sporcizia accumulata durante la giornata.

Per rimuovere più facilmente le creme solari, è possibile utilizzare gli stessi prodotti per la rimozione dei trucchi, come ad esempio:

  • detergenti oleosi;
  • latti detergenti;
  • burri o balsami che garantiscano una detersione per affinità.
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Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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