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Che cos'è il bonding neonatale

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 20 Febbraio, 2024

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Con il termine di bonding neonatale si intende il momento che si verifica subito dopo il parto, quando è importante che la madre e il bambino appena nato possano avere a disposizione del tempo da trascorrere insieme (almeno 2 ore). 

In queste ore, infatti, si viene a creare un profondo scambio emotivo proprio tra i due protagonisti della nascita.Il  bimbo, dopo aver vissuto il trauma della nascita, riesce a percepire la presenza rassicurante della mamma e il suo adattamento alla vita extrauterina può iniziare in maniera più serena.

La definizione di bonding è stata creata nel 1982 e sintetizza in modo efficace quel legame naturale che permette al genere umano di sopravvivere. 

La parola inglese bond significa infatti "attaccare" o "vincolare", e si riferisce appunto al momento in cui, subito dopo essere venuto al mondo, madre e figlio hanno la possibilità di creare un senso di vicinanza permanente che permetterà, in seguito, di allattare, di proteggere e, più in generale, di prendersi cura del bimbo. 

Riuscendo ad avviare e lavorare su un attaccamento sicuro ( base per lo sviluppo del bambino).

Gli studi  sul bonding prendono le mosse dalla celebre "Teoria dell'attaccamento", tuttavia nel corso degli anni '70 e '80 sono stati il neonatologo Marshall H. Klaus e il pediatra John H. Kennel a dimostrare quanto il bonding costituisca un periodo temporale importantissimo che serve a favorire la relazione tra la madre (o il padre) e il bimbo.

Pur essendo un processo ricco di numerose variabili, in cui incidono anche le condizioni esterne e la tipologia di parto avuta, il bonding costituisce comunque una finestra temporale quasi "magica" volta a favorire la creazione di un rapporto molto profondo tra la mamma e il bambino. 

Grazie al bonding con il proprio neonato, infatti, la madre sente crescere dentro di sé un istinto di protezione che consentirà alla mamma si sviluppare sempre più il suo istinto innato di presa di cura nei confronti del neonato. .

Quando avviene il bonding?

Secondo diversi studi, il bonding con il proprio neonato avviene durante le prime ore della sua vita e, escludendo gravi motivi di salute, è un momento che non dovrebbe mai essere rimandato. 

Subito dopo essere venuto al mondo, portato tra i seni della mamma ( posto più caldo della donna che ha appena partorito proprio per accogliere il proprio cucciolo ed evitare la dispersione di calore) mamma e bambino verranno poi coperti da teli caldi. 

Il bambino dovrebbe avere la possibilità di entrare in contatto ravvicinato con la madre o, se non fosse possibile, con il padre, in contatto pelle a pelle, questo significa che la pelle della mamma deve entrare in contatto con la pelle del bambino. 

Proprio nelle due ore successive al parto, infatti, si viene a creare una sorta di "finestra temporale sensibile" in cui nella madre vengono emessi specifici ormoni secreti appositamente per favorire la nuova vita. In particolare, subito dopo aver dato alla luce il bambino, nella donna avviene:

  • aumento dell'ossitocina. In questo momento l'ormone dell'ossitocina raggiunge il suo apice. Dopo 30 minuti dal distacco della placenta l'ossitocina è al massimo, e ha il compito di favorire l'empatia tra la mamma e il bambino, contribuendo a creare un legame indissolubile fra i due;
  • endorfine. Anche le endorfine, che sono considerate gli ormoni del piacere perché apportano felicità e appagamento, si alzano sensibilmente subito dopo aver partorito;
  • adrenalina, dovuta alla necessità di partorire, è ancora in circolo nel sangue della madre;
  • adrenalina fetale. È indispensabile al bambino per adattarsi alla vita esterna;
  • prolattina. Un altro ormone che raggiunge il picco dopo due ore dal parto, è la sostanza per permette di provare le sensazioni di accudimento e di protezione necessarie a non abbandonare il neonato; agendo anchesull’avvio dell’allattamento. 

Il bonding è essenziale anche per favorire un adattamento al mondo esterno semplice privo di complicazioni. Ad esempio, esso svolge un ruolo importante nella regolazione della temperatura corporea, contribuisce e mantenere sotto controllo la frequenza cardiaca e i livelli di glucosio del bambino, lo tranquillizza, riducendone il pianto, e favorisce l'allattamento al seno. 

Tenendo sotto controllo e migliorando anche i livelli di saturazione. Il bonding inoltre ha benefici su tutta la parte di imprinting batterico e di protezione nei confronti del bambino. 

Nel post partum vi è un'esigenza di vicinanza fisica molto forte, sia per la donna che per il neonato. Si tratta, quindi, di un vero e proprio bisogno fisiologico determinato dalla grande quantità di ormoni in circolo, in particolare di quello dell'ossitocina e della prolattina.

Come favorire il bonding neonatale

Il bonding dovrebbe essere un momento intimo possibile per tutte le coppie di genitori, tuttavia talvolta questo non è possibile.

In condizioni di normalità, il bonding prende avvio quando personale sanitario pone il neonato tra le braccia della madre subito dopo il parto, oppure procede allo "skin to skin", ovvero fa in modo che fra la donna e il bimbo vi sia un contatto diretto pelle-pelle nelle due ore successive alla sua venuta al mondo

In questo momento il neonato andrebbe posto sulla pancia della madre, lasciandolo libero di “muoversi” sull'addome di lei, fino a raggiungere il seno ed attaccarsi in autonomia(“breast crawling”). 

È proprio in questa fase, ovvero nei 60-90 minuti successiva alla nascita, che il neonato si trova in uno stato di veglia: in questo momento è probabile che cerchi il seno della madre, che la guardi e che rimanga tranquillo avvolto tra le braccia dei genitori. 

Trascorse circa due ore, il neonato tende ad addormentarsi.trascorse queste due ore il neonato puo essere controllato dal pediatra per le cure di routine. 

Durante il bonding vengono attivati tutti e cinque i sensi:

  • il tatto, che è quello maggiormente coinvolto grazie alla pratica dello skin to skin e quello maggiromente sviluppato nei neonati;
  • l'olfatto, che risulta particolarmente utile. Il neonato ha un olfatto molto ben sviluppato, pertanto riconosce l'odore della madre; riconoscendo anche odori famigliari vicino al capezzolo materno che gli permettono di avvicinarsi al seno e iniziare la prima suzione al seno entro la prima ora di vita.
  • la vista. I neonati al momento della nascita riescono a vedere solo fino a 30 cm di distanza: esattamente ciò che serve per vedere i genitori; cìè il primo incontro tra mamma e bambino. Il primo sguardo. Il neonato ricerca lo sguardo della mamma per senirsi al sicuro e tranquillizzarsi. 
  • l'udito, che rappresenta un utile strumento nel processo di costruzione del legame genitoriale;
  • il gusto, con il sapore del colostro che gli permette di iniziarsi a nutrire e regolarizzare i livelli di glicemia. 

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Cosa succede se il bonding non è possibile

Non sempre, purtroppo, il bonding è possibile. In vari casi, ad esempio, il neonato dev'essere portato in incubatrice, oppure la mamma necessita di cure urgenti: in queste eventualità il bonding può essere effettuato in misura ridotta, ovvero senza skin to skin ma solo guardando o accarezzando il proprio bambino. 

Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che qualora il piccolo dovesse essere trasportato in incubatrice, è possibile (e, anzi, auspicabile), interagire con lui attraverso un contatto di tipo olfattivo o uditivo

Può essere utile ad esempio usare dei tessuti che hanno l'odore della madre, parlargli, toccarlo (se possibile, ovviamente) e, quando si potrà, prenderlo in braccio. 

Se è la mamma, invece, che non può essere presente per vivere a pieno il bonding con il suo bambino, questo può essere portato avanti dal padre, il quale verrà invitato a prendere in braccio il bimbo, ad accarezzarlo e a parlargli dolcemente anche in contatto skin to skin.

A prescindere dall’importanza del bonding e dello skin to skin nelle prime ore di vita, questa pratica può essere riproposta tutte le volte che i genitori lo desiderano anche al ritorno a casa. 

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Letizia Samantha Zeverino
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