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Clistere neonato: come si usa e quando farlo

Elena Turrini

Ultimo aggiornamento – 11 Agosto, 2023

clistere-neonato

Può capitare che il neonato, alle volte, faccia fatica a scaricare, con dolori e fastidi correlati. Questa stitichezza non va presa come un segnale allarmante da parte dei genitori: potrebbero essere delle situazioni transitorie fisiologiche. 

Esistono infatti dei rimedi efficaci per trattare questa difficoltà transitoria del piccolo. Si tratta dei clisteri per neonati, che vengono utilizzati come seconda scelta dopo i massaggi e la mobilizzazione delle gambe per facilitare la fuoriuscita delle feci.

In questo articolo, approfondiamo tutte le informazioni utili per capire come si fa un clistere per neonati.

Cosa sono le perette per neonato

Quando un bambino sperimenta stitichezza, il pediatra solitamente consiglia un lassativo per via rettale, noto anche come clistere.

Per i neonati, i clisteri adatti prendono il nome di microclisma o perette per bambini. Queste contengono un liquido lassativo diverso rispetto a quello contenuto nei clisteri per adulti e in quantità minore. 

Molti dei microclismi formulati appositamente per i neonati sono composti da sostanze naturali ad azione emolliente, utili per ammorbidire le feci che ristagnano nell’ultimo tratto intestinale e facilitarne l’espulsione.

Mini clistere neonato: quando si usa

Il clistere nei neonati va fatto solitamente quando il bimbo non evacua da più di 72 ore, segno inconfutabile di difficoltà ad espellere le feci.

In questo lasso di tempo, infatti, le feci che permangono all’interno del retto assumo una consistenza leggermente più dura rispetto alle feci morbide e cremose dei neonati e, più passa il tempo, più il bimbo ha difficoltà ad evacuare.

I sintomi associati alla stitichezza del neonato sono:

  • dolore crampiforme addominale
  • mancanza di appetito
  • comparsa di ragadi anali
  • nervosismo, irritabilità e pianti inconsolabili
  • gonfiore addominale

Va comunque precisato che la peretta per neonati è una pratica che può causare un certo fastidio ai piccoli, quindi dovrebbe essere fatta quando tutti gli altri metodi disponibili non hanno funzionato.

Tra i metodi che favoriscono l’evacuazione troviamo:

  • assicurarsi che ci sia un giusto introito di alimentazione (latte materno o latte in formula). La prima domanda che un genitore deve farsi se il neonato non si scarica bene è: come sta mangiando? E lavorare su questo punto. Muovere le gambe del neonato, con piegamenti e distensioni. Questo dovrebbe favorire la peristalsi intestinale e promuovere l’evacuazione nei casi di stitichezza lieve
  • stendere il bambino a pancia in su e praticare dei massaggi circolari in senso orario sull’addome, al fine di stimolare la peristalsi.

Come si fanno le perette per neonati

Per praticare un clistere ai neonati, occorre seguire alcuni accorgimenti.

Innanzitutto, è consigliato sempre lavare accuratamente le mani nella loro totalità, anche sotto le unghie dove risiede la maggior parte dei microrganismi. Questo è uno step fondamentale per evitare un possibile passaggio di batteri al bambino.

A questo punto, il bambino va steso in posizione di decubito laterale sinistro, ovvero steso su un fianco, con le ginocchia piegate verso l’addome. Questa posizione, oltre a consentire un’ottimale penetrazione della cannula, è anche piuttosto confortevole per il neonato che non si sente immobilizzato dalle mani dell’adulto.

Si consiglia poi di bagnare la zona perineale con qualche goccia di prodotto per ammorbidire l’ano, in alternativa, utilizzare qualche olio ad azione emolliente praticando un leggero massaggio. Questo passaggio permetterà al bimbo di rilassare la muscolatura.

Si passa poi all’inserimento della cannula del clistere, che va inserita nella sua interezza. Nel caso di inserimento completo, si rischia una fuoriuscita e quindi una perdita di prodotto.

Una volta inserita la cannula che attraverserà in primis lo sfintere anale esterno, bisognerà attendere qualche minuto per far sì che lo sfintere anale interno si rilasci e dia la possibilità di essere attraversa (si potrà percepire una sensazione di risucchio della cannula). Non introdurre la cannula in un'unica volta, altrimenti si potrebbero creare delle microlesioni a livello dello sfintere anale. 

Quando la peretta è inserita completamente nell’ano del bambino, occorre premere il soffietto per far uscire tutto il prodotto. È importante tenere premuto fino all’estrazione completa del beccuccio, per evitare che il liquido venga risucchiato nuovamente all’interno del contenitore.

In genere, il microclisma agisce nel giro di un’ora al massimo.

Nel caso in cui, per qualsiasi motivo, si sia proceduto applicando solo metà dose, il microclisma va comunque gettato e non può essere riutilizzato per una seconda applicazione.

Stipsi nei bambini: come si riconosce

I neonati sono soggetti a stipsi proprio per il fatto che, per la maggior parte del loro tempo, sono sdraiati. Questa posizione, infatti, non stimola la peristalsi intestinale, causando stitichezza.

Per stabilire se si tratti effettivamente di stipsi, i fattori da prendere in considerazione sono due:

  • il tempo che trascorre tra un'evacuazione e l’altra: se il bambino non scarica da72 ore, si è in presenza di stitichezza
  • la qualità dell’evacuazione: se il neonato scarica con difficoltà e le feci espulse sono poche e dure, va trattato come se fosse stitico. Infatti, a lungo andare, il materiale fecale con queste caratteristiche tende a disidratarsi ed indurirsi, rendendo sempre più difficoltoso l’atto dello scaricare. Questo, con il tempo, potrebbe evolvere in una stipsi più severa

Nel caso in cui il bambino evacui con la giusta frequenza ed emetta feci morbide e ben formate, ma manifesta comportamenti quali pianto disperato e sforzo eccessivo, tanto da farlo arrossire in viso, non si tratterà di stipsi, ma di un fenomeno chiamato “dischezia”.

Questa condizione è spesso accompagnata da accumulo di gas intestinali ed è dovuta al fatto che i muscoli del neonato non sono ancora in grado di guidare con consapevolezza la spinta defecatoria.

Clisteri al miele

In commercio, esistono molti clisterini dedicati ai neonati. Tra i più utilizzati ci sono i clisteri al miele, noti come Melilax bambini, formulati dall’azienda Aboca. Si tratta di soluzioni a base di miele di nettare e melata, arricchito con polisaccaridi ed estratti naturali di Aloe Vera e Malva, due piante dalle potenti proprietà emollienti e lenitive.

Questo tipo di clisteri rappresentano una valida soluzione per aiutare il bambino a scaricare e, al tempo stesso, proteggere e lenire la mucosa anale e rettale dal passaggio delle feci dure.

Sono molto utili per trattare fastidio e infiammazione dovuti alla stipsi, ma anche nel caso in cui il bambino soffra di colon irritabile, emorroidi e ragadi anali.

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Elena Turrini
Scritto da Elena Turrini

Web Content Editor e SEO Copywriter, laureata in Economia e specializzata in Neurocopywriting e Storytelling aziendale. Negli anni ha coltivato la sua passione nei confronti della salute e della scienza frequentando vari corsi.

a cura di Letizia Samantha Zeverino
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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in Bebe e neonati

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