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40 settimane di gravidanza: sviluppo del feto e consigli

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 30 Marzo, 2023

40 settimane di gravidanza: cosa sapere

Cosa sta succedendo a 40 settimane di gravidanza? Come si sviluppa il feto all'interno dell'utero della donna e come ci si può preparare in vista del parto? 

Andiamo alla scoperta di tutto quello che c'è da sapere sulla quarantesima settimana di gestazione.

40 settimane di gravidanza: cosa sta succedendo

Giunti alla 40esima settimana di gravidanza, il bambino/a è pronto per nascere e tutti i suoi organi hanno raggiunto un livello di maturazione tale da consentirgli di sopravvivere senza problemi. 

Sebbene questa sia considerata la settimana conclusiva della gestazione, alcuni neonati vengono alla luce ben oltre: il limite massimo per partorire naturalmente viene fissato dai medici alla 42esima settimana, mentre, dopo questa data, la donna verrà indotta artificialmente.

Ogni futura mamma affronta il momento del parto a suo modo: alcune sono nervose ma al tempo stesso eccitate, altre, invece, hanno paura del dolore. Esistono diverse tecniche elaborate appositamente per aiutare la donna gestire il travaglio al meglio e a provare meno dolore, fra cui quelle di respirazione. 

Inoltre, un altro buon consiglio per avvertire meno l'intensità delle contrazioni è quello di fare delle lunghe docce calde direzionando il getto d'acqua sulla pancia.

Poco prima della nascita il bambino non avrà  più abbastanza spazio nel pancione per muoversi: si raggomitolerà in posizione fetale, con la testa abbassata nella parte inferiore del bacino e aspetterà che arrivi il fatidico momento in cui verrà alla luce.

40 settimane di gravidanza quanti mesi sono? In questo momento ci si trova alla fine del nono mese di gestazione.

I sintomi della quarantesima settimana di gravidanza

La 40esima settimana gravidanza può includere numerosi sintomi. Fra i più diffusi e comuni rientrano:

  • aumento di peso
  • contrazioni di Braxton Hicks
  • aumento della dimensione del seno
  • pancia dura e gonfia
  • prima produzione di colostro
  • indolenzimento a seno e capezzoli
  • stanchezza
  • bisogno di urinare con maggior frequenza
  • stitichezza
  • insonnia
  • emorroidi
  • acidità di stomaco
  • smagliature
  • gonfiore addominale
  • dolori alla zona lombare
  • pancia che prude
  • perdite vaginali di colore bianco
  • rottura del sacco amniotico
  • contrazioni preparatorie

donna incinta sul divano

Quando la gravidanza arriva alla 40 settimana, possono verificarsi alcuni sintomi che segnalano l'avvio di un imminente travaglio. Fra questi rientrano: la nausea, il vomito e la diarrea, provocati da un mix di ormoni che hanno la funzione di stimolare le contrazioni uterine. 

Anche il mal di testa, la flatulenza e il mal di stomaco sono campanelli d'allarme che spesso intervengono nel determinare l'inizio del travaglio.

Nel caso in cui le contrazioni assumano un ritmo regolare, ogni 10 minuti per almeno un'ora, e siano di una certa intensità, quello sarà il momento per recarsi in ospedale.

40 settimane di gravidanza: cosa fare

Quando la gravidanza arriva a 40 settimane è utile conoscere le diverse fasi che compongono il travaglio di parto, in modo da arrivare preparate a questo importante appuntamento. 

Le contrazioni segnano l'inizio del travaglio, le quali hanno la funzione di spingere il feto verso il collo dell'utero. Il ritmo, l'intensità e la durata delle contrazioni aumentano progressivamente, fino a che la donna raggiungerà la dilatazione completa. A questa prima fase, chiamata "dilatante", ne seguirà un'altra, denominata "fase espulsiva", che culminerà con la fuoriuscita vera e propria del feto dalla vagina. 

Esiste, inoltre, anche un ulteriore passaggio, ovvero il "secondamento", che serve per espellere la placenta dall'utero

Dal punto di vista del bambino la nascita è un momento molto intenso e impegnativo. Le prime contrazioni, definite prodromiche, hanno la funzione di stringere il corpo del feto e di sospingerlo verso il basso, tuttavia, prima che la testa del bambino/a (che rappresenta la parte più grande e pesante del suo corpo) passi attraverso la vagina, esso dovrà ruotare di 90°. 

Una volta che il feto avrà eseguito questo movimento, la sua testa sarà visibile all'ingresso della vagina e l'aria che ora arriva alla sua fontanella dal mondo esterno stimolerà il suo primo respiro.

Da un punto di vista medico, la gestante dovrà continuare ad eseguire i monitoraggi cardiotocografici (Ctg) settimanalmente fino al parto.

Il feto a 40 settimane

Il feto a 40 settimane presenta una buona quantità di grasso sottocutaneo e, con il passare del tempo, esso continua ad aumentare in modo da garantire al bimbo/a un’adeguata temperatura corporea quando sarà nato. Nel suo intestino si accumula il meconio, ovvero una sostanza di colore verdastro-nero costituita da liquido amniotico che verrà espulsa con le prime feci. 

La presenza del meconio rientra in quelli che sono i primi, importanti, parametri utilizzati dai medici per verificare lo stato di salute del neonato al momento della nascita.

Appena nato, infatti, il bimbo/a viene sottoposto a una serie di controlli che servono a valutare il suo benessere e l’efficienza delle sue funzioni vitali

I medici utilizzano il cosiddetto Indice di Apgar, nel quale vengono presi in considerazione cinque elementi, fra cui il colore della pelle, la respirazione, il battito cardiaco, il tono muscolare e i riflessi.

Alla settimana 40 il bimbo presenta, in media, queste misure:

  • lunghezza feto 40 settimane: 51 cm
  • peso feto a 40 settimane: all'incirca 3,000 grammi

A quaranta settimane di gravidanza il fegato del feto assorbe più amido dal flusso sanguigno della mamma, che utilizza per trasformarlo in glucosio. Questo gli servirà per sopravvivere nei primi giorni dopo la gestazione, quando la montata lattea non sarà ancora partita. 

Il primo latte materno è definito colostro e ha l'importante funzione di fornire al neonato una buona quantità di anticorpi, i quali saranno fondamentali per proteggerlo dalle prime malattie che incontrerà nella fase extra uterina della sua vita.

Come cambia il corpo durante la 40ª settimana di gravidanza

Durante il corso di tutte le 40 settimane di gravidanza il corpo della mamma è andato incontro a moltissime modificazioni. L'aumento di peso e quello delle dimensioni dell'utero hanno determinato notevoli scompensi e disagi, tuttavia finalmente tutto questo sta per finire. 

Una volta partorito, però, ci vorrà del tempo prima di tornare alla forma fisica precedente: è importante lasciare che il corpo ritrovi la sua forza da solo, senza imporsi rigidi regimi dietetici post parto.

Nelle ultime settimane di gestazione la pelle della pancia è tesa e l'ombelico sembra rovesciato, inoltre è possibile che siano presenti delle smagliature. Piano piano, però, tutto tornerà come prima e anche la pancia assumerà la forma che aveva prima della gestazione. 

Questo vale anche nel caso in cui il parto avvenga con taglio cesareo: è importante lasciare il tempo necessario all'organismo di ritornare alla sua condizione originaria

Consigli di benessere per affrontare la 40 settimana di gravidanza

La settimana 40 della gravidanza si caratterizza per i fastidi tipici del terzo trimestre, soprattutto ora che la pancia è molto ingombrante e che l'utero preme sugli altri organi interni. 

Per affrontare al meglio quest'ultima fase, che può mettere a dura prova la pazienza della futura madre, ecco qualche consiglio da mettere in pratica e delle piccole accortezze a cui prestare attenzione:

  • durante il travaglio di parto ogni donna ha delle posizioni nelle quali sente meno dolore. Sono le cosiddette posizioni antalgiche, che hanno il compito di velocizzare il travaglio;
  • molte donne in travaglio trovano utile passeggiare, muovere il bacino, eseguire lunghe docce e cambiare spesso posizione;
  • è importante ricordare che non tutte le gestazioni terminano entro i termini stabiliti, infatti è molto frequente che la donna partorisca alla quarantunesima settimana di gravidanza o addirittura oltre;
  • le 40 settimane di gravidanza sono un viaggio lungo e, a tratti faticoso, che mamma e bambino hanno compiuto insieme. Il ricordo di questi momenti rimarrà per tutta la vita;
  • in questa fase si dovrebbe già aver eseguito la visita per l'anestesia epidurale. Quest'ultima, che consiste nell'iniezione di un antidolorifico nell'area tra le vertebre della colonna vertebrale, ha il compito di far avvertire meno dolore nella regione pelvica, tuttavia non si può eseguire sempre e presenta comunque degli effetti collaterali che è bene conoscere;

Infine, è sempre opportuno ascoltare il parare del proprio medico.

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Marcello Sergio
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