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Amnesia digitale: la tecnologia spegne la memoria

Simona Fenzi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 30 Settembre, 2015

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La sempre maggiore digitalizzazione di ogni aspetto della nostra vita ha portato ad un grande cambiamento: non abbiamo più bisogno di ricordare molte informazioni. Compleanni, appuntamenti, possono essere annotati su smartphone, laptop e tablet e saranno loro a ricordarli per noi.

Un grande come Paul McCartney ha detto, in un’intervista di qualche anno fa, che lui e John Lennon avrebbero potuto scrivere molte canzoni in più, se soltanto se le fossero ricordate il mattino seguente. Adesso avrebbero registrato tutto al volo, magari su un cellulare, bloccandolo nel tempo.

La memoria tecnologica

Gli studiosi hanno notato come l’uso della tecnologia per memorizzare le informazioni sta portando ad una sorta di amnesia digitale, dove le persone sembrano incapaci di ricordare le cose una volta che queste sono state registrate su un dispositivo digitale.

Sono stati fatti vari studi per analizzare il fenomeno. Uno prendeva in esame 1.000 persone di età superiore ai 16 anni e chiedeva quale fosse il loro uso della tecnologia. Ben il 91% affermava che la usava come mezzo per ricordare. In un altro studio, su un campione di 6.000 persone, ben il 71% diceva di non ricordare i numeri di telefono dei figli, ed il 57% neppure quello dell’ufficio ed il loro numero personale, senza l’appoggio della tecnologia. Questo ha evidenziato come i nostri sistemi di memoria siano compromessi dal troppo affidarsi a questi dispositivi.

Non dobbiamo però disperarci. Uno studio del 2011 ha compiuto dei test per osservare come i nostri ricordi si relazionino con l’utilizzo del computer. In uno di questi test è stato chiesto ai partecipanti di digitare delle frasi come “l’occhio di uno struzzo è più grande del suo cervello” ed a metà delle persone è stato detto che i documenti sarebbero stati salvati e all’altra metà che non lo sarebbero stati.

In un secondo momento, è stato chiesto a tutto il campione se ricordavano quello che avevano digitato ed il secondo gruppo si è dimostrato essere quello che ricordava più informazioni. Un secondo esperimento ha coinvolto persone che sono state invitate a digitare delle informazioni che sarebbero poi state salvate in cartelle specifiche. Successivamente è stato chiesto loro di ricordare in quali cartelle fossero le singole frasi. Si è notato che era più semplice ricordare la posizione delle frasi piuttosto che i loro contenuti.

Questi studi hanno dimostrato che la tecnologia ha cambiato il modo in cui organizziamo le informazioni, dove la posizione ha la priorità sul contenuto, e dove si ricordano soltanto i dettagli che non sono più disponibili.

I ricercatori sono propensi a pensare che internet ed i dispositivi digitali siano diventati una sorta di memoria transattiva. Questa idea risale al 1980 e si basa sul concetto che la memoria di gruppo è superiore a quella del singolo. Ciò si fonda sulla teoria di un grande archivio di memoria condivisa, dove l’individuo sa di poter contare sui ricordi di altri per poter sopperire alle sue lacune. Ciò accade anche con internet dove ci si focalizza sul ricordo del dettaglio piuttosto che su una visione più in generale. Una ricerca più recente ha notato che salvare le informazioni sul pc cambia il modo con cui il nostro cervello interagisce con esse, ma rende anche più semplice imparare nuove informazioni.

Uno studio dello scorso anno ha coinvolto delle persone alle quali sono stati presentati due file contenenti una lista di parole ed è stato chiesto loro di memorizzarli entrambi. Ad un gruppo è stato chiesto di salvare il primo file prima di chiuderlo, mentre al secondo è stato chiesto di non salvarlo. Chi faceva parte del primo gruppo è stato notato che ricordava molte più informazioni del secondo file, come se la mente avesse “scaricato” le info sul computer ed avesse così liberato spazio nel cervello per memorizzarne delle nuove.

I risultati?

Gli studi fin qui condotti ci fanno capire che non dobbiamo pensare che la tecnologia stia distruggendo la nostra mente; lo stesso McCartney, in riferimento all’intervista citata sopra, ha anche detto che le canzoni che si è ricordato e che hanno visto la luce in sala di registrazione sono le più memorabili dei Beatles!

Semplicemente grazie alla tecnologia siamo in grado di ricordare più informazioni, potendo usufruire di archivi che memorizzano per noi, quindi alla fin fine non tutto ciò va visto come qualcosa di negativo.

 

 

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Scritto da Simona Fenzi | Blogger

La scrittura mi ha sempre accompagnata durante ogni fase della mia vita, prima per imparare adesso per diffondere un messaggio. Su Pazienti.it cerco di trasmettere come possiamo prenderci cura di noi ogni giorno, seguendo la regola che volersi bene aiuta a vivere meglio.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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