Andare male in matematica: semplice difficoltà o disturbo cognitivo?

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Redatto scientificamente da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella, Farmacista |
A cura di Tania Catalano

Data articolo – 26 Settembre, 2016

Matematica: perché si va male

La matematica non è un’opinione e nemmeno l’ipotesi dei ricercatori della Georgetown University Medical che ritengono le difficoltà in matematica un vero e proprio disturbo cognitivo.

I risultati, pubblicati sulla rivista Frontiers in Psychology, rivelano quanto sia diverso il cervello di coloro che, con la matematica, non vanno proprio d’accordo e che cosa potrebbe significare per la loro salute cognitiva complessiva.

Una disabilità matematica si verifica quando ci sono alcune anomalie nel cervello progettato per supportare la memoria procedurale. I ricercatori hanno identificato le strutture cerebrali (gangli della base e le aree nei lobi frontali e spaziali) che potrebbero essere responsabili dell’incapacità di risolvere problemi di matematica nello stesso modo in cui i bambini dislessici lottano con l’ordine delle parole. I ricercatori lo hanno definito “deficit di ipotesi procedurale” e può spiegare il motivo per cui coloro che vanno male in matematica lottano anche con la memoria a breve termine.

Tra i motivi per i quali non si ottengono buoni risultati a scuola ci sono importanti problemi di concentrazione, problematiche familiari, bullismo, dislessia e anche incomprensioni con alcuni insegnanti. Non è raro, però, secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, che il cattivo andamento scolastico riguardi solo la matematica e che la causa non sia da imputare a nessuna di quelle elencate. I cattivi risultati in matematica potrebbero indicare un problema cognitivo di memoria e di elaborazione delle informazioni.

Disabilità matematiche e dislessia possono essere correlati a problemi cognitivi perché l’apprendimento dipende da sistemi di memoria procedurale e dichiarativa del cervello. Il sistema dichiarativo è anche la parte del cervello che viene utilizzata quando si impara a guidare.

Che cos’è la discalculia?

Capita di frequente che gli insegnanti scambino per distrazione o menefreghismo un problema cognitivo più importante. Tra i disturbi troppo spesso non riconosciuti, a causa dei quali molti alunni vengono derisi anche dai compagni, troviamo proprio la discalculia.

La discalculia, è un disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche che si manifesta nei bambini di intelligenza normale. Essa può essere, o meno, associata a dislessia.

La discalculia può essere:

  • Per l’aritmetica (relativa al sistema numerico)
  • Per le cifre (relativa al calcolo)
  • Procedurale (relativa al problem solving)

La parte del cervello deputata all’elaborazione del numero e del calcolo agisce secondo tre aspetti:

  • Sistema numerico (riconosce lessico, sintassi e significato dei numeri)
  • Sistema del calcolo (capacità di contare all’indietro o a saltare)
  • Abilità di problem solving (utilizzare strategie di calcolo e applicare le regole)

Quali sono le abilità trasversali coinvolte nella matematica?

Le abilità trasversali coinvolte nella soluzione di problemi matematici sono:

  • Linguaggio matematico
  • Lettura
  • Memoria a breve termine
  • Utilizzo dei numeri
  • Memoria sequenziale (tabelline)
  • Orientamento

Come valorizzare l’intelligenza numerica?

La scuola è l’ambiente ideale per potenziare le intelligenze perché funge da tramite tra gli alunni e la conoscenza. Aiutare e stimolare gli alunni con difficoltà utilizzando metodi appropriati, idonei ma soprattutto soggettivi, vuol dire potenziare attraverso programmi specifici il cervello, quest’ultimo possiede enormi capacità di adattamento.

Qual è la differenza tra disturbo di calcolo e difficoltà di calcolo?

Il disturbo di calcolo possiede basi neurologiche, l’intervento riabilitativo è utile ma non elimina il disturbo. Può apparire in condizioni di:

  • adeguate abilità
  • adeguato insegnamento
  • dislessia

Nella difficoltà di calcolo, il profilo dello studente appare simile, tuttavia, l’intervento riabilitativo ottiene buoni risultati in breve tempo.

Sarà, dunque, l’efficacia del trattamento che determinerà se è presente un disturbo o una difficoltà.

 

  

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