Il respiro può migliorare le funzioni della memoria?
Una ricerca pubblicata su The Journal of Neuroscience esplora il rapporto tra respirazione e recupero dei ricordi. Il tema riguarda da vicino la salute cognitiva, sicché il modo di respirare sembra modulare l’attività delle aree cerebrali coinvolte nella memoria. Ma come funziona?
Vediamo cosa spiega il nuovo studio e quali sono le implicazioni concrete per la salute della mente.
Lo studio: come è stata indagata la relazione tra respiro e memoria
Lo studio è stato condotto dall’Università di Monaco (LMU) in collaborazione con il Max Planck Institute e l’Università di Oxford.
I ricercatori hanno coinvolto un gruppo di partecipanti in un compito che prevedeva l’apprendimento di coppie immagine parola. Dopo una fase di memorizzazione, ai volontari è stato chiesto di ricordare le associazioni apprese.
Durante l’intero processo sono stati monitorati due elementi chiave.
Vediamo quali:
- il ritmo della respirazione
- l’attività cerebrale, registrata tramite elettroencefalografia.
L’obiettivo era capire se il momento respiratorio in cui veniva stimolato il ricordo influenzasse la capacità di recuperarlo con precisione. L’analisi ha riguardato non solo i tempi di richiamo, ma anche il modo in cui le onde cerebrali cambiavano nelle diverse fasi del ciclo respiratorio.
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La ricerca ha inoltre evidenziato una sorta di costante: i partecipanti ricordavano meglio quando lo stimolo di richiamo veniva proposto durante o immediatamente prima dell’inspirazione.
In questa fase il cervello mostrava un’attività più favorevole alla ricostruzione dell’informazione. Durante l’espirazione, invece, risultava più probabile osservare il momento effettivo di recupero del ricordo. Il ciclo respiratorio sembra quindi scandire due funzioni diverse.
Ecco quali:
- una legata alla rievocazione;
- una al consolidamento della risposta.
Ma per quale motivo é proprio il ritmo del respiro a rendersi cruciale? Vediamo.
Modo di respirare e memoria: perché il ritmo é importante
La respirazione non agisce direttamente sui contenuti della memoria, ma é in grado di orientarne i tempi. Le oscillazioni cerebrali nell’ippocampo, regione fondamentale per archiviare e richiamare informazioni, seguono un andamento modulato dal ciclo inspirazione-espirazione.
Questa sincronia permette al cervello di gestire in modo più ordinato l’accesso ai ricordi.
Lo studio offre una spiegazione fisiologica a un fenomeno che finora era considerato marginale. Il respiro, dunque, si rivela incarnare una variabile in grado di influenzare l’equilibrio del sistema nervoso centrale.
Comprenderne il ruolo può aiutare a definire nuove strategie di prevenzione del declino cognitivo, soprattutto nelle fasi in cui la memoria inizia a mostrare segni di fragilità.
Respiro e memoria: le implicazioni per la salute
L’interesse per tali osservazioni riguarda diversi ambiti. La ricerca, infatti, suggerisce che esercizi di respirazione strutturati possano sostenere la concentrazione e la memoria; pratiche regolari di respirazione lenta e consapevole possono migliorare la gestione dello stress, elemento che interferisce con l’apprendimento; attività fisica accompagnata da un’attenzione al ritmo respiratorio può favorire una maggiore stabilità delle funzioni cognitive.
Si tratta, tuttavia, di prospettive ancora da approfondire, ma il quadro delineato dallo studio indica la respirazione come una risorsa concretamente accessibile per sostenere la salute del cervello.
La possibilità di intervenire su un gesto quotidiano apre infatti scenari utili sia in ambito clinico sia nella vita di tutti i giorni.
La ricerca proseguirà per definire con maggiore precisione come il respiro interagisca con le diverse reti cerebrali coinvolte nella memoria. Ad oggi, però, le evidenze emerse sono già di estrema rilevanza.
Risulta evidente, in ogni caso, che un ritmo respiratorio più stabile può favorire una migliore efficienza della memoria e sostenere l’equilibrio mentale di una persona.
Fonti:
JNeurosci - Respiration shapes the neural dynamics of successful remembering in humans