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La Apple e il suo film sull’autismo

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 26 Aprile, 2016

Cosa c’entra la Apple con l’autismo?

A volte, si tende a dimenticare l’utilità dei dispositivi che utilizziamo tutti i giorni per tenerci aggiornati e costantemente in contatto con il mondo che ci circonda. Dillan Barmache invece lo sa benissimo, perché grazie al suo iPad può uscire dalla solitudine dell’autismo per comunicare con le persone che lo circondano. Ecco la sua storia.

La storia di Dillan Barmache

Dillan Barmache è stato descritto dalla sua terapista e partner comunicativa Deborah Spengler come: “Quel bambino“. Durante il loro primo incontro la dottoressa definì Dillan come la sua sfida più grande nel suo ambito. Il ragazzo ora ha 16 anni e vive in California.

Il film

Nel film, rilasciato dalla Apple, in concomitanza con il Mese dell’Accettazione sull’Autismo, la terapista Spengler e la madre di Dillan, Tami Barmache, raccontano come imparare a vivere con un adolescente autistico non verbale.

La terapista ha affermato: “Bisogna dimenticare le nozioni standard della comunicazione. Solo perché non c’è contatto visivo con te, non significa che non ti ascolti e che non ti comprenda“. La mamma di Dillan ha, inoltre, spiegato che il non essere in grado di parlare non implica necessariamente che non abbia nulla da dire. Inoltre, dall’esterno potrebbe sembrare che il ragazzo non sia intelligente.

La tecnologia può essere d’aiuto?

Dillan, tuttavia, ha scoperto il suo modo per comunicare: scrivendo. Il software dell’iPad traduce ciò che digita in parole di senso compiuto. In questo modo il ragazzo può comunicare al mondo i suoi sentimenti. Ciò che prova non sempre è positivo. Infatti, ha associato all’autismo le parole “isolato” e “inferno”.

I sintomi dell’autismo

La gravità dei sintomi dell’autismo varia molto in base al soggetto, tuttavia esistono dei sintomi comuni. Per le interazioni sociali e relazioni possono essere:

  • problemi significativi nello sviluppo delle capacità comunicative non verbali, come contatto visivo, espressioni facciali e postura del corpo;
  • impossibilità a stabilire amicizie con bambini della stessa età;
  • mancanza di interesse nel coinvolgimento sociale;
  • mancanza di empatia.

Anche la comunicazione verbale e non verbale è soggetta a profonde problematiche:

  • ritardo o mancanza delle capacità comunicative, circa il 40% delle persone affette da autismo non parla;
  • problemi a cominciare una conversazione;
  • uso del linguaggio stereotipato e ripetitivo;
  • difficoltà a capire le persone.

Le persone autistiche possono anche presentare un interesse limitato o eccessivo per attività fisiche o per il gioco:

  • interesse insolito per giocattoli specifici;
  • interesse per determinati argomenti, come videogiochi, carte, targhe;
  • bisogno di routine;
  • comportamento stereotipato.

I sintomi dell’autismo possono essere notati dai genitori o dal medico durante i primi tre anni di vita del bambino, nonostante l’autismo sia congenito e quindi presente sin dalla nascita. Un bambino autistico potrebbe cominciare a parlare alla stessa età dei suoi coetanei per poi perdere le facoltà linguistiche, oppure sembra che non ascolti i genitori.

Con un intensivo trattamento, la maggior parte dei bambini migliora le proprie capacità di relazionarsi con gli altri e di comunicare. Contrariamente a ciò che si pensa, solo una piccola percentuale di bambini rimane completamente isolata o “vive in un mondo tutto suo”.

Il senso del film

Tami racconta un episodio molto significativo: “Durante una lezione di storia Dillan stava passando un brutto momento. Era una giornata particolarmente difficile. Abbassò la testa e scoppiò a piangere. Mi ricordo che stavo seduta vicino a lui, sentendomi davvero inutile. Ci siamo presi una pausa e siamo usciti dall’aula. Ho detto a Dillan: mi dispiace davvero tanto, non sono sicura di essere la persona giusta per aiutarti. È suonata la campanella ed è andato alla lezione successiva. Ho aperto l’iPad e gli ho fatto una domanda. Lui ha scritto le parole: Apprezzo tutto quello che mi dai, sempre. In questo modo sai di essere sulla strada giusta“.

Nel 2014, Dillan ha potuto tenere il discorso del diploma e combatte tutti i giorni della sua vita per comunicare. Il film non è pessimistico, ma molto commovente ed è considerato un tributo appropriato e bellissimo alla lotta di Dillan per essere ascoltato.

Che rapporto hai avuto con l’autismo? Pensi che la tecnologia possa essere ancora maggiormente d’aiuto o che dovrebbe fare un passo indietro, a favore di una comunicazione più personale?

Raccontaci la tua esperienza, potrebbe essere d’aiuto alle persone per capire come rapportarsi anche nelle situazioni più complesse.

 

 

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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