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A quanti gradi muore il Coronavirus? Ecco cosa aspettarsi in estate

Redazione

Ultimo aggiornamento – 12 Maggio, 2020

Caldo e Coronavirus

Freddo, virus e batteri: si sa. Le temperature rigide dell'inverno non sono temute dai virus, né tantomeno dal Coronavirus, anzi! Tutti i parassiti sopravvivono di gran lunga meglio in inverno e, addirittura, nei laboratori di ricerca si conservano a lungo a temperature che oscillano dai 20 ai 200 gradi sotto lo zero. 

E col sopraggiungere del caldo e dell'estate?  

Tante sono le ipotesi sul Covid19, ma partiamo da un'analisi più generale. 

Gli effetti del caldo su virus e batteri

Questa è una certezza: ci si ammala maggiormente in inverno, periodo dell'anno in cui le infezioni respiratorie sono più comuni. La ragione? I virus che colpiscono le vie aeree, come quello influenzale o i rinovirus umani mantengono un carattere fortemente stagionale, perché spesso legati proprio al clima che ne condiziona e favorisce, talvolta, la replicazione. 

Inoltre, d'estate si trascorre più tempo all'aperto, con la conseguenza di una ridotta esposizione ai virus che tendono a permanere negli spazi chiusi. 

Caldo e Coronavirus: cosa si prevede?

Parliamo di previsioni. Giorno dopo giorno, le giornate di questa Fase 2 si fanno più calde. Cerchiamo, quindi, di fare il punto sulla possibilità che l'aumento della temperatura eserciti un effetto benevolo sulla salute, a discapito dei contagi. 

Partiamo da uno studio d'oltralpe, dove un team di ricercatori francesi ha esposto i ceppi del Coronavirus a 60°C. Risultato? Il calore (notevole!) non ha ucciso tutti i ceppi, ma il virus ha dimostrato di essere in grado di adattarsi ai gradi elevati

Un secondo test, poi, ha sottoposto il ceppo a una temperatura altissima, di 92° per 15 minuti: solo in questo caso, il virus è stato annientato. Dunque, il Covid muore dai 92°C in poi. 

Ma non solo in Francia, anche in Canada, un team di scienziati internazionale, composto da risorse dell'Università di Toronto e del St. Michael's Hospital, in collaborazione con la società Ava AG di Zurigo (Svizzera), il Dipartimento di Scienze della salute e della riabilitazione presso l'Università Occidentale di London (Ontario, Canada) e l'Università di Berna, tutti coordinati dal professor Peter Jüni, hanno analizzato i contagi a marzo in 144 aree geopolitiche del mondo (non è stata presa in esame l'Italia), valutando i diversi fattori climatici e geografici. 

Cosa è emerso? Le temperature e la latitudine non si sono dimostrate essere elementi chiave, al contrario l'umidità pare risulti poter frenare la progressione del virus. L'estate - dunque - non lo farà sparire”, ha sostenuto in una dichiarazione l'epidemiologa e coautrice dell'indagine, la dr.ssa Dionne Gesink. “È importante che le persone lo sappiano". 

Le dichiarazioni del dr. Massimo Galli, virologo 

"Non sono d’accordo che con il caldo il virus si possa attenuare perché non ne abbiamo evidenze, né molecolari, né sul piano clinico". Sono forti le parole del noto specialista in virologia, il dr. Massimo Galli, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Ospedale Sacco di Milano.

Il perché è semplice: il virus non è mutato. Un'estate a mente leggera, quindi? No. Bisogna mantenere la lucidità e la massima attenzione al rispetto delle regole, per evitare che il numero delle persone contagiate aumenti ancora. 

Il Coronavirus ci seguirà anche in spiaggia?

Ahimè, sì. Ospite certamente indesiderato, il Covid-19 resterà minaccioso, pur sotto l'ombrellone. Siamo in attesa di indicazioni governative precise, ma quel che già risulta certo è che gli stabilimenti balneari prevederanno entrate su prenotazione - anche per fasce orarie, ombrelloni ben distanziati (si parla di 5 metri), piscine chiuse e ambienti iper-igienizzati. Almeno, questo è quanto si legge dal primo documento di Inail e Iss. 

Non solo: saranno richiesti e preferiti pagamenti con carte contactless o attraverso portali/app web.  

Insomma, che il caldo non confonda le idee: la prevenzione deve essere massima! Uno sforzo che ne varrà la pena, perché in gioco c'è la salute di tutti.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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