icon/back Indietro Esplora per argomento

Allarme “fungo killer”? Tutti ne parlano, ma facciamo chiarezza

Roberto Pisani

Ultimo aggiornamento – 17 Aprile, 2019

Candida auris: il fungo killer

Sembrerebbe esistere un fungo killer, resistente a qualsiasi trattamento. I medici hanno evitato di diffondere la notizia per non creare allarme ma si vocifera che possa mietere più vittime dei tumori.

Si chiama Candida auris, ed è un fungo resistente a qualunque trattamento antibatterico. L’incubo degli infettivologi di tutto il mondo? Forse sì, a quanto si legge sulle pagine del New York Times.

È davvero il caso di allarmarsi? Cerchiamo di capirlo insieme.

Quali sono i sintomi di un’infezione da Candida auris

Candida auris è stato isolato per la prima volta nel 2009 all’interno del canale uditivo di un paziente giapponese. Da qui, la denominazione latina auris che, tradotto, significa orecchio. Da allora, il fungo è stato responsabile di centinaia di infezioni ospedaliere negli Stati Uniti per poi diffondersi anche in altri Paesi.

I sintomi possono variare da persona a persona ma, generalmente, includono febbre, brividi e malessere generale. Il fungo riesce infatti a farsi strada attraverso una ferita per poi diffondersi attraverso il circolo sanguigno, causando quindi un’infezione sistemica resistente ai farmaci.

Come arrivare a una diagnosi (possibilmente rapida)

Una diagnosi rapida e accurata può avere un impatto notevole sul decorso di una patologia. Nel caso di Candida auris, la diagnosi risulta spesso complicata, ed è per questo che il fungo è considerato un osservato speciale dalla comunità scientifica internazionale.

Per la diagnosi di Candida auris, si procede in un primo momento con esame colturale di campioni di sangue o altri fluidi corporei.

L’esame colturale, tuttavia, si rivela spesso insufficiente per una diagnosi corretta. Candida auris infatti può essere confusa con altre tipologie di Candida. Per una diagnosi accurata, è necessario eseguire specifici test di laboratorio, che solo strutture adeguate sono in grado di offrire.

Chi è più a rischio di infezione da Candida auris

Dai dati attualmente disponibili, si evince che Candida auris sia particolarmente diffusa nei reparti ospedalieri.

Le persone più colpite sono quelle con un sistema immunitario indebolito (anziani) o non ancora perfettamente consolidato (neonati). Un altro importante fattore di rischio è rappresentato da interventi chirurgici o traumi che richiedono il ricovero ospedaliero. Nello specifico, Candida auris riesce ad aderire a numerosi dispositivi medicali (cateteri, sondino naso-gastrico), facendosi strada all’interno dell’organismo.

Come curare un’infezione da Candida auris

La maggior parte delle infezioni da Candida auris sono trattate con una classe di farmaci antifungini denominati echinocandine.

Tuttavia, alcuni ceppi di Candida auris mostrano resistenza anche a questa classe di farmaci, rappresentando una spina nel fianco per i medici di tutto il mondo. In queste circostanze, si ricorre ad un cocktail di farmaci antifungini ad alto dosaggio. Ad ogni modo, la scelta del trattamento da intraprendere deve essere concordato tra tutti gli operatori che hanno preso parte al processo diagnostico.

Candida auris è solo uno dei tanti microrganismi multifarmaco-resistenti, che si sono sviluppati nel corso degli anni. Sebbene il numero di decessi direttamente collegati a Candida auris sia ancora sotto controllo, è importante non abbassare la guardia, ma piuttosto riflettere sulle conseguenze dell’uso indiscriminato di antibiotici e pesticidi negli ultimi decenni.

Condividi
Roberto Pisani
Scritto da Roberto Pisani

Sono uno studente di medicina, con la passione verso tutto quello che è legato alla scienza e alla tecnologia. Il mio background medico-scientifico mi ha portato a lavorare come copywriter e copyeditor di articoli scientifici e spero di contribuire alla crescita di questa comunità.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Roberto Pisani
Roberto Pisani
in Attualità

89 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
icon/chat