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L’uomo che è sopravvissuto senza una parte di cervello

Simone Ravasi | Studente di medicina

Ultimo aggiornamento – 28 Ottobre, 2015

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Quando pensiamo al cervello subito ci viene da pensare che le dimensioni sono molto importanti, infatti siamo propensi a pensare che più è grande meglio è. Ma cosa dire a riguardo di quelli che hanno le dimensioni a ridosso della parte più bassa della scala di valutazione? Quanto cervello abbiamo bisogno per sopravvivere normalmente? Guardando attraverso gli archivi della letteratura medica ci sono molte persone che hanno avuto un cervello di dimensioni molto ridotte, o addirittura con parti mancanti che hanno sfatato però i miti a riguardo.

Il caso

cervello

In uno studio del 2007 i medici hanno descritto una storia incredibile: un uomo di 44 anni che ha vissuto una vita normale nonostante abbia avuto un cervello di dimensioni davvero ridotte rispetto alla norma. L’uomo francese si è presentato al pronto soccorso dopo che aveva avvertito una ridotta mobilità e forza nella gamba sinistra per due settimane. I dottori sono rimasti molto sorpresi quando effettuato una risonanza magnetica, trovando una parte mancante del cervello che era sostituita da una camera piena di liquido.

L’esame ha messo in evidenza che il paziente aveva un allargamento massivo del terzo e del quarto ventricolo laterali e una ridotta meninge. Inoltre, si riscontrava anche una ciste posteriore. In sostanza, mentre normalmente il fluido cerebrospinale viene drenato dal cervello verso il sistema circolatorio, in questo uomo il liquidi si è accumulato nella cavità craniale. Ovviamente, questo aumento del volume del liquido ha portato a una riduzione delle dimensioni normali dell’encefalo.

Sostanzialmente, questo uomo aveva una idrocefalia. Questa patologia èsolitamente presente alla nascita e quindi immediatamente diagnosticabile. Questo liquido accumulatosi è stato asportato all’età di 14 anni perché aveva avuto lo stesso problema alla gamba. Tuttavia, l’uomo ha vissuto una vita normale avendo anche 2 figli. I test hanno anche evidenziato che l’uomo ha un QI pari a 75, che comunque non rappresenta una disabilità mentale.

Ciò che ho trovato strabiliante è come il cervello possa comunque lavorare anche in condizioni che non sarebbero compatibili con la vita”, ha affermato il Dr. Muenke, medico del centro nazionale sul genoma umano.

Altri studi hanno dimostrato che alcune persone hanno vissuto non avendo il cervelletto, la parte del cervello che controlla l’equilibrio, i movimenti motori e l’apprendimento motorio. Una donna cinese di 24 anni si è presentata al pronto soccorso lamentando nausea e vertigini. I medici hanno scoperto che questa ragazza non aveva il cervelletto, una condizione conosciuta con il nome di agenesia cerebellare.

In un altro caso, il dodicenne Trevor Judge Waltrip ha stupito i medici quando gli hanno diagnosticato che aveva solo un abbozzo del cervello (il bulbo). Purtroppo questo ragazzino è deceduto lo scorso anno, avendo vissuto però la sua seppur corta vita senza cervello. La sua patologia è nota come idroanencefalia in cui gli emisferi cerebrali sono sostituiti totalmente dal liquido cerebrospinale. Solitamente, i bambini affetti da questa malformazione sopravvivono al più per 12 settimane. Questo ha reso il caso di Trevor più unico che raro.

Tutti questi casi mostrano una grande capacità da parte del cervello di adattarsi anche a condizioni teoricamente incompatibili con la vita e mostrano anche che ad oggi conosciamo davvero poco riguardo ad uno dei nostri organi più importanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Simone Ravasi | Studente di medicina
Scritto da Simone Ravasi | Studente di medicina

Sono un giovane studente di medicina. Amo viaggiare, ascoltare musica, andare a teatro e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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