A cura del dr. Giovanni Franco, specialista in Ematologia.
Parliamo di tumori del sangue, neoplasie ematologiche che possono coinvolgere le cellule del midollo osseo (leucemie), il sistema linfatico e il sistema immunitario (mielomi multipli e linfomi).
Secondo i più recenti dati della Società Italiana di Ematologia (SIE), sono in aumento, soprattutto tra gli over 60. Ma quali sono i sintomi? La prevenzione è possibile? Lo chiediamo al dr. Giovanni Franco, ematologo.
Quali sono i sintomi che dovrebbero far pensare alla presenza di un tumore del sangue?
In realtà, non esistono dei sintomi specifici, anzi molto spesso possono essere presenti sintomi più vaghi, come febbre persistente, perdita di peso, sudorazione notturna profusa e prurito generalizzato.
Ma, raramente, si scopre una malattia del sangue dai sintomi associati; di solito, si scopre facendo degli esami del sangue.
Quali sono gli esami necessari per arrivare a una diagnosi di tumore ematologico?
Dipende dalla tipologia di malattia. Sicuramente, l’emocromo è un esame molto importante per la valutazione delle malattie ematologiche, ma non soltanto e, inoltre, potrebbe non essere alterato in alcune forme di tumore.
Alcuni esami di secondo livello possono essere prescritti dopo un consulto ematologico, talvolta molto precisi, come la ricerca di specifiche alterazioni molecolari del DNA, in grado di consentire la diagnosi con un prelievo di sangue.
Oltre agli esami del sangue, molto spesso l’ematologo prescrive esami radiologici, come ecografie, TAC e risonanza magnetica. Talvolta, si usa anche la PET, un esame particolare che sfrutta uno zucchero che emette positroni e che si accumula nelle aree del corpo a più elevata attività metabolica.
Esistono strategie di prevenzione?
Purtroppo no. Non esiste la prevenzione dei tumori ematologici.
Queste malattie hanno un approccio un po’ diverso dai tumori solidi, che sono più conosciuti e che per alcuni dei quali esiste una prevenzione vera e propria.
Basti pensare che a volte, solo per alcune patologie, l’ematologo anche dopo avere formulato la diagnosi di tumore non prescrive nessuna cura, pur avendo diagnosticato un tumore del sangue, ma indica al paziente di effettuare soltanto dei controlli nel tempo.