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Quando le piaghette all’utero vanno tolte

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 07 Novembre, 2019

Piaghetta all'utero: come si forma e come si cura

È molto più comune di quanto si pensi, e riguarda davvero molto donne. Nel linguaggio comune viene definita piaghetta dell’utero, ma il termine medico che indica questa condizione è un altro: ectopia (o ectropion) che significa, appunto, estroflessione.

La piaghetta dell’utero è appunto un’estroflessione della mucosa endocervicale e provoca la scomparsa dell’epitelio pavimentoso che normalmente riveste il collo dell’utero. Può avere dimensioni variabili ed è assolutamente innocua ma, purtroppo, preoccupa molto le donne che ne sono colpite.

Piaghetta dell’utero, come si forma

Si tratta di una lesione benigna del collo dell’utero. Può essere definita come una lesione del collo dell’utero che si manifesta a livello dell’orifizio uterino esterno, la parte più vicina alla vagina.

La piaghetta si forma quando una porzione del tessuto di rivestimento del canale cervicale invade l’epitelio vaginale, che normalmente riveste anche il collo dell’utero. Questa condizione viene solitamente diagnosticata durante una normale visita ginecologica ed è dovuta alla scomparsa dell’epitelio pavimentoso della cervice uterina che possono essere causate da infiammazioni o lacerazioni dopo il parto.

Cosa provoca la piaghetta al collo dell’utero

Generalmente la piaghetta non causa alcun tipo di dolore. È però possibile che si verifichi leucorrea, ovvero secrezioni vaginali biancastre, perdite ematiche dopo i rapporti sessuali o spotting intermestruali, cioè piccole perdite di sangue tra una mestruazione e l’altra. Tuttavia, l’eventuale infiammazione che si potrebbe creare, se trascurata, costituisce terreno fertile per lesioni cervicali e persino lesioni pre-tumorali.

Anche se asintomatica, una piaghetta al collo dell’utero deve essere sempre tenuta sotto osservazione attraverso un Pap-test, al fine di escludere altri disturbi alla basa che hanno determinato l’alterazione del tessuto epiteliale. Tra queste patologie ci sono il Papilloma virus o la Clamidia.

Dunque, è sempre consigliabile eseguire un Pap test una volta all’anno, mantenere una adeguata igiene intima, non indossare proteggi slip quando non necessario e utilizzare metodi contraccettivi (come il preservativo), perché sono potenziali cause di infezioni batteriche.

Come si cura la piaghetta dell’utero

Quando la piaghetta non dà problemi è sufficiente tenerla sotto controllo mediante controlli periodici. Naturalmente, la situazione può evolversi diversamente, qualora la piaghetta dovesse infettarsi o infiammarsi.

Infatti, se si verificassero infiammazione e dolore, è possibile considerare diverse opzioni terapeutiche che variano da una terapia a base di ovuli o lavande che favoriscono la cicatrizzazione, se si sintomi sono lievi, a una terapia chirurgica se il problema crea fastidio o sanguinamento periodico.

La rimozione chirurgica si effettua solitamente con la tecnica nota come diatermocoagulazione (DTC). Attraverso un bisturi elettrico, la piaghetta viene così bruciata. Tale operazione viene effettuata ambulatorialmente, l’intervento dura pochi secondi ed è indolore. È indispensabile un periodo di astinenza sessuale di circa un mese, necessario per far rimarginare la ferita. Segno di cicatrizzazione sono perdite vaginali, rosse all’inizio fino a diventare biancastre.

Un ostacolo alla gravidanza? Risposta negativa

In presenza di ectropion, con il progredire della gravidanza, quando man mano l’utero diventa più irrorato di sangue e tende a sanguinare, anche l’ectropion può causare piccole perdite di sangue, in genere di colore rosa.

Una cosa è certa. L’ectropion non ostacola il concepimento. Tuttavia, le infezioni e l’infiammazione che potrebbero associarsi alla condizione potrebbero, invece, essere causa di infertilità. A gravidanza in corso nessun ostacolo dovuto a ectropion dovrebbe sopraggiungere, a meno che la piaghetta non sia indice di un’infezione virale come il Papilloma Virus: in questo caso diventa indispensabile il ricorso a un cesareo per impedire che il bambino, durante il passaggio nel canale del parto, possa venire a contatto con il patogeno.

Dunque, se aveste anche voi a che fare con una piaghetta dell’utero, non preoccupatevene eccessivamente. Ma parlatene con il vostro ginecologo!

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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