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Cosa c'è da sapere sul vaccino AstraZeneca? Facciamo chiarezza

Redazione

Ultimo aggiornamento – 08 Aprile, 2021

Vaccino antiCovid AstraZeneca

Mai come negli ultimi giorni, il nome di AstraZeneca è rimbalzato tra i media, ha riecheggiato di bocca in bocca, suscitando preoccupazione e, nello stesso tempo, attenzione per un innegabile grande lavoro che ha portato alla realizzazione di uno dei vaccini anti-Covid, in collaborazione con l’università di Oxford e l’italiana Irbm. 

"Gravi reazioni avverse al vaccino AstraZeneca", "Sospensione immediata del vaccino", queste sono solo alcune delle affermazioni che hanno portato diversi paesi europei (Italia inclusa) a bloccarne la somministrazione, per aprire una indagine precauzionale. Rullo di tamburi... dopo qualche giorno l'Ema - Agenzia europea dei medicinali - ha riconfermato la sicurezza del vaccino AstraZeneca, sostenendo che, ad oggi, i benefici superano gli eventuali rischi

Ma facciamo un passo indietro, cercando di ricostruire la storia del vaccino AstraZeneca.

Vaccino Covid di AstraZeneca: i primi risultati lo scorso luglio 

20 luglio 2020: AstraZeneca pubblica i risultati ottenuti dalle sperimentazioni iniziali sulla rivista Lancet, accendendo così la speranza concreta di una lotta al virus pandemico. Il report dimostra come su un test condotto su 1.077 persone sane, di età compresa tra i 18 e i 55 anni, "non siano stati osservati eventi avversi gravi legati alla somministrazione del vaccino”. Non solo: i ricercatori descrivono il picco anticorpale dopo 28 giorni. Di qui, il passaggio alla Fase 3

La Fase 3 di sperimentazione del vaccino AstraZeneca

Dall'estate all'autunno, Fase 3, appunto. A essere coinvolti, 560 soggetti di più di 18 anni. Ancora una volta, è Lancet a comunicare i risultati, parlando di rare reazioni avverse gravi, non legate al vaccino e "avvenute con la stessa frequenza con cui avvengono nella popolazione generale". 

La Fase 4 di sperimentazione del vaccino AstraZeneca

Non si può parlare di una vera e propria "fase 4", ma di fatto a fine 2020 tutti i dati vengono analizzati, con un focus sulla risposta immunitaria, evidenziando così la necessità del richiamo, di una seconda dose intera. In particolare, è preso in esame il trial clinico più importante, quello che tra il 24 aprile e il 4 novembre 2020 ha visto la partecipazione di 24mila persone (18-55 anni), in Regno Unito, Brasile e Sudafrica. 

Valutazioni finali? Su  Lancet  si parla del 70% di protezione: solo 31 casi di Covid-19 sui 24mila partecipanti. Un vaccino "mediamente" protettivo e, soprattutto, sicuro. Ma la necessità di verifiche, come sempre in questi casi, è d'obbligo e AstraZeneca sottolinea la costanza nel mantenere un'alta sorveglianza

Unico nodo, secondo i più? La varietà dei trial di sperimentazione e i pazienti non tutti seguiti e trattati in egual modo e, inoltre, un errore dichiarato dallo stesso Mene Pangalos, vicepresidente esecutivo della ricerca e sviluppo di biofarmaci di AstraZeneca, legato alla quantità di somministrazione del vaccino durante alcuni test (nulla che non sia stato poi seguito nel dettaglio dagli studiosi), che pare sia stata pari a metà dose.

Dall'errore una opportunità: in questo modo, infatti, gli scienziati hanno potuto evidenziare come inoculando mezza dose più una intera, il vaccino fosse efficace al 90%

Ma torniamo ad oggi. 

Gli effetti positivi del vaccino AstraZeneca

Riduzione delle ospedalizzazioni post-vaccino e difese immunitarie, questi i dati incoraggianti derivanti dalle iniziali dichiarazioni fatte dal Regno Unito e Scozia che, per primi, hanno utilizzato il vaccino.   

Secondo i report ufficiali, una dose di vaccino è in grado di ridurre del 94% i ricoveri ospedalieri, dopo circa 28 giorni dalla somministrazione. Anche AstraZeneca afferma, in una fase iniziale, come, per una sola dose, ci sia una protezione variabile dal 60 al 73%. 

Reazioni gravi al vaccino AstraZeneca: come è possibile?

Una doccia fredda e temuta, ma non solo da AstraZeneca, in generale da tutti i produttori e, soprattutto, dalla popolazione mondiale. É di qualche giorno fa la notizia della sospensione di un lotto di vaccini a scopo preventivo, per analizzare quelli che sembrerebbero poter essere eventi avversi in alcune persone. Non sono in discussione febbre, spossatezza, dolore nell'area dell'inoculazione o nausea e vomito (già descritti nel foglietto illustrativo). Ma trombosi, pericolose e persino mortali. 

Nella lente del mirino alcuni decessi "sospetti", a seguito di eventi tromboembolici: è se fosse una conseguenza non indagata opportunamente? Via, dunque, al tam-tam, spinto dalla paura e dall'innegabile attenzione verso la campagna vaccinale più grande di sempre. Da subito, le parole dell'Ema: nessun dato relativo a trombosi si differenzia da quello riscontrato nella popolazione generale e non vaccinata.  

A parlare le statistiche, dunque, ma a spaventare soprattutto il caso tedesco: in Germania fa clamore l'incidenza di casi di trombosi venosa cerebrale, rispetto a quanto atteso statisticamente. É il Paul Ehrlich Institute (Pei) che descrive 7 casi di trombosi su 1,6 milioni di vaccinazioni, e non uno, come previsto. 

Non si è fatta così attendere la risposta dell'Organizzazione mondiale della sanità, che ha affermato: Gli eventi tromboembolici accadono con frequenza. Il tromboembolismo venoso è la terza causa più comune di malattie cardiovascolari al mondo. Nelle estese campagne di vaccinazioni, è normale per i paesi segnalare potenziali eventi avversi che seguano la vaccinazione. Questo non significa necessariamente che sono collegati alla vaccinazione stessa, ma è buona pratica indagare. Mostra anche che il sistema di sorveglianza continua e che sono in atto controlli efficaci”. 

L'ok al vaccino AstraZeneca arriva dall'Ema 

Sì o no? Fermare o andare avanti con il vaccino di AstraZeneca? Risposta affermativa: l'ok definitivo è arrivato dall'Ema che scrive a proposito dei fenomeni trombotici: "si tratta di un legame di tipo causale con il vaccino, non è provato, ma è possibile e merita ulteriori analisi”. In poche parole, siamo davanti a "una probabilità estremamente piccola".

Stop alle indagini allora? No. In questo caso la risposta è negativa. La campagna vaccinale in Italia continuerà, secondo il Piano Vaccinale proposto dal generale Figliuolo, ma indagini e sorveglianza rimarranno altissime.

A cosa fare attenzione dopo il vaccino Covid?

Cercando di essere sereni, in primis, l'invito è a porre attenzione a segnali di disturbi della coagulazione come:

  • difficoltà a respirare; 
  • dolore al petto o allo stomaco;
  • sensazione di freddo agli arti inferiori o superiori; 
  • cefalea o emicrania; 
  • vista offuscata;
  • lividi.

Ricordiamo quanto sia importante la vaccinazione e quanto sia necessario fidarsi della scienza, grazie alla quale oggi possiamo prevedere con positività un "dopo la pandemia". 

Astrazeneca cambia nome: ora è Vaxzevria

L'annuncio relativo al "cambio di nome" è avvenuto il 25 marzo: la casa farmaceutica lo ha comunicato all'EMA (Agenzia Europea del Farmaco). Vaxzevria comparirà ora su bugiardino, etichette e confezioni del vaccino.

Si tratta di una prassi normalissima: il vaccino infatti non aveva ancora un nome ufficiale, ed era noto con il nome dell'azienda che lo produce, ossia: vaccino AstraZeneca Covid-19.


Per maggiori informazioni sui vaccini anti-Covid, invitiamo a visitare il portale ufficiale del Ministero della Salute, cliccando qui .

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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