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Curare l’Aids è possibile?

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 22 Novembre, 2016

farmaci aids: come si cura la malattia

I farmaci d’elezione sono gli antiretrovirali che bloccano la replicazione del virus. Negli ultimi anni, la ricerca è avanzata molto bene. L’HIV è normalmente trattato con una combinazione di tre diversi farmaci da assumere quotidianamente e in combinazione tra loro. Questo trattamento è molto efficace e ha un minimo impatto sulla vita quotidiana.

I trattamenti innovativi per combattere l’Aids

Grazie ai farmaci di ultima generazione è possibile vivere una vita lunga e normale, a patto di iniziare la cura tempestivamente, una volta saputo di essere sieropositivi. Ciò è vero per chi si contagia in età adulta, tuttavia gli adolescenti nati con l’HIV, avendo dovuto iniziare la terapia da giovanissimi, possono sviluppare un virus resistente ai farmaci. Per questo, il trattamento è molto più complicato.

Di ultima generazione è il vaccino anti proteina Tat. Questa proteina svolge un ruolo fondamentale nel processo di replicazione virale e nello sviluppo della malattia, indebolendo il sistema immunitario con tutte le conseguenze del caso. Lo scopo del vaccino è quello di neutralizzare la proteina Tat.

La somministrazione di questa proteina sembrerebbe indurre una risposta immunitaria capace di migliorare l’efficacia dei farmaci anti-HIV. Ciò si evince dal significativo aumento dei linfociti T CD4.

Per valutare il livello dell’infezione vengono, infatti, misurati il numero delle cellule T CD4 e la “carica virale”, ovvero la quantità di virus nel sangue. Fino ad oggi non esiste una terapia in grado di eliminare totalmente il virus dell’HIV dall’organismo. La malattia è incurabile, nel senso che un sieropositivo porterà con sé il virus per la vita. Ma grazie alle terapie antiretrovirali, è possibile impedirne la replicazione nell’organismo fino ad abbassare la carica virale a valori minimi. In questo modo, si riducono drasticamente i danni sul sistema immunitario e il rischio di trasmissione si riduce quasi a zero.

Classi di farmaci per la terapia dell’HIV

I farmaci anti-HIV sono raggruppati in sei classi in base al loro meccanismo d’azione:

  1. Inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa (NNRTI)
  2. Inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI)
  3. Inibitori della proteasi (PI)
  4. Inibitori della fusione
  5. Antagonisti CCR5 (CCR5s) (detti anche inibitori d’ingresso)
  6. Inibitori di strand transfer dell’integrasi (INSTIs)

Esistono più di 25 farmaci anti-HIV appartenenti a queste classi. Nella maggior parte dei casi si utilizzano combinazioni di una o più classi.

I farmaci antiretrovirali, usati attualmente per curare l’HIV, riescono a tenere molto basso il livello del virus nel sangue, ma non hanno effetto contro quella piccola percentuale di particelle virali «dormienti», che sono responsabili del ritorno della malattia se si interrompono le cure.

Nelle nuove tipologie di terapie, invece, il farmaco trae in inganno il virus, spingendolo a fuoriuscire dalle cellule in cui si nasconde, per poi mettere in moto il sistema immunitario che lo riconosce e lo distrugge.

Vivere da sieropositivi

Convivere con il virus HIV non è semplice.

La consapevolezza di essere sieropositivi costringe a guardare la propria vita con occhi diversi. Le prospettive cambiano così come le esigenze.

Le certezze non sembrano più tali, relazioni affettive, sessualità, lavoro, futuro.

La sieropositività è come una spada di Damocle, l’AIDS è infatti sempre dietro l’angolo, pronta a manifestarsi in tutta la sua crudeltà. Questa prospettiva non delinea certo una vita serena.

Che sia la fase iniziale asintomatica o la fase tardiva (AIDS, condizione ben più grave), i soggetti contagiati e consapevoli della loro condizione posso essere esposti a condizioni secondarie quali depressione, ansia, disturbo da stress. Inoltre, l’impatto di infezioni opportunistiche rendono ancor più complessa la situazione.

È importante eliminare ogni pregiudizio e iniziare un processo di accettazione di se stessi. La virulenza va azzerata anche attraverso atteggiamenti positivi.

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
Tania Catalano | Biologa
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