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Tutto quello che dovreste sapere sulla “dieta a zona”

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 22 Novembre, 2016

dieta a zona: in cosa consiste

Quali sono i pilastri della dieta a zona?

La dieta a zona è stata sviluppata dal dr. Barry Sears, biochimico statunitense che da più di 30 anni studia come ridurre l’infiammazione modificando la dieta.

La dieta a zona aiuta a perdere chili in eccesso, a ridurre drasticamente il rischio di malattie croniche e migliorare le prestazioni fisiche e mentali. È un programma dietetico, un’educazione alimentare, utile per tutta la vita.

La dieta a zona è un regime alimentare nel quale l’equilibrio di tre macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi) permette di ottenere uno stato fisico e mentale salutare.

Che cosa si intende per “zona”?

La “zona” è una strategia alimentare, ipocalorica, che fa raggiungere uno stato metabolico nel quale si ottiene una risposta ormonale capace di permettere al nostro organismo di lavorare al meglio delle sue possibilità. Rimanere in forma mangiando tutti gli alimenti nella giusta quantità, senza rinunciare a nulla. Questi sono i principi della dieta a zona di Sears.

La dieta a zona contribuisce a ridurre l’infiammazione causata da una cattiva alimentazione. Questa infiammazione è il motivo della disfunzione ormonale e, quindi, dell’aumento di peso.

Essere “in zona” aiuta a controllare i livelli di infiammazione attraverso la dieta.

Quali sono i vantaggi della dieta a zona?

I vantaggi di essere “in zona” includono:

  • Perdere grasso corporeo in eccesso velocemente
  • Mantenimento di uno stato di benessere per un periodo di tempo più lungo
  • Maggiore flessibilità mentale
  • Rallentamento dell’invecchiamento
  • Controllo dell’infiammazione

Ripartizione delle calorie “in zona”

La dieta a zona richiede il bilanciamento delle sostanze nutritive a ogni pasto:

  • Proteine, 1/3 delle calorie del pasto, tra cui bianchi d’uovo, pesce, pollame, carne di manzo magra o latticini a basso contenuto di grassi
  • Carboidrati, 2/3 delle calorie del piatto
  • Verdure, ortaggi e frutta, 2/3 delle calorie del piatto (evitare frutta e verdura ad alto contenuto di zucchero come banane, uva, uva passa, cachi, fichi) o amido (ad esempio, patate, mais)
  • Aggiungere grassi monoinsaturi, ciò potrebbe includere l’olio d’oliva, avocado, o mandorle

Fai che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo

Diminuendo l’apporto di cereali e amidi e massimizzando frutta e verdura, si osservano benefici a livello ormonale che determinano una riduzione dell’infiammazione.

La piramide alimentare della zona contribuisce ad assicurare un equilibrio ottimale del carico di proteine/carboidrati/frutta/verdura per un migliore controllo ormonale.

Inoltre, assicura alti livelli di polifenoli nella dieta. L’assunzione di polifenoli è importante per il controllo della composizione batterica del nostro sistema digestivo e attiva i geni anti-infiammatori e anti-invecchiamento.

La dieta a zona va migliorata con integratori ricchi di sostanze anti-infiammatorie, come gli acidi grassi omega-3.

Combinando la dieta di zona con gli integratori anti-infiammatori si ottiene un programma di nutrizione anti-infiammatorio, che porta di nuovo all’inizio della medicina moderna, quando Ippocrate disse: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo“.

Perdere peso diminuendo l’infiammazione

Perdere grasso corporeo in eccesso, mantenere una condizione di benessere, migliorare le prestazioni atletiche, rallentare il tasso di invecchiamento, sono obiettivi raggiungibili riducendo l’infiammazione indotta dalla dieta.

Ci sono quattro pilastri alimentari di base della dieta a zona:

1. Limitare le calorie senza fame o stanchezza

Il segreto è quello di consumare il minor numero di calorie senza avvertire fame. Assumere più calorie di quelle che il corpo richiede, si traduce in immagazzinamento del grasso in eccesso. Inoltre, una cattiva alimentazione crea una disfunzione ormonale (rapporto tra insulina e glucagone) che farà sviluppare grasso corporeo.

2. Mantenere basso il livello di infiammazione

Attraverso l’alimentazione corretta si può spegnere il processo infiammatorio una volta che è iniziato. La risoluzione dell’infiammazione richiede adeguati livelli di acidi grassi omega-3 a catena lunga nel sangue.

3. Attivare i geni con i polifenoli alimentari per migliorare il benessere

I polifenoli permettono di praticare la terapia genica in cucina, mangiando molta frutta e verdura. In caso contrario, i geni che producono enzimi antiossidanti, proteine anti-infiammatorie, e rallentano il processo di invecchiamento saranno preponderanti. L’integrazione, nella dieta, di polifenoli può aiutare a raggiungere i livelli adeguati di polifenoli per accendere geni importanti per il mantenimento del benessere.

4. Controllo dell’infiammazione a partire dalla flora batterica intestinale

Ci sono circa 1 trilione di specie di batteri sul pianeta. Circa 1.000 di loro vivono nel nostro intestino. E uno di loro, akkermansia muciniphila, sembra essere la chiave per la salute dell’intestino.

Akkermansia muciniphila è stato scoperto solo nel 2004 e sembra giocare un ruolo centrale nel controllare l’infiammazione intestinale microbo-indotta. Non si può prendere una capsula di questo batterio, perché muore in presenza di ossigeno, ma è possibile farlo moltiplicare nell’intestino, con una corretta alimentazione.

Bisogna quindi consumare fibre fermentabili, polifenoli e acidi grassi omega-3 a catena lunga. Tutti questi sono elementi chiave nella dieta a zona.

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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