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I dolcificanti artificiali potrebbero causare intolleranza al glucosio

Benedetta Borzillo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 23 Marzo, 2021

I dolcificanti artificiali alterano il nostro equilibrio metabolico e potrebbero indurre intolleranze al glucosio. Questa la nuova accusa mossa ad aspartame, saccarina & co, per la verità non nuovi al sospetto di essere dannosi alla salute.

I dolcificanti artificiali non calorici -NAS- sono sostituti sintetici dello zucchero, fino a 20.000 volte più dolcificanti. Non sono calorici, in quanto non siamo in grado di digerirli. È proprio per questa ragione, sono spesso presenti nelle diete per il controllo e la prevenzione dell’obesità e del diabete.

Molti gli studi scientifici che hanno esaminato l’efficacia dei NAS. La maggior parte delle evidenze ha confermato che sì, i dolcificanti artificiali non calorici sono efficaci contro obesità e diabete. Tuttavia, vi sono studi che dimostrano il contrario. E cioè che i NAS provocano proprio queste patologie.

Aspartame e saccarina: fanno bene o fanno male?

Gli studi contrastanti non aiutano a fare chiarezza. Per venire a capo della questione, i ricercatori del Weizmann Institute hanno approntato un vasto studio su topi e umani, allo scopo di capire se i NAS fanno male o bene alla salute, e soprattutto perché.

Lo studio ha dimostrato che l’uso dei dolcificanti artificiali provoca cambiamenti nella composizione e nella funzione dei microbi buoni che popolano il nostro intestino, e che questi cambiamenti si possono ragionevolmente correlare allo sviluppo dell’intolleranza al glucosio.

Ora servono più ricerca e più finanziamenti, per andare a fondo nella questione e riconsiderare, eventualmente, l’uso di questi additivi alimentari, che molti ancora considerano benefici.

Lo studio

I ricercatori sono partiti da un’intuizione. I NAS non possono essere assimilati dal nostro organismo. Come possono allora interferire con la nostra salute? Forse, i NAS sono assimilati dai microrganismi che popolano il nostro organismo, e tramite loro hanno effetto su di noi. Detto, fatto.

Le cavie sono state divise in due gruppi, uno è stato nutrito con acqua mista a glucosio, uno con acqua mista a NAS. È emerso che il gruppo esposto a NAS aveva diminuito la tolleranza al glucosio, nonché una popolazione batterica intestinale alterata rispetto a quella delle cavie nutrite normalmente.

I ricercatori hanno allora azzerato la popolazione batterica dei due gruppi di cavie con dosi massicce di antibiotico. Hanno scoperto che l’antibiotico eliminava completamente la differenza tra i due gruppi circa l’intolleranza al glucosio. Segno che i microbi intestinali sono ricettivi ai NAS.

Infine, a un terzo gruppo di cavie sane è stato impiantata la popolazione batterica dei due gruppi di cavie precedenti. È emerso che i topini che entravano in contatto con i microbi intestinali alterati dal consumo di dolcificanti sintetici sviluppavano a loro volta una popolazione batterica modificata e l’intolleranza al glucosio.

Le cavie reagiscono così. Ma gli uomini?

I ricercatori hanno notato che in noi scatta tendenzialmente lo stesso meccanismo dei topi, benché in modo meno marcato: su 7 volontari sani, 4 svilupperanno con evidenza il comportamento osservato nelle cavie.

Insomma, i ricercatori non hanno scoperto se e perché i dolcificanti artificiali fanno male alla salute. Ma hanno individuato un meccanismo nuovo, che cambia completamente la prospettiva sul problema. I dolcificanti artificiali incidono sul nostro metabolismo, e bisogna capire come e se questo è male.

E quindi? Ancora ricerca.

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Benedetta Borzillo | Blogger
Scritto da Benedetta Borzillo | Blogger

Scrivo, leggo, insegno e... ancora scrivo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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