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Cosa vedete in questo doodle?

Simona Fenzi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 26 Aprile, 2016

Chiunque di voi usi Facebook avrà di certo visto il doodle di cui sto per parlare. È stato originariamente condiviso da Savannah Root, che lo ha postato affermando come avesse osservato l’immagine per circa un’ora, nel tentativo di capire che cosa rappresentasse.

Ma non è stata la sola ad avere dubbi in proposito, infatti, il suo post è stato condiviso per ben 6000 volte e i commenti che ne sono seguiti sono andati ad aumentare ancora di più il mistero. Come accade sempre con le macchie di Rorschach, le menti si sono scatenate vedendo nella figura un po’ di tutto, anche se c’è chi ha dato la risposta corretta in pochi secondi.

Se siete curiosi di sapere cosa rappresenti il doodle la risposta è un cowboy, con metà del viso coperto da un’ombra. Avete risposto correttamente?

Il test dell macchie di Rorschach

Avete mai sentito parlare, prima di questo articolo, delle macchie di Rorschach?

Questa macchie, chiamate col nome del loro creatore, Hermann Rorschach, sono alla base di un test, impiegato per valutare la personalità. Si tratta, dunque, di un test psicologico proiettivo.

Il test prevede l’utilizzo di 10 tavole, su ciascuna delle quali è riportata una macchia d’inchiostro simmetrica:

  • 5 macchie sono monocromatiche
  • 2 macchie sono bicolori
  • 3 macchie sono colorate

Le tavole sono sottoposte all’attenzione del soggetto, una dopo l’altra, senza un tempo definito. Dopo la visione della macchia, viene chiesto al soggetto di trovare un qualcosa che assomigli alla tavola. In base alla risposta, lo psichiatra potrà delineare un profilo di personalità e identificare eventuali problematiche del soggetto.

Cos’è un illusione ottica?

Le illusioni ottiche si presentano quando il cervello e il sistema visivo percepiscono e interpretano un’immagine in un modo sbagliato. Sono le aree che si devono occupare di elaborare le informazioni, piuttosto che gli occhi, a dare origine al fenomeno conosciuto come illusione ottica.

Una definizione più precisa ce la dà Michael Bach, scienziato e professore di neurobiofisica presso l’Università di Friburgo, che la definisce come “una mancata corrispondenza tra impressione visiva immediata e proprietà effettive dell’oggetto”. Tutto ciò con il quale i sensi entrano in contatto va poi interpretato dal cervello per valutare come avvenga il processo e può portare a capire meglio come funziona la vista.

Anche il direttore del laboratorio di neuroscienze visive al Borrow Neurological Institute di Phoenix, la dottoressa Susana Martinez-Conde, descrive l’illusione ottica come “un fenomeno in cui la nostra percezione soggettiva non corrisponde alla realtà fisica del mondo”.

Vediamo un esempio di illusione ottica: i floater

Si tratta di puntini, macchie o forme che galleggiano nel nostro campo visivo. Sono causati da piccolissime irregolarità nel liquido dell’occhio e sono più frequenti man mano che si invecchia. Si tratta però di qualcosa di reale. Questo però è un caso limite perché il grosso delle illusioni ottiche avvengono a livello cerebrale e proprio per questo sarebbe più corretto chiamarle illusioni visive.

Il dottor Bach dice che quando si “vedono le stelle” dopo un colpo, il fenomeno è legato a una stimolazione meccanica che va ad attivare i neuroni degli occhi, che il cervello interpreta come luce. Non c’è realmente della luce che entra nell’occhio, ma il sistema visivo intrepreta il tutto in questo modo.

Il neurobiologo e assistente professore di scienze cognitive del Rensselaer Polytechnic Institute di Troy, NY, Mark Changizi, afferma come “il cervello costruisce continuamente cose, che lo aiutano a sopravvivere, ed alcune di queste possono essere finzione”.

Secondo lui, il nostro cervello usa le illusioni per vedere il futuro perché queste si verificano con un piccolo ritardo rispetto al tempo necessario alla luce per raggiungere la retina, ma prima che il cervello lo traduca in percezione visiva. Questi ritardi neuronali potrebbero mostrarci l’immagine non per quella che è, ma per quello che potrebbe diventare in un futuro prossimo. Conclude dicendo come le illusioni si verifichino quando il cervello tenta di percepire il futuro, e le percezioni non coincidono con la realtà.

La dottoressa Marnez-Conde pensa che le illusioni siano una scorciatoia scelta dal cervello, che ha risorse limitate, per poter svolgere il proprio lavoro. È come se l’encefalo avesse bisogno di dare maggiore importanza ad alcune cose della scena visiva rispetto ad altre, tutto ciò in tempi ridotti.

Il colore, il movimento, la forma e la quantità di luce che entrano nell’occhio sono alcuni dei fattori che potrebbero andare a causare un’illusione.

Giocando con questi fattori, ogni anno ci sono persone che lavorano per vincere il concorso come miglior illusionista dell’anno. Quest’anno il vincitore del premio è stato “la rottura della palla curva”, un’illusione che raffigurava il percorso di un disco rotante e andava a mostrare perché il brusco spostamento di questo campo sia così bravo a ingannare la vista dei battitori di baseball.

 

 

 

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Scritto da Simona Fenzi | Blogger

La scrittura mi ha sempre accompagnata durante ogni fase della mia vita, prima per imparare adesso per diffondere un messaggio. Su Pazienti.it cerco di trasmettere come possiamo prenderci cura di noi ogni giorno, seguendo la regola che volersi bene aiuta a vivere meglio.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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