Herpes simplex: ci promettono un vaccino super efficace

Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 03 Luglio, 2018

vaccino herpes simplex: i risultati

Buone notizie: un vaccino contro l’Herpes simplex potrebbe essere già disponibile nei prossimi 5 anni. Si tratta di un virus che si diffonde attraverso il contatto cutaneo, causando dolorose vesciche sui genitali o sulla bocca di chi lo contrae.

Attraverso l’utilizzo del virus in vivo, infatti, sembrerebbe possibile creare l’immunità da questa infezione. Se le ricerche dovessero procedere come previsto, i primi test sugli uomini potrebbero cominciare dopo un anno di trial su cavie e scimmie con esito positivo.

Qualora si sviluppasse il vaccino, saremmo di fronte a un passo enorme nella prevenzione dell’Herpes simplex, quel microrganismo che non abbandona mai l’ospite che infetta, rimanendo latente a livello nervoso e causando epidemie regolari.

Un vaccino contro l’Herpes simplex per fermare le epidemie

Attualmente sono due le Università che stanno conducendo studi in parallelo. I risultati? Entrambe promettono di essere in grado di iniziare i primi test sugli uomini in un anno, dopo essere già riuscite ad evitare la trasmissione dell’Herpes simplex nei primati. Solo uno dei due team è stato però in grado di curare quelli già infetti.

L’Herpes simplex da contrastare è principalmente quello genitale (HSV-2 o Herpes simplex di tipo 2), una patologia sessualmente trasmissibile al momento incurabile. Il vaccino potrebbe proteggere anche dall’Herpes labiale (HSV-1 o Herpes simplex di tipo 1), virus con un ceppo leggermente diverso.

Ricordiamo, però, che tutti i precedenti tentativi di creare un vaccino hanno fallito. La Louisiana State University ha già sviluppato un vaccino che consiste nell’iniezione di un ceppo di Herpes simplex vivo e indebolito, in grado di creare l’immunità. Il virus indebolito, infatti, non riesce a rimanere latente nei nervi e il corpo impara a riconoscerlo e contrastare la sua versione reale “più infettiva”. Nessuna delle cavie ha sviluppato alcun sintomo avverso dopo aver ricevuto il vaccino.

Sono stati quindi esposti al ceppo aggressivo di Herpes simplex sia gli animali vaccinati sia animali non vaccinati. La conclusione, pubblicata sulla rivista Vaccine, è che gli animali che non avevano ricevuto il vaccino prima dell’esposizione hanno presentato sintomi gravi. Inoltre, il vaccino ferma le epidemie nei porcellini d’India già infetti e da buoni risultati nelle scimmie, come riferisce il New Scientist.

Insomma, il potenziale di questo vaccino è assolutamente incredibile, in quanto sembra essere sia preventivo sia terapeutico.

Il dr. Harvey Friedman, ricercatore presso l’University of Pennsylvania ha inoltre testato un vaccino costituito da proteine prelevate dal virus dell’Herpes simplex. Lo scopo? Rinforzare il sistema immunitario contro il virus e prevenirne l’insorgenza.

I trial hanno avuto risultato positivo nei porcellini d’India e nelle scimmie Rhesus. Nonostante i precedenti tentativi fallimentari di creare una versione lieve del virus, il dr. Friedman sembra essere fiducioso e vorrebbe iniziare i test umani entro diciotto mesi.

Un impatto esorbitante

L’impatto di questo vaccino sarebbe enorme: centinaia di milioni, infatti, hanno contratto il virus nella loro vita. In particolare:

  • Mezzo miliardo di individui in tutto il mondo soffrono di Herpes genitale. Tale condizione aumenta il rischio di contrarre l’HIV se esposti.
  • Il 17% degli adulti negli Stati Uniti presenta l’infezione, più di un sesto della popolazione.
  • L’Herpes Virus Association nel Regno Unito sottolinea che il 70% delle persone è probabile che contragga l’Herpes genitale così come il raffreddore ad un certo punto della vita.

Nonostante questi dati allarmanti, molti individui presentano sintomi lievi o completamente assenti. Purtroppo, secondo quanto riportato dalla Herpes Virus Association, due terzi degli affetti non sanno di avere il virus.

Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice
Scritto da Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Diplomata al Liceo Scientifico PNI in Matematica, ho iniziato i miei studi presso la facoltà di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Milano, successivamente ho prediletto la facoltà di Science Communication & Bionics presso una Università Internazionale con sede in Germania. Attualmente sto assistendo in un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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