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Una nuova scoperta riguardante l’AIDS arriva dalla California

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 23 Gennaio, 2014

L'AIDS, nota anche come Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, è una malattia del sistema immunitario causata dal virus da HIV.

La malattia aggredisce il sistema immunitario, rendendo le persone colpite più soggette ad infezioni. L'HIV si trasmette in molti modi, come rapporti sessuali non protetti, trasfusioni di sangue contaminato e trasmissione verticale madre-bambino durante gravidanza, parto e l'allattamento. 

Ma quali sono le ultime scoperte riguardanti le terapie per combattere il virus?

Una nuova scoperta riguardante l’AIDS arriva da uno studio, pubblicato su Nature e su Science, firmato dal professor Warner C. Greene dell’University of California di San Francisco e sponsorizzato da Gladstone, organizzazione indipendente di ricerca biomedica no profit.

La ricerca spiega il meccanismo che decreta il passaggio dalla sieropositività all’AIDS. In pratica, la proteina IFI 161 rileva la presenza dell’infezione da HIV nelle cellule del sistema immunitario, attivando l’enzima caspasi-1 che esegue l’apoptosi, ovvero la morte delle cellule del sistema immunitario T CD4 in un ciclo senza fine che porta alle distruzione del sistema immunitario e quindi all’AIDS.

Il recente studio trae origine da una ricerca del 2010, che dimostra che il virus dell’HIV prova ad infettare le cellule del sistema immunitario T CD4 ma queste si "suicidano” per proteggere l’organismo dal virus, causando l’AIDS.

A questo punto, gli scienziati hanno iniziato a studiare come prevenire il suicidio cellulare, scoprendo che l’infezione lascia frammenti di Dna di HIV nelle cellule immunitarie che, rompendosi, scatenano un’infiammazione, attraendo altre cellule e conducendo alla loro morte.

Lo studio mostra come evitare il “suicidio” delle cellule. Riducendo l’attività della proteina IFI16, che è una sorta di sensore del Dna, viene inibita l’apoptosi.

La scoperta è fondamentale per capire come inibire la risposta distruttiva del corpo all’HIV.

La seconda scoperta riguarda l’identificazione di un farmaco anti-infiammatorio, già esistente, capace in vitro di prevenire la morte delle cellule aggredite dal virus da HIV. Ora si sta progettando un trial di fase due per capire se il farmaco può evitare lo sviluppo dell’AIDS in soggetti sieropositivi.

Questo nuovo trial potrebbe portare a una innovativa terapia con caratteristiche migliori rispetto a quelle usate finora.

Inoltre, gli anti-infiammatori sarebbero più accessibili a milioni di persone che non hanno accesso agli antiretrovirali, farmaci usati finora per ritardare il più possibile il passaggio dall’infezione da HIV all’AIDS. 

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Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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