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I benefici del bilinguismo sul cervello

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 29 Marzo, 2016

Nel mondo globalizzato 2.0, conoscere più lingue risulta fondamentale. Tutti sappiamo che i bambini imparano e apprendono più velocemente degli adulti ogni cosa incluse le lingue: per questo e per altri motivi, ci sono oggi molti bambini che crescono imparando già da subito due o più idiomi.

In un parco giochi a Parigi, Raphael Jegouzo, un bambino di soli 3 anni, benché viva a Brooklyn, New York, parla perfettamente francese oltre che inglese.

Ma come è possibile che un bambino così piccolo sia già bilingue?

La madre di Raffaello, Raquel Jegouzo, parla col bambino in inglese e francese mentre il padre, Erwan Jegouzo, madrelingua francese, parla con Raphaël esclusivamente in francese.

Come si fa a insegnare a un bambino due lingue?

Secondo Laura L. Namy, docente di psicologia presso la Emory University, l’approccio migliore per crescere figli bilingui è quello di iniziare presto. In particolare, secondo la dott.ssa Namy, il bambino deve essere abituato a entrambe le lingue fin dalla nascita.

Inoltre, secondo il dr. Gwendolyn Delaney, pediatra, vari studi hanno dimostrato che i bambini esposti a più di una lingua hanno una maggiore “densità” dei tessuti nelle aree del cervello legate al linguaggio, alla memoria e all’attenzione. E tutto ciò è ancora più evidente se la seconda lingua viene introdotta prima dei 5 anni.

Il bilinguismo può presentare aspetti negativi per i bambini?

Secondo Delaney e Namy, la preoccupazione più comune dei genitori di bambini “bilingui” è che l’esposizione dei bambini a più lingue già nella prima infanzia possa creare confusione nei bambini stessi: ma, secondo entrambi i medici, questo non dovrebbe rappresentare un problema.

Secondo la dott.ssa Namy, i bambini tendono a non confondere lingue diverse se i vari idiomi vengono utilizzati in momenti ben distinti e magari può capitare che un bimbo bilingue possa occasionalmente sostituire una parola all’interno di una frase in una lingua con il corrispondente vocabolo nella seconda lingua che conosce semplicemente perché non ha ancora acquisito a pieno le conoscenze linguistiche di entrambe le lingue.

Inoltre, molti genitori pensano che un bimbo bilingue possa “rimanere indietro” relativamente alle capacità di linguaggio e alla padronanza del vocabolario ma, secondo la Namy, tutto ciò non ha nulla a che vedere con quante lingue il bambino stia imparando: dobbiamo ricordare che l’acquisizione del linguaggio non è una gara e che ogni bambino ha bisogno dei suoi tempi.

I benefici del bilinguismo sono ormai noti: molti studi mostrano come i bimbi abituati a “masticare” varie lingue sin dalla tenera età mostrino un maggiore sviluppo a livello cognitivo e, inoltre, chi oggi è solo un bambino in futuro godrà i vantaggi derivanti dalla conoscenza di più idiomi nel mercato del lavoro ormai globalizzato.

In particolare, uno studio pubblicato l’anno scorso dalla rivista Psychological Science ha mostrato come i bambini bilingui abbiano maggiori capacità di comunicazione rispetto ai loro coetanei.

Secondo la dott.ssa Namy, la sfida più grande per alcuni genitori è ricordare di parlare con i propri figli nella seconda lingua. Tuttavia, oggi ci sono molti genitori che pur non essendo bilingui hanno preso consapevolezza circa i benefici del bilinguismo e decidono di crescere i loro figli così: per farlo si può assumere una tata bilingue e chiederle di comunicare col bambino solo in una determinata lingua, oppure assumere un tutor o si può prendere in considerazione l’iscrizione del bambino in una scuola multilingue.

 

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Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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