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Il dado fa male oppure no?

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 10 Giugno, 2019

Dado fa male oppure no?

Tutti utilizziamo il dado da cucina. Vegetale o tradizionale, il dado viene utilizzato in cucina per insaporire le nostre pietanze.

Eppure da qualche tempo numerosi esperti hanno messo in evidenza con un uso costante del dado da cucina potrebbe essere nocivo. È veramente così? Partiamo dall’analisi degli ingredienti del dado da cucina cui bisogna prestare particolare attenzione.

Il sale, il glutammato e i grassi: cosa contiene il dado da cucina

Il vero nemico per la nostra salute contenuto nel dado da cucina è il sale. Oltre agli estratti di carne, di pesce o di verdure, i dati da brodo contengono un elevato contenuto di sale o glutammato di sodio, che contribuiscono ad alzare la pressione arteriosa in soggetti predisposti. Il dado in genere è molto salato: circa la metà del peso di un singolo dado è costituito proprio dal sale.

Il glutammato monosodico è invece uno degli additivi più utilizzati nei cibi industriali, per lo più impiegato come insaporitore e come ingrediente dei dadi da brodo, salumi, sughi pronti e salse. Sulla dannosità di questa sostanza, però, ci sono ancora diversi dubbi anche se di recente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’European Food Information Council, hanno dichiarato di non considerare il glutammato una sostanza particolarmente dannosa se assunta nelle dosi impiegate nei cibi industriali.

Il sale comune, rispetto al glutammato, tende a incidere in maniera minore sull’innalzamento della pressione arteriosa anche se in soggetti predisposti può provocare palpitazioni, vasodilatazione, mal di testa, capogiri e vampate di calore.

È bene però fare attenzione anche alle etichette nutrizionali presenti sulle confezioni, in quanto le aziende produttrici spesso riducono la quantità di cloruro di sodio compensandola con un aumento del glutammato, quindi se siete soggetti ad innalzamenti della pressione sanguigna controllate sempre le etichette prima di acquistare questi prodotti.

La composizione dei dadi da cucina è molto cambiata nel tempo, a partire dal ridotto contenuto di grassi. Non solo la quantità di grassi è diminuita ma anche la qualità. Oggi i grassi di origine animale e i grassi sono utilizzati in quantità decisamente minore, mentre strutto e lardo sono stati del tutto eliminati. Al loro posto è spesso impiegato l’olio di oliva, più salutare e anche più leggero. È comunque bene specificare che dal momento che i dadi da cucina pesino solo pochi grammi, la quantità di grassi in essi contenuti non rappresenta un pericolo per la salute.

Il dado fa male? Quale preferire

Il dado vegetale, in particolare quello derivante da ingredienti di origine biologica, è quello più indicato, in quanto contiene grassi più salutari e non vi è traccia di grassi animali. Per quanto riguarda i dadi di carne o di pesce è più valutare i grassi in essi contenuti in quanto dipendono dal taglio di carne o dal tipo di pesce con i quali viene realizzata la preparazione.

Detto ciò, secondo gli esperti il dado da cucina non rappresenta un pericolo reale per la nostra salute se usato con parsimonia e nelle giuste quantità.

Il consiglio è quello di confrontare i valori nutrizionali dei vari marchi e scegliere quello con un minore contenuto di grassi e di sodio. Come ovvio, sarebbe preferibile utilizzare – come alternativa al dado industriale – un brodo vegetale o di carne fatto in casa, con ingredienti genuini e una ridotta percentuale di sale.

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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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