Ricco o povero? Sarà il tuo viso a svelarlo! Sembra infatti che sia sufficiente la fotografia di un volto per stabilire la classe sociale da cui proviene un determinato individuo.
È uno studio condotto dai ricercatori di psicologia dell’Università di Toronto a dircelo: il volto (purtroppo!) svela la condizione socio-economica di una persona, al di là di quali siano le sue espressioni.
Vediamo perché.
Il volto che parla
Sembrerà strano, ma le persone possono capire se qualcuno è più ricco o più povero della media guardando semplicemente il volto di un individuo. Non serve nessuna particolare espressione per svelare la propria condizione, nessun sorriso, nessuna smorfia di dolore, piacere o felicità.
Le emozioni, secondo i ricercatori, hanno infatti la capacità di mascherare le abitudini di vita di una persona. Un volto “neutro”, invece, racconta molto di più e svela, in pochi secondo, se si è ricchi o poveri.
“Nel tempo, infatti, il viso riflette in modo permanente le esperienze di una vita” – sostengono i ricercatori – “Soprattutto quando pensiamo che il nostro volto non stia esprimendo nulla: quelle emozioni e quelle abitudini di vita sono sempre lì, come reliquie di quello che è la nostra vita”.
Ricco o povero? Basta uno sguardo per capirlo
In particolare, lo studio ha raggruppato i volontari che hanno partecipato allo studio in due grandi gruppi. Uno di questi apparteneva a famiglie con reddito inferiore ai 60 mila dollari, l’altro con reddito superiore ai 100 mila dollari. A tutti loro sono state scattate delle fotografie, con “volto neutro”, dunque con viso privo di qualsiasi espressione.
Arrivati a questo punto, i ricercatori hanno coinvolto un altro gruppo separato di persone per esaminare le fotografie appena scattate: avrebbero dovuto decidere quali individui fossero più ricchi e quali più poveri usando solo il proprio istinto.
E qui la sorpresa. Quest’ultimo gruppo è stato infatti in grado di determinare quale studente appartenesse al gruppo considerato “ricco” e a quello “povero” – secondo i parametri di reddito canadesi – con una precisione del 53%, nettamente superiore a quello che è la probabilità causale.
“Si nota sin da subito che studenti di soli 18-22 anni hanno già accumulato esperienze di vita capaci di modellare e modificare le fattezze del loro volto, tanto da far intuire a prima vista quale sia la loro posizione socio economica” – continuano i ricercatori.
I risultati riportati sembrano non essere stati influenzati dalla nazionalità, dal sesso o dal tempo speso per studiare le fotografie. Non solo. Nessuno sembra essere davvero cosciente dei meccanismi e dei segnali che vengono utilizzati quando si prendono queste decisioni.
Inutile negarlo, lo studio delle classi sociali, come sottocorrente della psicologia e del comportamento umano, sta ottenendo sempre maggior riconoscimento. E lo studio dei segnali facciali, con i suoi 43 piccoli muscoli concentrati in un’area così piccola, è un settore della psicologia umana alquanto intrigante, seppur ancora tutto da esplorare.
Che ne dite? Anche voi avete la capacità di leggere i volti delle persone?