Ricco o povero? Ecco perché te lo si legge in faccia

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 06 Luglio, 2017

Ricco o povero? Te lo si legge sul volto!

Ricco o povero? Sarà il tuo viso a svelarlo! Sembra infatti che sia sufficiente la fotografia di un volto per stabilire la classe sociale da cui proviene un determinato individuo.

È uno studio condotto dai ricercatori di psicologia dell’Università di Toronto a dircelo: il volto (purtroppo!)  svela la condizione socio-economica di una persona, al di là di quali siano le sue espressioni.

Vediamo perché.

Il volto che parla

Sembrerà strano, ma le persone possono capire se qualcuno è più ricco o più povero della media guardando semplicemente  il volto di un individuo. Non serve nessuna particolare espressione per svelare la propria condizione, nessun sorriso, nessuna smorfia di dolore, piacere o felicità.

Le emozioni, secondo i ricercatori, hanno infatti la capacità di mascherare le abitudini di vita di una persona. Un volto “neutro”, invece, racconta molto di più e svela, in pochi secondo, se si è ricchi o poveri.

Nel tempo, infatti, il viso riflette in modo permanente le esperienze di una vita” – sostengono i ricercatori – “Soprattutto quando pensiamo che il nostro volto non stia esprimendo nulla: quelle emozioni e quelle abitudini di vita sono sempre lì, come reliquie di quello che è la nostra vita”.

Ricco o povero? Basta uno sguardo per capirlo

In particolare, lo studio ha raggruppato i volontari che hanno partecipato allo studio in due grandi gruppi. Uno di questi apparteneva a famiglie con reddito inferiore ai 60 mila dollari, l’altro con reddito superiore ai 100 mila dollari. A tutti loro sono state scattate delle fotografie, con “volto neutro”, dunque con viso privo di qualsiasi espressione.

Arrivati a questo punto, i ricercatori hanno coinvolto un altro gruppo separato di persone per esaminare le fotografie appena scattate: avrebbero dovuto decidere quali individui fossero più ricchi e quali più poveri usando solo il proprio istinto.

E qui la sorpresa. Quest’ultimo gruppo è stato infatti in grado di determinare quale studente appartenesse al gruppo considerato “ricco” e a quello “povero” – secondo i parametri di reddito canadesi – con una precisione del 53%, nettamente superiore a quello che è la probabilità causale.

“Si nota sin da subito che studenti di soli 18-22 anni hanno già accumulato esperienze di vita capaci di modellare e modificare le fattezze del loro volto, tanto da far intuire a prima vista quale sia la loro posizione socio economica” – continuano i ricercatori.

I risultati riportati sembrano non essere stati influenzati dalla nazionalità, dal sesso o dal tempo speso per studiare le fotografie. Non solo. Nessuno sembra essere davvero cosciente dei meccanismi e dei segnali che vengono utilizzati quando si prendono queste decisioni.

Inutile negarlo, lo studio delle classi sociali, come sottocorrente della psicologia e del comportamento umano, sta ottenendo sempre maggior riconoscimento. E lo studio dei segnali facciali, con i suoi 43 piccoli muscoli concentrati in un’area così piccola, è un settore della psicologia umana alquanto intrigante, seppur ancora tutto da esplorare.

Che ne dite? Anche voi avete la capacità di leggere i volti delle persone?

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it
Scritto da Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Con Pazienti.it ho l’occasione di “impugnare la penna” ogni giorno, costruire piani editoriali su misura dei lettori e rispondere attraverso i contenuti a tutte le curiosità di salute di chi ci segue. Il blog e i social rappresentano un canale di comunicazione immediato e ricco di stimoli, che cerco di cogliere pienamente.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
Una persona si allaccia le scarpe da ginnastica affianco a dei pesi
Fare sport migliora la memoria: ecco quanto durano davvero i benefici (e il ruolo segreto del sonno)

I benefici dell’attività fisica sulla mente e sulla memoria sono chiari da tempo, ma un recente studio ha osservato quanto possono durare i vantaggi. Scoprilo qui.