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L’inquinamento atmosferico può causare nascite premature

Paolo Pate | Blogger

Ultimo aggiornamento – 03 Maggio, 2016

Sembra, dunque, che l’inquinamento atmosferico non sia responsabile solo dell’insorgere di patologie come il cancro ai polmoni e l’asma, ma possa influire anche sui casi di nascite premature.

Questa è quel che afferma un rapporto pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives e curato da alcuni ricercatori del Langone Medical Center della New York University.

Lo studio si è concentrato anche sugli effetti negativi che l’inquinamento comporta per l’economia USA: “L’inquinamento atmosferico rappresenta davvero un costo enorme, non solo in termini di vite umane, ma anche per quanto riguarda la spesa pubblica”, ha affermato il professor Leonardo Trasande della New York University, uno degli autori dello studio, “e questa spesa è decisamente evitabile”.

Si stima, infatti, che gli Stati Uniti spendano più di 4 miliardi di dollari ogni anno per combattere gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico.

Problemi a stelle e strisce

L’inquinamento atmosferico aumenta la presenza di sostanze chimiche tossiche nel sangue, causando problemi al nostro sistema immunitario. Questo può indebolire la placenta che circonda il feto e causare quindi un parto prematuro.

Per condurre questo studio, i ricercatori hanno esaminato i dati dell’Environmental Protection Agency, del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie e dell’Istituto di Medicina.

I dati relativi al livello di inquinamento dell’aria e quelli sul numero di nascite premature in diverse regioni degli Stati Uniti sono stati incrociati e confrontati così da evidenziare possibili collegamenti fra queste due coordinate. I casi di nascite premature collegate all’esposizione a inquinamento atmosferico negli Stati Uniti sono stati così stimati intorno alle 16.000 unità circa.

I ricercatori hanno però sottolineato come il tasso di parti prematuri sia sceso dal 12,8% del 2006 al 11,4% del 2013. Sono, tuttavia, numeri ancora lontani sia dai dati di altri Paesi ricchi, sia dall’obiettivo fissato dal governo americano di raggiungere l’8% entro il 2020.

Inquinamento e spesa pubblica: dati preoccupanti

L’inquinamento atmosferico, con i suoi effetti negativi, costa agli Stati Uniti più di 4 miliardi di dollari all’anno in spese mediche e perdita di produttività.

Le spese considerate dal questa ricerca sono state le seguenti:

  • perdita di produttività economica
  • ricoveri ospedalieri
  • cure farmacologiche

Per calcolare tali costi, i ricercatori hanno utilizzato dati di studi precedenti, considerando i seguenti parametri:

  • morte precoce
  • abbassato QI delle persone
  • assenze sul posto di lavoro
  • salute generale della popolazione

Per i responsabili della ricerca sarebbe fondamentale condurre ulteriori ricerche sul ruolo di specifici inquinanti atmosferici esterni, così da valutare se alcune fasi della gravidanza siano più suscettibili di altre agli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico.

Inquinamento e nascite premature: cosa si può fare?

I ricercatori si sono detti favorevoli a condividere i risultati del loro studio con politici e governatori, nella speranza di incoraggiare nuovi interventi e normative che riducano l’inquinamento atmosferico.

Il primo obiettivo è la riduzione delle emissioni di automobili e centrali elettriche a carbone.

Al momento, secondo gli esperti, l’unica precauzione che può essere presa dalle donne incinte che vivono in zone ad alto inquinamento atmosferico, è quella di ridurre al minimo il tempo trascorso all’aria aperta, facendo attenzione anche quando ci si trova in casa.

I fattori di rischio del parto prematuro

Le cause specifiche di un parto prematuro spesso non sono chiare.

Esistono, infatti, molti fattori che possono far aumentare il rischio di parto prematuro.

Ecco quali sono i principali fattori di rischio:

  • aver avuto un precedente parto prematuro
  • gravidanza multipla
  • gravidanza attraverso fecondazione in vitro
  • breve intervallo fra una gravidanza e l’altra (meno di sei mesi)
  • disturbi che coinvolgono utero, collo dell’utero o placenta
  • problemi di peso prima o durante la gravidanza
  • malattie croniche (diabete e ipertensione)
  • infezioni all’apparato genitale
  • forti traumi
  • aborti spontanei
  • cattiva alimentazione
  • abuso di fumo, alcol o droghe
  • stress

Sembra, inoltre, che le donne di origini africana abbiano più probabilità di avere un parto prematuro. Nonostante questi dati, una nascita prematura può riguardare qualsiasi donna.

 

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Scritto da Paolo Pate | Blogger

Scrittura, volontariato, lettura, sport, viaggi… sono davvero tante le passioni che possono descrivermi. In ognuna di queste cerco di mettere tutto me stesso per non smettere mai di crescere, cercare la mia strada ed essere felice.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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