Ce lo chiediamo spesso, sempre più spesso. Nell’era del 4.0, porsi l’interrogativo è (quasi) un dovere morale. Quali sono le conseguenze dell’utilizzo di internet sul nostro cervello?
Lo sa bene un gruppo di scienziati, che ha studiato gli effetti di internet sui nostri processi cognitivi. La capacita di attenzione, la memoria, le interazioni sociali ne risentono? Sì, il nostro cervello sta cambiando: la preoccupazione è questa.
Tali trasformazioni, infatti, non sono limitate solo ad aspetti funzionali del cervello, ma sembrerebbe possano indurre anche a concreti cambiamenti strutturali in specifiche aree cerebrali. Queste alterazioni potrebbero essere solo l’inizio di un cambiamento imprevedibile che nei prossimi anni si manifesterà in maniera molto più estensiva.
Ecco perché.
Internet modifica la nostra struttura celebrale? Risposta affermativa
Se ne parla da molto tempo ma per la prima volta è stato condotto uno studio in materia, intitolato “The “online brain”: how the Internet may be changing our cognition”, poi pubblicato sulla rivista World Psychiatry. Gli esperti hanno infatti analizzato gli effetti di internet sulla nostra struttura cerebrale, così come sullo sviluppo delle funzioni cognitive.
Le analisi che ne sono derivate, hanno portato gli esperti a sostenere che, effettivamente, l’uso che facciamo di internet – ma, soprattutto, l’abuso! – è in grado di influenzare il nostro cervello. Un esempio su tutti: la presenza di notifiche e il flusso illimitato di richieste che ci invadono attraverso internet ci “obbligano” ad avere un livello di attenzione sempre più frammentato. Insomma, sempre più difficilmente riusciamo mantenere la concentrazione su una unica attività: mentre siamo impegnati in qualcosa, ecco l’arrivo di una notifica che – non neghiamolo – distoglie immediatamente la nostra attenzione.
Non è un’attitudine, bensì una reale difficoltà di concentrazione. Il medesimo principio vale per la memoria. Internet ci offre infatti la possibilità di attingere da un serbatoio pressoché infinito di informazioni, in ogni momento e in ogni dove. Ciò ha portato a un cambiamento nel modo in cui archiviamo e valutiamo ciò che stiamo imparando. Tanto Wikipedia è lì, a soddisfare ogni nostro bisogno o curiosità.
Gli scienziati non si sono mostrati particolarmente sorpresi. Che il cervello sia in grado di modificarsi sotto l’influsso delle azioni e stimoli provenienti dall’ambiente, qualunque essi siano, si sa da studi realizzati già alcuni anni fa. Il nostro organo più importante è infatti dotato di una straordinaria caratteristica: la neuroplasticità. Insomma, l’apprendimento di un’abilità nuova può letteralmente espandere le aree cerebrali coinvolte.
Manteniamo un occhio di riguardo per i più piccoli
Come spesso accade, i soggetti più a rischio sono proprio i bambini, il cui cervello è in fase di sviluppo. Il consiglio? Non esporre i più piccoli, tra i 2 e i 5 anni, a internet se non per meno di un’ora al giorno. Per i più giovani, sono maggiori le probabilità di andare incontro a problemi a causa dell’utilizzo di internet: nel loro caso infatti dobbiamo considerare che sono più esposti, ad esempio, al cyberbullismo, ma anche allo sviluppo di dipendenze.
Dunque la scienza l’ha confermato. Gli stimoli che arrivano da internet bombardano il nostro cervello, che non è ancora abituato a questo flusso constante di informazioni. La soluzione? Ritagliarci momenti della giornata internet-free, in modo da disintossicarci e ristabilire il naturale equilibrio.