icon/back Indietro Esplora per argomento

Mal di schiena: con la radiofrequenza pulsata addio al dolore

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 14 Dicembre, 2017

Mal di schiena e radiofrequenza: ecco un nuovo trattamento

Quasi tutti ad un certo punto della vita avvertono un fastidioso dolore lombare. A chi non è mai capitato? Nella maggior arte dei casi, però, questo mal di schiena scompare da solo. In alcune specifiche situazioni, invece, il dolore alla schiena persiste, tormentando la vita di chi ne soffre.

Dall’Università della Sapienza arriva una soluzione utile a porre rimedio a questa debilitante forma di mal di schiena: si tratta della radiofrequenza pulsata.

Vediamo quali sono i risultati e quali benefici potrebbero derivare da questo trattamento di radiofrequenza per la schiena.

Radiofrequenza alla schiena: un trattamento per ridurre il dolore

Solo dieci minuti di trattamento con radiofrequenza pulsata e il dolore alla schiena scompare? Sì, secondo gli studi portati avanti dal dr. Alessandro Napoli, medico ricercatore del dipartimento di Scienze Radiologiche dell’Università La Sapienza di Roma, con l’obiettivo di comprendere se questo trattamento non invasivo fosse in grado di curare il dolore causato dalla patologia vertebrale senza ricorrere necessariamente al bisturi.

Il gruppo di ricerca coinvolto nello studio era composto da ben 59 pazienti tra i 18 e gli 80 anni. Tutti questi, nell’anno precedente la sperimentazione, aveva avuto circa 150 episodi di dolore, oltre a una media di 13 giorni di assenza dal lavoro, causati da ernia al disco, lombalgia e – ancora – sciatalgia.

Tutto il campione è stato così sottoposto a un trattamento con radiofrequenza pulsata, guidata da CT in cui è stata inserita una sonda in grado di fornire una delicata scossa elettrica per circa 10 minuti. I risultati sono stati a tratti straordinari: l’80% dei pazienti, infatti, non ha provato più dolore dopo una sola seduta di radiofrequenza. Nel 90% dei casi, invece, è stato registrato un miglioramento significativo delle proprie condizioni. Il 6% ha avuto necessità di un secondo trattamento e solo il 3% dei pazienti si è poi sottoposto a un intervento chirurgico. Ai benefici più o meno evidenti, si aggiunge la nota di merito che questa terapia non ha provocato in nessuno dei partecipanti degli effetti collaterali. Quindi no, gli effetti collaterali della radiofrequenza non sembra esistere.

Come funziona la radiofrequenza alla schiena

Il trattamento in questione si base sull’uso delle correnti di radiofrequenze che agiscono in prossimità di nervi e delle vie del dolore, promuovendo una neuromodulazione delle fibre nervose coinvolte nel dolore, come ha spiegato il dr. Napoli, a capo dello studio.

In particolare, si tratta di un metodo particolarmente efficace soprattutto quando altre terapie – farmacologiche o riabilitative – falliscono il loro obiettivo: dare sollievo al mal di schiena.

Non solo: la terapia risulta modulata di pazienti in paziente. Questa procedura si esegue infatti tramite la visione in tempo reale delle immagini ottenute tramite TAC, che consentono di identificare e trattare solo il nervo responsabile della sintomatologia senza andare ad alterare altri organi. L’obiettivo, dunque, è quello di agire esclusivamente sul nervo responsabile del dolore con il duplice effetto di togliere l’infiammazione – causa del fastidio – e ripristinare la corretta funzione del nervo.

Tra gli altri vantaggi, è importante sottolineare che il ricovero non è assolutamente necessario: una volta effettuata la radiofrequenza in ambito ambulatoriale, è possibile tornare a casa il giorno stesso, per riprendere la propria routine quotidiana.

«La radiofrequenza pulsata – aggiunge l’esperto – è utile soprattutto per trattare il dolore in pazienti con ernia del disco che causa lombalgia o lombosciatalgia acuta o cronica. La tecnica è in grado di fornire risultati efficaci anche nelle sindromi dolorose della schiena dovute a patologie articolari ed artrosiche, ma anche nei dolori articolari come quelli del ginocchio o della spalla. Il sollievo dal dolore ottenuto con questo trattamento può durare dai 3 ai 12 mesi e, in molto casi, si è dimostrato definitivo. La tecnica è ritenuta una procedura efficace e sicura».

Ancora dubbi

I dubbi, però, non mancano. Sono molti gli esperti che sostengono che questo tipo di trattamento avrebbe bisogno di ulteriori studi sulla sua efficacia e, soprattutto, che la radiofrequenza non dovrebbe essere utilizzata da sola.

«L’origine del mal di schiena è assai omplessa e, nella maggior parte dei casi, si risolve da sola – sostiene il dr. Alexios Carayannopoulos, direttore medico del Comprehensive Spine Center e della divisione del Pain and Rehabilitation Medicine al Rhode Island Hospital – La procedura della radiofrequenza dovrebbe essere utilizzata all’interno di un approccio multidisciplinare, in combinazione con un trattamento fisico e riabilitativo, con lo yoga, farmaci non oppioidi e medicina chiropratica»-

Inoltre, sembra che lo studio portato avanti dal dr. Napoli non sia stato in grado di misurare se il sollievo dei pazienti trattati sia stato determinato dalla terapia con radiofrequenza o se il dolore si è risolto da sé, in modo del tutto spontaneo. In ogni caso, i benefici sembrano essere tangibili: avete mai provato a sottoporvi a questo alla radiofrequenza per la schiena?

Condividi
Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it
Scritto da Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Con Pazienti.it ho l’occasione di “impugnare la penna” ogni giorno, costruire piani editoriali su misura dei lettori e rispondere attraverso i contenuti a tutte le curiosità di salute di chi ci segue. Il blog e i social rappresentano un canale di comunicazione immediato e ricco di stimoli, che cerco di cogliere pienamente.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
icon/chat