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Mangiare la placenta: miracolo terapeutico o leggenda?

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 29 Giugno, 2015

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Non esiste nessun fondamento scientifico a sostegno della teoria che mangiare la propria placenta apporti benefici alle puerpere.

Negli ultimi tempi, personaggi dello show-biz, come Kourtney Kardashian e Nicole Kidman, hanno parlato di questa alquanto “particolare” pratica di ingerire la placenta dopo aver partorito e questo ha spinto molte donne a interessarsi alla cosa.

Tuttavia, gli scienziati della Northwestern Medicine sostengono che praticare la “placentofagia” non apporti i benefici tanto decantati dalle star di Hollywood.

In particolare, i risultati della loro metanalisi, condotta su 10 studi già esistenti circa l’argomento e pubblicata sugli Archives of Women’s Mental Health, suggeriscono che non esistano prove scientifiche circa gli effetti acclamati dalle ‘fan’ della placentofagia: miglioramento del dolore e della depressione post-partum, allattamento più facile, pelle più elastica, apporto di vitamine e ferro.

Inoltre, la cosa più preoccupante è che non ci sono studi che abbiano esaminato il rischio che si corre ingerendo la placenta, che agisce come un filtro per assorbire tossine e sostanze inquinanti, proteggendo il feto nel corso di tutta la gravidanza.

Il parere degli esperti

Secondo l ‘autrice dello studio, la Dott.ssa Cynthia Coyle, psicologa dell’Università di Feinberg, le donne scelgono di ingerire la propria placenta benché non ci siano evidenze relativamente ai benefici o ai rischi potenziali per se stesse o per i lattanti.

Secondo la Coyle, è dunque necessario che la scienza fornisca risposte circa l’ingestione della placenta fetale. Secondo Crystal Clark, psichiatra, molte donne raccontano di aver ottenuto molti benefici dall’ingestione della propria placenta, ma non esiste alcuna ricerca sistematica che indaghi su questi benefici o i possibili pericoli.

La Clark, fra gli autori della metaanalisi, si è interessata all’argomento dopo che una sua paziente le aveva chiesto se “mangiare” la placenta potesse interferire con la terapia antidepressiva.

La Dott.ssa Clarck iniziò dunque a porre domande relative all’argomento alle altre sue pazienti, scoprendo la grande diffusione di questa pratica.

Benché in natura la maggior parte dei mammiferi si nutra della propria placenta, i primi casi documentati di donne che hanno optato per questa scelta si sono registrati negli anni 70 nel Nord America. Tuttavia, solo negli ultimi anni si è molto diffusa la pratica della “placentofagia” e ciò è stato favorito dalle convinte dichiarazioni di molti personaggi dello spettacolo.

La nostra sensazione è che le donne che scelgono la placentofagia, che magari sono state molto attente a quello che hanno mangiato durante la gravidanza e l’allattamento, sono disposte a ingerire qualcosa senza che ci siano evidenze sui suoi benefici e, soprattutto, sui potenziali rischi per loro e per i loro neonati“, aggiunge Cynthia Coyle, prima autrice dello studio. “Non ci sono regole su come la placenta deve essere trattata e preparata per l’ingestione, e il dosaggio è incoerente. Le donne in realtà non sanno quello che stanno assumendo“. E per questo “è necessario fare delle ricerche ad hoc“.

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Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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