icon/back Indietro Esplora per argomento

"Per diventare genitori non esiste un manuale delle istruzioni": la Psicologa racconta il Parenting

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 01 Febbraio, 2023

La Psicologa spiega in cosa consiste il Parenting

Diventare genitori non è un processo meccanico: l’esperienza si genera con il tempo, si tratta di un viaggio da fare insieme al proprio partner e ai figli stessi.

Abbiamo deciso di approfondire il tema del Parenting – ovvero tutto ciò che concerne l’essere genitore – con la Dr.ssa Roberta Berici, Psicologa dell’età infantile.

“Ogni giorno incontro genitori che mi raccontano di come stiano vivendo un percorso non facile, complesso e impegnativo; altri, invece, lo vedono come un traguardo soddisfacente e stimolante. Altri ancora mi dicono che è difficile ma, tra alti e bassi, non è impossibile

All’interno di ogni famiglia, così come nasce e cresce un figlio, nasce e cresce un genitore. Non esistono libretti d’istruzioni o genitori perfetti, ma individui che cercano di fare il proprio meglio, sintonizzandosi empaticamente con i bisogni dei figli.”

In cosa consiste il Parenting?

"Con il termine Parenting si intende la capacità di espletare il ruolo di genitore attraverso comportamenti – dedicati ai figli – finalizzati a:

  • nutrirli;
  • accudirli;
  • proteggerli;
  • dare affetto e sostegno;
  • educarli;
  • promuovere l’autonomia e l’indipendenza.

Prendersi cura di un figlio è, dunque, un compito complesso che implica consapevolezze e abilità che si vanno a scoprire man mano.

La genitorialità è un processo multidimensionale, influenzato anche da aspetti sociali e culturali che richiamano le rappresentazioni sul ruolo del genitore, del bambino e della famiglia nella società."

Diventare genitori o essere genitori: come avviene il processo?

Come diventare genitori: il Parenting

"La genitorialità non coincide con l'evento della nascita o con l’arrivo di un figlio adottivo, ma è connessa a un lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive.

Fra i fattori che interagiscono in questo processo ritroviamo caratteristiche della personalità del genitore:

  • flessibilità;
  • capacità di adattamento;
  • disponibilità emotiva;
  • qualità del rapporto di coppia;
  • schemi relazionali;
  • cicli interpersonali della relazione genitore-bambino;
  • caratteristiche dei figli;
  • fattori ambientali e culturali.

Quando si diventa genitore, si modifica anche la percezione di sé come adulto: la disponibilità a fornire cure genitoriali adeguate è legata alle capacità cognitive, affettive e relazionali della persona."

Quali sono le funzioni genitoriali nell'ambito del Parenting?

"La competenza genitoriale è una funzione complessa che si sviluppa nel corso del tempo come risultato di un’interazione di caratteristiche individuali, cognitive, emotive e relazionali, che incidono sul processo di accudimento. 

È possibile, in modo sintetico, suddividere le funzioni genitoriali in:

  • funzione protettiva: tipica del caregiver, consiste nell’offrire cure adeguate ai bisogni del bambino; si parla di protezione fisica e di sicurezza. La funzione protettiva, più di tutte, determina il legame di attaccamento;
  • funzione affettiva: riguarda la capacità di strutturare il “mondo degli affetti” dei figli, attraverso legami significativi con adulti in grado di generare emozioni positive. Si collega alla capacità di condividere ed entrare in sintonia empaticamente con i sentimenti dell’altro;
  • funzione regolativa: il bambino la possiede fin dalla nascita, consiste nel “regolare” i propri stati emotivi e organizzare l’esperienza e le risposte comportamentali adeguate che ne conseguono;  
  • funzione normativa: è la capacità di dare dei limiti e creare un sistema di regole flessibile;
  • funzione predittiva: prevedere il raggiungimento della tappa evolutiva successiva, al fine di adattare le modalità di comportamento e relazionali alle nuove esigenze;
  • funzione rappresentativa: è la capacità di riuscire a comunicare in modo chiaro, scegliendo modi e parole adatti al momento dello sviluppo che il bambino sta attraversando, così come al suo ruolo di genitore; 
  • funzione significante: permette di aiutare il bambino a comprendere sé stesso e il mondo circostante. Il genitore aiuta il figlio a dare un significato ai suoi pensieri e alle sue azioni;
  • funzione fantasmatica: è la capacità di incoraggiare le fantasie del bambino; 
  • funzione triadica: è la capacità dei genitori di avere tra loro un’alleanza cooperativa fatta di sostegno reciproco, capacità di lasciare spazio all’altro e di entrare in una relazione empatica con il partner e con il bambino;
  • funzione transgenerazionale: si intende l’ingresso del bambino nel continuum generazionale che include le storie delle famiglie di origine e i rapporti dei genitori con esse."

Quanto è importante l'esperienza vissuta dal genitore (in infanzia) nel ruolo di figlio?

"La genitorialità è fortemente connessa all’esperienza che il genitore ha vissuto nel ruolo di figlio.

In questo senso, la genitorialità va intesa non solo come manifestazioni di atteggiamenti, comportamenti e sentimenti di cura ma, principalmente, come una dimensione interna che nasce dalla propria esperienza di figli e che si riattiva ripetutamente nell’arco della vita."

Secondo il Parenting, quanti e quali stili educativi esistono?

"Esistono diversi stili genitoriali, ecco i 4 principali:

  • Genitorialità autoritaria: è uno stile restrittivo e punitivo, tipico di genitori che considerano l’obbedienza una delle virtù fondamentali e sono a favore delle punizioni per orientare il comportamento. Il genitore autoritario pone limiti e controlli fermi e permette pochi scambi verbali al bambino. Esorta il bambino a seguire le sue direttive, imponendo rigidamente le proprie regole senza spiegarle e può mostrare rabbia verso il proprio figlio. 
  • Genitorialità autorevole: il genitore autorevole cerca di dirigere le attività del bambino in modo razionale, orientandole verso risultati specifici, ponendo degli standard chiari. Incoraggia il bambino ad essere indipendente, ma pone anche dei limiti ed esercita un controllo sulle loro azioni. Questi genitori sono affettuosi e attenti verso il bambino, soprattutto nei confronti dei suoi stati emotivi. La relazione genitore-bambino è caratterizzata da ricchi scambi verbali, anche finalizzati a spiegare le regole. Se il bambino si oppone al rispetto di una regola, il genitore lo esorta ad esprimere le proprie obiezioni e a giustificare il rifiuto.
  • Genitorialità indulgente: è uno stile in cui i genitori sono molto coinvolti nella relazione con i loro bambini, ma rivolgono ad essi poche richieste ed esercitano uno scarso controllo. Rispecchia un atteggiamento non punitivo, che mira ad accettare ogni richiesta senza porre limiti o mediazioni alle azioni messe in atto dal bambino. Questi genitori lasciano che i loro bambini facciano “ciò che vogliono”. Non si presentano come modelli di comportamento, ma come risorse cui ricorrere nel momento del bisogno.
  • Genitorialità negligente o trascurante: il genitore è poco coinvolto nella vita del bambino; quest’ultimo, dunque, matura l’idea che ci siano aspetti della vita dei genitori prioritari. Ciò è alla base di una scarsa autostima, poco autocontrollo e incapacità di gestire l’indipendenza, risultando immaturi rispetto al loro livello d’età."
Condividi
Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

a cura di Dr.ssa Roberta Berici
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
icon/chat