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Quando l’amore fa davvero male (e diventa dipendenza)

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 11 Ottobre, 2019

Dipendenza affettiva: cos'è e come uscirne?

La dipendenza in una relazione amorosa non è necessariamente patologica. Nella fase dell’innamoramento, infatti, i partner vivono un certo grado di dipendenza affettiva e fusione, che si esprime nel desiderio reciproco di stare insieme. Nulla di male, anzi. Certo è, però, che con il passare del tempo o lo stabilizzarsi della relazione, l’intensità diminuisce, restituendo ai membri della coppia una maggiore autonomia (seppur all’interno di un rapporto a due!)

La dipendenza affettiva patologica invece è molto diversa. È caratterizzata da un bisogno emotivo e fisico di stare con l’altro, condizione unica e indispensabile per sentirsi completi. In questo tipo di relazione, al partner viene attribuita un’importanza tale da annullare se stessi e anteporre i propri bisogni e desideri a quelli dell’altro.

Ma cos’è la dipendenza affettiva? Come uscirne? Come riconoscerla per curarla?

Cosa dicono i manuali di psichiatria sulla dipendenza affettiva

Ad oggi, la dipendenza affettiva non è inclusa in alcuno dei principali manuali diagnostici come un disturbo a sé stante. Malgrado ciò, nell’ultima versione del DSM 5, il manuale statistico e diagnostico dei disturbi psichiatrici stilato dalla American Psychiatric Association, viene citata proprio la dipendenza affettiva (con il termine di love addiction), senza però fare alcun riferimento né ad eventuali criteri diagnostici né alle caratteristiche proprie di questa dipendenza relazionale. Quindi sì, parliamo di dipendenza a tutti gli effetti.

Sì, parliamo di una dipendenza a tutti gli effetti: come riconoscerla

Come per le altre tipologie di dipendenza, anche nella dipendenza affettiva sono soliti manifestarsi i sintomi e segnali tipici delle dipendenze: ebbrezza, tolleranza, astinenza ed incapacità di controllare gli impulsi.

La persona che soffre di dipendenza affettiva sperimenta una sensazione di benessere (ebbrezza) solo quando è con il partner, e avverte il bisogno di aumentare la quantità di tempo da trascorrere insieme, riducendo sempre i momenti dedicati a sé e alla propria persona.

Allo stesso tempo, la lontananza e l’assenza fisica del partner (astinenza) portano a uno stato di disperazione che può essere alleviato solo con la vicinanza fisica dell’altro.

Il tutto accompagnato dall’incapacità di controllare le proprie emozioni e reazioni e da un pensiero quasi esclusivamente incentrato sull’altra persona.

Cosa e chi crea dipendenza affettiva

Esiste una stretta correlazione tra la tipologia di attaccamento che si sviluppa a partire dalla prima infanzia attraverso la relazione con le figure di accudimento e lo sviluppo di una personalità dipendente.

In particolare, i soggetti che hanno fatto esperienza di un tipo di attaccamento insicuro-ambivalente rispecchiano i tratti tipici degli individui con dipendenza affettiva che, il più delle volte, manifestano:

  • Un controllo ossessivo di sé e dell’altro
  • La convinzione di non essere degni d’amore
  • Una ricerca spasmodica di relazioni simbiotiche, vivendo ogni relazione con il costante terrore della separazione e della perdita della persona amata

L’esperienza del dipendente affettivo è stata caratterizzata quindi da figure di attaccamento presenti ma in maniera intermittente e ambivalente, relazione spesso caratterizza da un’inversione dei ruoli con il bambino nel ruolo dell’adulto e viceversa.

Dipendenza affettiva, cosa fare per uscirne

Il trattamento della dipendenza affettiva può essere lungo e anche molto difficoltoso. Richiede, prima di tutto, il riconoscimento della propria dipendenza da parte di chi ne soffre e la volontà di intraprendere un processo di cambiamento. E non è facile.

A seconda della severità del disturbo, la dipendenza affettiva può essere trattata in modo efficace attraverso la combinazione di due principali approcci terapeutici: la psicoterapia e la terapia farmacologica.

La terapia a indirizzo cognitivo comportamentale è particolarmente indicata per questo tipo di disturbo, in quanto va a concentrarsi sulla ristrutturazione dei pensieri irrazionali che caratterizzano il pensiero del soggetto dipendente, aiutandolo a lavorare sul controllo degli impulsi e delle emozioni arrivando pian piano ad una nuova concezioni delle relazioni e dei rapporti.

In merito al trattamento farmacologico, nei casi più severi insieme alla psicoterapia, vengono eventualmente prescritti dei medicinali antidepressivi che permettono di ripristinare il normale funzionamento del soggetto, riuscendo a diminuire l’entità dei sintomi fisici ed emotivi, dando una spinta in più ad agire e a non rimanere vittima della sua dipendenza.

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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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