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Quelle fitte improvvise alla testa…

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 28 Aprile, 2022

fitte alla testa

È capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di avvertire delle fastidiose e dolorose fitte alla testa. Fastidi di questo tipo spesso destano preoccupazione ma, il più delle volte, queste fitte, sia nella zona destra che in quella sinistra, scaturiscono da patologie del collo (la più comune è senza dubbio la cervicale), da problemi nell’occlusione della bocca e via dicendo, più raramente si tratta di disturbi più seri.

La comparsa di queste fitte si verifica a riposo, a seguito di uno sforzo fisico, oppure dopo un momento di sovraccarico dovuto a stress e ansia. Approfondiamo di più.

Fitte alla testa, di cosa si tratta?

Le fitte alla testa provocano una scarica di dolore continua della durata di qualche secondo e solitamente svaniscono da sé, senza che vi si intervenga in alcun modo.

Le fitte alla testa sono localizzate all’altezza delle tempie o del cranio. Queste fitte possono anche coinvolgere la testa nella sua totalità e, ancora, irradiarsi al collo, al viso o al bulbo oculare (in particolare nella zona posteriore dell’occhio). 

A questi fastidi spesso si associano altri sintomi, quali: mancanza di equilibrio, mal di testa continuo, sensazione di pesantezza alla testa e visione offuscata.

Quali sono le cause?

Le cause delle fitte alla testa sono diverse. Vediamo insieme le più comuni: 

  • Emicrania. È la causa più comune di dolori acuti alle tempie e all’area frontale e interessa circa il 12-15% della popolazione. Le fitte causate dall’emicrania si manifestano generalmente dopo un’intensa attività fisica e sono descritte come pulsanti, situate nella parte destra o nella parte sinistra della testa; queste sono associate a ipersensibilità alla luce e agli stimoli sonori, a nausea e, in rari casi, a episodi di vomito.
  • Infiammazione del nervo trigemino. Questo tipo di manifestazioni è frequente soprattutto tra gli individui al di sopra dei 50 anni di età. Il dolore derivante dall’infiammazione del trigemino è pungente e intenso e di solito coinvolge solamente un lato della testa. I fattori scatenanti derivano da fenomeni di vasocostrizione o vasodilatazione, quindi, l’esposizione al caldo o al freddo intensi e la masticazione.
  • Cefalea tensiva. In genere, le fitte sono localizzate sulla nuca, sulla fronte e alle tempie sono accompagnate da dolore pulsante al quale si possono aggiungere nausea e vertigini.
  • Cervicale. Le fitte in questo caso sono causate da disturbi di tipo infiammatorio, traumatico o degenerativo che interessano le vertebre cervicali. Traumi e disturbi alle vertebre cervicali possono comunemente causare delle manifestazioni di dolore.

Quando è opportuno rivolgersi al medico?

Quando i sintomi si acutizzano e si avverte dolore intenso alla testa e al collo, rigidità dei muscoli del collo e della nuca, accompagnati da perdita di coscienza, nausea, vomito, sdoppiamento della vista e difficoltà nell’eloquio, potrebbe anche trattarsi di un’aneurisma.

La rottura di un aneurisma è una situazione molto seria, potenzialmente in grado di causare il decesso del soggetto che ne è colpito. Qualora si presentino alcuni o tutti questi sintomi è necessario recarsi prontamente in ospedale o chiamare i soccorsi, in modo da verificare il proprio stato di salute.

Come si effettua la diagnosi?

Come abbiamo visto, le fitte alla testa possono essere un sintomo comune a molte condizioni. È, dunque, necessario rivolgersi a un medico specialista in campo neurologico, qualora i sintomi siano frequenti o intensi.

Nel corso di una visita neurologica, il medico in primo luogo provvederà alla raccolta di informazioni (anamnesi) sulle modalità di insorgenza del dolore, sul tipo di dolore, la durata, l’intensità e la localizzazione dei sintomi, cui farà seguito un esame obiettivo, che permetterà di verificare i segni del disturbo lamentato.

Il medico può ritenere opportuno prescrivere ulteriori indagini di approfondimento che possono includere: un prelievo del sangue o una puntura lombare con prelievo di liquido cefalorachidiano, attraverso le quali sarà possibile verificare la presenza di stati infiammatori, malattie autoimmuni o infezioni a carico del sistema nervoso.

L’uso di macchinari di diagnostica strumentale, come RMN, TAC e angiografia cerebrale, permette invece di verificare la presenza di eventuali anomalie o lesioni a carico delle strutture cerebrali e dei vasi sanguigni.

Qual è il trattamento più indicato?

Una volta ricevuta la diagnosi, il medico provvederà a stilare un piano terapeutico in funzione della causa all’origine di questa sintomatologia.

Le terapie più frequentemente somministrate sono di tipo farmacologico e prevedono l’impiego di farmaci antinfiammatori e di antidolorifici, cui è consigliabile affiancare tecniche complementari, utili ad alleviare il dolore da stress e a rilasciare la tensione accumulata (soprattutto nei casi di cefalea tensiva e cervicale). 

Tra le attività complementari consigliate, si possono menzionare: l’agopuntura, il biofeedback, la massoterapia e perfino la cromoterapia.

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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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