La cardiopatia è una patologia molto diffusa che, nella maggior parte dei casi, richiede una particolare attenzione allo stile di vita. Evitare attività che comportano uno sforzo eccessivo per il cuore è fondamentale per la tutela della salute dei soggetti affetti.
Proprio in relazione alla natura della cardiopatia e al suo grado di avanzamento, è possibile richiedere il riconoscimento di una percentuale di invalidità. Questo riconoscimento può dare diritto a una serie di agevolazioni, variabili in base alla gravità della condizione. Vediamo nel dettaglio come funziona.
Come valutare la gravità della cardiopatia?
Per stabilire la percentuale di invalidità associata a una cardiopatia, si utilizza la classificazione NYHA (New York Heart Association), che suddivide i soggetti in quattro classi in base alla gravità dei sintomi e alla tolleranza allo sforzo:
Classe I: nessuna limitazione nell’attività fisica abituale – invalidità stimata tra l’11% e il 20%.
Classe II: lieve limitazione dell’attività fisica, con sintomi in caso di sforzo intenso – invalidità stimata tra il 21% e il 50%.
Classe III: marcata limitazione dell’attività fisica, sintomi con sforzi moderati – invalidità tra il 71% e l’80%.
Classe IV: incapacità di svolgere qualsiasi attività fisica senza sintomi – invalidità al 100%.
Oltre alla classificazione NYHA, esiste un elenco dettagliato delle cardiopatie per cui è possibile ottenere un riconoscimento di invalidità. Tra queste rientrano:
Inoltre, è importante ricordare che esiste un elenco dettagliato delle patologie cardiopatiche in cui viene già indicato il relativo grado di invalidità individuato sulla base della natura della malattia. Tra queste, si segnalano:
- Aritmie
- Coronaropatia
- Miocardiopatie con insufficienza cardiaca grave
- Trapianto cardiaco
- Valvulopatie scompensate
- Difetto interatriale o interventricolare
- Pervietà del dotto arterioso
- Pericardite cronica
- Cardiopatia ipertensiva
- Aneurisma dell’aorta toracica o addominale
- Arteriopatia ostruttiva cronica
Ovviamente, per accertare l’esistenza della cardiopatia, con il relativo grado di severità, è necessario eseguire esami molto specifici per accertare la presenza di tutti i parametri che stabiliscono se si ha diritto o meno all’invalidità. Dunque, non è condizione sufficiente quella di soffrire – per esempio – di aritmia per poter godere dell’invalidità. Infatti, devono essere prima accertate una serie di condizioni che vanno a ledere il paziente in modo determinante.
A quali agevolazioni dà diritto l’invalidità
In base alla percentuale riconosciuta, è possibile accedere a diverse agevolazioni e benefici. Ecco una panoramica delle principali soglie:
Dal 46%: iscrizione agli elenchi per il collocamento mirato (Legge 68/99).
Dal 51%: possibilità di richiedere un congedo per cure fino a 30 giorni all’anno, in presenza dei requisiti.
Dal 60%: priorità per il collocamento lavorativo definitivo.
Dal 67%: esenzione dal pagamento del ticket sanitario e diritto alle protesi gratuite.
Dal 74%: diritto all’assegno mensile per invalidi civili, se in possesso di requisiti economici (reddito personale annuo inferiore a €5.391,88).
100%: accesso alla pensione di inabilità, con limite di reddito personale annuo pari a €17.920,00.
Come si ottiene l’invalidità per cardiopatici
Per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile, è necessario presentare domanda all’INPS, con allegato il certificato medico introduttivo redatto dal proprio medico curante. Si verrà quindi sottoposti a visita medica presso la Commissione dell’ASL, integrata da un medico dell’INPS.
Sarà la Commissione a valutare il grado di compromissione funzionale e a stabilire la percentuale di invalidità riconosciuta. In caso di esito positivo, si potrà accedere alle agevolazioni previste.
I lavoratori cardiopatici sono invitati a informarsi accuratamente sulla compatibilità della propria patologia con la mansione svolta e sui diritti che possono far valere, anche con il supporto di un patronato.