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Sonnolenza diurna, cause ed effetti

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 07 Maggio, 2021

Le cause della Sonnolenza.

Chi non ha mai assistito, in classe o in ufficio, alla classica scena del compagno di banco o del collega di lavoro che picchia la testa rumorosamente contro il banco o la scrivania, a causa di un colpo di sonno in pieno giorno, provocando le risate e l’ilarità delle persone circostanti?

Nonostante gli attacchi di sonno siano prevalentemente indice di stanchezza, o anche di noia, un’eccessiva sonnolenza diurna può essere il sintomo di qualcosa di più significativamente importante.

Cos’è la sonnolenza diurna

Piuttosto che una patologia a sé stante, l’eccessiva sonnolenza diurna è considerata un sintomo o un segnale di pericolo per altre possibili malattie e disturbi.

Quali sono i sintomi della sonnolenza diurna

Nonostante esistano numerose cause alla sonnolenza diurna, il soggetto colpito presenta in genere sempre gli stessi effetti e conseguenze:

  • diminuzione della qualità della vita;
  • riduzione della produttività;
  • alto rischio di pericolo.

Spesso, l’eccessiva sonnolenza diurna viene confusa con l’ipersonnia, nonostante quest’ultima sia caratterizzata da continui colpi di sonno anche dopo una lunga e piena nottata di riposo. Inoltre, tale condizione non causa sonnolenza solo nelle ore diurne, ma durante tutto l’arco della giornata.

Quali sono le cause della sonnolenza diurna

Sono innumerevoli le cause della sonnolenza diurna. Alcune di queste sono riconducibili a motivi psicologici, altri a cause fisiche. Anche lo stile di vita può influire, ovviamente.

Andando per ordine, le cause dell’eccessiva sonnolenza diurna potrebbero essere:

  • Stress – Situazioni e condizioni di stress all’interno della propria quotidianità hanno un impatto importante sul tono dell’umore, così come sulla stanchezza diurna. Attenzione: non solo le situazioni dai contorni negativi sono fonte di stress. Pensate, per esempio, a un matrimonio, una laurea o l’acquisto di una casa.
  • Shock emotivo – Che sia la fine di una relazione o un lutto, non ci si deve meravigliare se dinnanzi a queste situazioni sorgano sintomi come stanchezza, depressione e sonnolenza diurna.
  • Depressione – La depressione porta a chiusura e rifiuto di situazioni sociali o lavorative. Si crea spesso un circolo vizioso, per cui il soggetto che ne soffre si sente sempre più stanco e privo di energia. Soprattutto al mattino.
  • Anemia – L’anemia può essere identificata come la più comune causa scatenante di astenia, dunque di sonnolenza diurna.  Il motivo principale risiede nella carenza di ferro, di cui sono soggette le donne in gravidanza. Negli uomini e nelle donne in post-menopausa, la causa più comune di anemia è l’assunzione di farmaci o patologie di stomaco e intestino che determinino una riduzione dell’assorbimento di B12 o folati o sanguinamenti occulti.
  • Celiachia – La celiachia è data da una reazione anomala del sistema immunitario al glutine, una proteina presente in pane, torte, cereali. Sintomi tipici sono stanchezza, diarrea, gonfiore, anemia e anoessia.
  • Sindrome da affaticamento cronico – La sindrome da stanchezza cronica o encefalomielite mialgica è una condizione patologica che determina una fatica grave e cronica accompagnata da dolori muscolari e articolari e le cui cause non sono completamente chiarite.
  • Diabete – Il diabete è una malattia caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue. Tra i sintomi che lo caratterizzano, è frequente la presenza di astenia.

 

Come si previene la sonnolenza diurna

È possibile prevenire la sonnolenza diurna solo quando non è sintomo e conseguenza di altre patologie più gravi. Per esempio, si consiglia di:

  • stabilire delle regolari abitudini del sonno, cercando di seguire fermamente gli orari prefissati, evitando dispositivi elettronici un paio di ore prima di andare a dormire (come computer e telefono), mantenere la camera da letto scura e fresca e cominciando a rilassarsi consapevolmente prima di mettersi a letto;
  • fare esercizio fisico, può aiutare a stancare il corpo e quindi a far prendere sonno più facilmente. Inoltre, l’esercizio fisico favorisce un sonno lungo e piacevole, garantendo uno stato più riposato al risveglio;
  • limitare l’assunzione di caffeina;
  • limitare l’assunzione di alcol, che al contrario di quanto si pensa, non favorisce il sonno, ma può rendere più difficoltoso addormentarsi;
  • fare un sonnellino quando è strettamente necessario, della durata di circa 20 minuti.

Cos’è l’apnea notturna e perché è collegata alla sonnolenza diurna?

L’apnea notturna è un disturbo caratterizzato dall’interruzione o dal rallentamento della respirazione durante il sonno di un soggetto.

La forma più comune di apnea notturna è l’apnea ostruttiva nel sonno, che insorge quando il tessuto molle della gola collassa, bloccando le vie respiratorie mentre si dorme.

Molte persone anziane sono invece a rischio di un altro tipo di apnea, nota come apnea centrale del sonno, caratterizzata da una ripetuta mancanza di respirazione durante il sonno, a causa di un disturbo cerebrale. Secondo le ricerche, solo il 4% dei partecipanti coinvolti in questo studio soffre di tale disturbo.

Sia l’apnea notturna, che la sonnolenza diurna sono dei problemi molto comuni, ma se la prima insorge nel 20% delle persone anziane, la seconda può arrivare fino al 33% ed è un disturbo spesso considerato come una normale conseguenza della vecchiaia.

Tuttavia, secondo il ricercatore Nalaka S. Gooneratne, dell’Università del Pennsylvania Health System, l’eccessiva sonnolenza diurna, associata all’apnea notturna, può aumentare in modo significativo il rischio di decesso nelle persone anziane. Infatti, secondo le ricerche, la sonnolenza in sé non è rischiosa, ma può diventare mortale in presenza dell’apnea notturna.

La prossima volta che vedrai qualcuno prendere sonno durante la pausa pranzo in ufficio, potresti consigliargli di migliorare le proprie abitudini legate a sonno, esercizio e riposo! E se pensi di avere le abitudini migliori, scrivilo nei commenti! Ricorda che la tua opinione e la tua esperienza possono aiutare qualcun altro.

 

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Roberta Nazaro
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