icon/back Indietro Esplora per argomento

SOS infarto: come soccorrere senza il rischio di contagio da Covid?

Redazione

Ultimo aggiornamento – 24 Giugno, 2020

Infarto: primo soccorso

Prevenire è un diktat in questo periodo di pandemia soprattutto. Ma ciò non vuol dire limitarsi nei soccorsi, anzi, meglio dire nelle pratiche di primo soccorso in caso di arresto cardiaco

L'Italian Resuscitation Council, IRC, ha quindi pubblicato delle linee guida per la rianimazione cardiopolmonareche tengono conto della necessità di limitare il contagio da Covid-19. 

Come soccorrere una persona colpita da infarto, senza esporsi al rischio di contagio da Coronavirus?

In primis, chiamare il 112 o il 118 e procedere con il massaggio cardiaco e la defibrillazione. Importante eseguire anche la ventilazione, se necessaria (come nelle vittime di annegamento).

Le linee guida riprendono quelle diffuse a livello internazionale dallo European Resuscitation Council (ERC), sottolineando la necessità per gli addetti al soccorso di eseguire la ventilazione in maniera protetta (con strumenti come il pallone con filtro e maschera), soprattutto nelle vittime di annegamento e nei bambini.

Arresto cardiaco: quanti casi in Italia?

Sono 400.000 in Europa, 60.000 in Italia le persone che annualmente perdono la vita per arresto cardiaco improvviso. Il 70% degli arresti cardiaci, si verifica in presenza di altre persone che potrebbero fare la differenza, attuando manovre di rianimazione cardiopolmonare. Ciò, però, accade solo nel 15% dei casi, perché non sempre si è in grado di intervenire.  

Giuseppe Ristagno, presidente di Italian Resuscitation Council, afferma: “A seguito della pandemia da Coronavirus, la paura di intervenire rischia di aumentare e di incidere negativamente sulla sopravvivenza delle persone colpite da arresto cardiaco. Con le linee guida, che traducono i contenuti fissati a livello internazionale dallo European Resuscitation Council e li adattano alla realtà italiana, vogliamo dare indicazioni concrete su come intervenire, riducendo il più possibile il rischio di contagio. In questo contesto, è fondamentale riprendere il prima possibile la formazione sul primo soccorso, anche a distanza e nel pieno rispetto delle norme anti-contagio, per aumentare il numero di persone capaci di intervenire tempestivamente e di contribuire a salvare vite”.

Il primo soccorso in caso di annegamento

L’arresto cardiaco legato ad asfissia deve essere accompagnato da ventilazione, ovvero pratiche per l’ossigenazione del sangue, per rimettere in moto cuore e cervello. Le linee guida consigliano fortemente di eseguire sempre le ventilazioni sulle vittime di annegamento, con alcune raccomandazioni per limitare il pericolo di contagio da Coronavirus.

Chi vigila su bagnanti, dunque, dovrebbe avere durante il servizio i dispositivi di protezione individuali:

  • mascherina chirurgica, occhiali, guanti; 
  • mascherina supplementare da posizionare sul volto della vittima; 
  • sistema pallone-filtro-maschera (il pallone auto-espandibile per la ventilazione dotato anche di un filtro anti-virus) e, ove obbligatorio, una fonte di ossigeno con un circuito per la sua erogazione.

Se l’assistente bagnante non ha il pallone-filtro-maschera, le linee guida raccomandano di eseguire almeno la rianimazione cardiopolmonare con il solo massaggio cardiaco e di considerare la possibilità di eseguire le ventilazioni con altra tecnica (ad esempio, con maschera tascabile).

Per le persone che non sono medici o operatori sanitari, che assistono a un arresto cardiaco, si suggerisce:

  • chiamare e scuotere la vittima dai fianchi e verificare se si avverte il respiro, osservando il movimento del torace e dell’addome, senza avvicinare il proprio viso alla bocca e al naso della persona soccorsa;
  • chiamare subito il 118 o il 112, se la vittima non risponde e non respira;
  • iniziare il massaggio cardiaco con le compressioni toraciche;
  • chiedere e applicare appena possibile un defibrillatore semiautomatico esterno (DAE);
  • seguire le istruzioni della centrale operativa;
  • al termine della rianimazione cardiopolmonare e il prima possibile, i soccorritori laici dovrebbero lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone o disinfettarsi le mani con un gel idroalcolico e contattare le autorità sanitarie locali per chiedere informazioni su come comportarsi dopo essere stati in contatto con una persona con sospetto o confermato Covid-19.

Ricordiamo l'importanza di aiutare gli altri e non sottovalutare MAI i rischi e i sintomi di un attacco di cuore. 

Soccorrere nell'ottica della prevenzione si può: parlatene con il vostro medico, per avere maggiori informazioni. 


IRC (Italian Resuscitation Council) – Gruppo italiano per la Rianimazione Cardiopolmonare, nasce nell’ottobre del 1994 con lo scopo primario di diffondere la cultura e l’organizzazione della rianimazione cardiopolmonare in Italia. L’Associazione coinvolge medici di diverse discipline e infermieri attivamente impegnati nel settore della rianimazione cardiopolmonare intra ed extra ospedaliera. L’attività di IRC si integra con quella di analoghe associazioni italiane e straniere e in modo particolare con quella di European Resuscitation Council. Italian Resuscitation Council, nell’ultimo anno ha organizzato 10.000 corsi BLSD (Basic Life Support/Defibrillation) formando oltre 120.000 persone. Dal 2019 fa parte dell’elenco delle società scientifiche accreditate presso il Ministero della Salute. 

Condividi
Redazione
Scritto da Redazione

La redazione di Pazienti.it crea contenuti volti a intercettare e approfondire tutte le tematiche riguardanti la salute e il benessere psificofisico umano e animale. Realizza news e articoli di attualità, interviste agli esperti, suggerimenti e spunti accuratamente redatti e raccolti all'interno di categorie specifiche, per chi vuole ricercare e prendersi cura del proprio benessere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Redazione
Redazione
in Attualità

1779 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
icon/chat