Succhi e bevande zuccherate? I rischi reali riguardano il cuore

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

I rischi dei succhi di frutta e delle bevande zuccherate

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open le persone che consumano bevande zuccherate più volte al giorno hanno maggiori probabilità di aumentare il rischio di morte prematura, rispetto a chi ne consuma meno di una al mese.

In particolare, bere una quantità eccessiva di succhi di frutta potrebbe portare a un incremento del rischio di morte prematura dal 9% al 42%.

I rischi (reali) delle bevande zuccherate

Nelle bevande zuccherate vi è la presenza di additivi insolubili, così come di una grande quantità di zucchero, come glucosio o destrosio oppure anche saccarosio. Ogni bevanda contiene all’incirca 100g di zucchero. Purtroppo, il nostro organismo non è in grado di metabolizzare certi tipi di zuccheri che non verranno dunque utilizzati come energia ma andranno ad accumularsi nell’organismo sotto forma di grassi.

Non è un caso, dunque, che sette città americane – New York compresa – hanno imposto delle tasse sulle bevande con zuccheri aggiunti per provare a limitarne il consumo. Queste leggi hanno spesso evidenziato come soda e altre bevande contribuiscono all’epidemia di obesità tra i bambini e ad un alto tasso di diabete tra gli adulti.

Il dr. Jean A. Welsh, co-autore dello studio, ha messo in evidenza che un elevato consumo di zuccheri come quelli contenuti in bevande e succhi di frutta rappresenta un fattore di rischio di malattie cardiovascolari.

Le persone che consumano il 10% o più di calorie sotto forma di bevande zuccherate hanno un rischio maggiore del 44% di morire a causa di malattie coronariche e più del 14% di morte prematura per altre cause, a differenza di altre persone che consumano meno del 5% di questo tipo di bevande.

La ricerca fa notare che le bevande zuccherine aumentano la resistenza all’insulina, fattore noto per l’aumento del rischio di malattie cardiometaboliche che porta ad alti livelli di glicemia causando diabete mellito di tipo 2. Inoltre, il consumo di fruttosio, presente soprattutto nei succhi di frutta, può stimolare gli ormoni che promuovono l’aumento di peso localizzato nel girovita (un altro fattore di rischio di malattie cardiache).

Succhi e bevande zuccherate: qual è la quantità raccomandata?

Lo studio in questione ha dunque esaminato la relazione tra bevande zuccherate e morte prematura. Ne è emerso, in particolare, che il consumo di succhi di frutta dovrebbe essere limitato soprattutto tra bambini e adulti, specialmente per che dovrebbe tenere sotto controllo il peso corporeo.

In accordo con l’American Academy of Pediatrics e la Dietary Guidelines for Americans, le quantità di succhi di frutta che dovrebbero assumere i bambini tra 1 e 6 anni è di 170 ml al giorno, mentre per i ragazzi dai 7 anni, adolescenti e adulti dovrebbe essere limitata a 235ml al giorno.

Tra i due tipi di bibite, però, i succhi di frutta, se assunti nella maniera adeguata, hanno sicuramente maggiori effetti benefici, grazie alla presenza di vitamine e minerali al loro interno, rispetto alla soda e ad altre bevande addolcite artificialmente.

Redazione
Scritto da Redazione

La redazione di P. by pazienti.it crea contenuti volti a intercettare e approfondire tutte le tematiche riguardanti la salute e il benessere psificofisico umano e animale, con il supporto di studi scientifici e fonti autorevoli. Realizza news e articoli di attualità, interviste agli esperti, suggerimenti e spunti accuratamente redatti e raccolti all'interno di categorie specifiche, per chi vuole ricercare e prendersi cura del proprio benessere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Redazione
Redazione
in Salute

1808 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati