Il tecno-stress: tutta colpa degli eccessi della tecnologia

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Redatto scientificamente da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella, Farmacista |
A cura di Elisabetta Ciccolella

Data articolo – 25 Novembre, 2014

Secondo un recente studio, svolto da Netdipendenza onlus, circa 1,8 milioni di italiani corre il rischio di incorrere nel cosiddetto “tecnostress”, ovvero lo stress legato alle tecnologie. I risultati dell’indagine, condotta in occasione del primo progetto italiano di prevenzione del rischio tecno-stress, dimostrano infatti, che sempre più frequentemente gli abitanti del Bel Paese utilizzano i social network Facebook e Twitter come strumenti di lavoro, inviano e-mail e rispondono a telefonate legate alla professione, non solo durante le otto ore di ufficio. Questo nuovo modo di lavorare può forse favorire la flessibilità ma, allo stesso tempo, genera il rischio del tecno-stress, nuova forma di stress legata a un uso eccessivo di computer, tablet, e smartphone, che colpisce maggiormente gli uomini.

Di cosa si tratta?

Più precisamente, il tecno-stress è una patologia che scaturisce dall’uso eccessivo e simultaneo di smartphone, computer, tablet e notebook, e dalla gestione di un grande flusso di informazioni provenienti da internet, email, sms, agende elettroniche e social network. I sintomi collegati al tecno-stress sono numerosi e di varia natura:

  • mal di testa
  • ipertensione
  • ansia
  • attacchi di panico
  • calo della concentrazione
  • disturbi gastrointestinali
  • disturbi cardiocircolatori
  • depressione
  • calo del desiderio
  • dipendenza da internet
  • alterazioni comportamentali

I risultati dello studio

Nel corso di un convegno tenutosi a Bologna lo scorso ottobre, è stato mostrato un documentario sul primo progetto italiano di prevenzione del rischio tecno-stress che ha coinvolto 80 lavoratori, e sono stati illustrati i risultati della ricerca.

L’88% dei lavoratori che hanno preso parte allo studio afferma come sia aumentato l’impatto sul lavoro delle nuove tecnologie digitali.
Inoltre, il 38% dei lavoratori coinvolti nel progetto confessa di rispondere fuori dall’orario di lavoro alle richieste dei propri superiori giunte sui loro device digitali, mostrando un incremento dell’uso di WhatsApp, Facebook e Skype per motivi professionali.

Sul canale You Tube di Netdipendenza onlus, è disponibile il documentario sul tecnostress, che tutti i lavoratori digitali connessi alla Rete dovrebbero guardare per essere consapevoli e informati sui rischi per la loro salute.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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