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Vaccino Pneumococco: come proteggersi da meningiti e infezioni invasive

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 09 Settembre, 2016

Hai un'otite, sinusite o polmonite in corso? Il vaccino anti-pneumococco potrebbe risolverle: scopri come funziona.

La vaccinazioni hanno ridotto, sensibilmente, i casi di infezioni gravi relativamente a diverse malattie che potrebbero rivelarsi letali e che, un tempo, erano pandemiche. Così come il vaccino contro il meningococco, e tanti altri, anche la vaccinazione anti-pneumococco si è rivelata una grande scelta strategica per ridurre i rischi di gravi complicanze.

Che cos’è lo pneumococco?

Conosciuto sia con il nome di Pneumococco che di Streptococcus pneumoniae, questo batterio si ritrova, fisiologicamente, nelle vie aeree superiori (naso e gola) di adulti e bambini. Appartiene alla famiglia dei “cocchi”, batteri sferici, in cui le singole unità sono unite a formare una sorta di collana di perle.

Questi batteri sono racchiusi in una capsula e, in base alla tipologia di questo rivestimento, si distinguono più di 93 sierotipi diversi di Pneumococco.

Come si trasmette il Pneumococco?

Lo Pneumococco si propaga da individuo a individuo. Le goccioline di saliva emesse nell’aria tramite tosse, starnuti, quando ci si soffia il naso, oppure tramite lo scambio di materiale contaminato dei soggetti portatori del batterio, viaggiano attraverso l’aria e vengono scambiate tra gli individui. L’inverno è la stagione di scambio per eccellenza in quanto raffreddore e influenza ne favoriscono lo sviluppo.

Quali sono i sintomi dell’infezione?

L’infezione si manifesta con sintomi a carico del tratto respiratorio superiore, dove tale batterio si localizza:

I sintomi possono complicarsi a causa di infezioni virali secondarie e concomitanti. Se il batterio si riproduce in parti del corpo diverse dalle vie respiratorie, si possono presentare gravi infezioni come:

  • Setticemia (l’infezione si estende al sangue)
  • Polmonite (l’infezione si estende ai polmoni)
  • Meningite (l’infezione si estende al liquor presente nel cervello e nel midollo spinale)

Bambini fino a due anni di età, anziani e soggetti immunodepressi, sono più a rischio di sviluppare una infezione grave.

Nel tempo, lo pneumococco, ha sviluppato la capacità di resistere ad alcuni antibiotici di uso comune e questo lo rende più pericoloso in alcuni contesti.

Vaccinazione anti-pneumococco: quando va fatta?

Così come per altre malattie infettive, la vaccinazione è uno strumento di prevenzione utile anche per lo pneumococco.

Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione a tutti i nuovi nati al 3°, 5° e 11° mese di vita, insieme alla vaccinazione esavalente. Inoltre, viene raccomandata ai pazienti, di qualsiasi età, affetti da patologie importanti e croniche.

Il vaccino va comunque sempre raccomandato dal medico. Condizioni di grave immunodepressione potrebbero rientrare nei casi in cui il vaccino è sconsigliato. Soprattutto nei pazienti affetti da gravi patologie, la prescrizione delle vaccinazioni è sempre soggettiva e preceduta da attenta valutazione medica e specialistica.

Quali sono i rischi e gli effetti collaterali del vaccino contro lo pneumococco?

Dopo la vaccinazione, almeno 1 bambino su 3 manifesta reazioni avverse lievi come:

  • Dolore e gonfiore nella sede di iniezione (scompaiono generalmente entro 48 ore)
  • Febbre e dolori muscolari
  • Irritabilità, nervosismo e perdita dell’appetito
  • Reazione allergica grave al vaccino (molto rara)

Vaccini coniugati e vaccini polisaccaridici: qual è la differenza?

Esistono due tipologie di vaccini antipneumococco:

  • Coniugati – contengono l’agente infettivo attenuato che stimola sia i linfociti B che i linfociti T. Il corpo produce IgG, ovvero anticorpi a lungo termine, offrendo una protezione maggiore per durata ed efficacia.
  • Polisaccaridici – contengono antigeni microbici purificati che stimolano solo i linfociti B a produrre IgM, ovvero un’immunità a breve tempo, dando quindi una protezione meno duratura.

Efficacia del vaccino contro lo pneumococco

Per quanto riguarda il vaccino coniugato, l’efficacia e l’affidabilità sono due punti fermi. Il vaccino coniugato, infatti, protegge contro i sierotipi più frequentemente implicati nelle malattie dovute a infezioni gravi da pneumococco, come polmoniti e meningiti.

Nonostante il vaccino polisaccaridico contenga un maggior numero di sierotipi, la sua efficacia è ridotta rispetto ai vaccini coniugati.

La vaccinazione ha permesso una significativa riduzione dei casi di infezione grave causata dai tipi di Pneumococco presenti nel vaccino, e più in generale un dimezzamento delle infezioni gravi da tutti i tipi di Pneumococco.

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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