Qual è la prassi corretta da seguire in caso di contagio per tubercolosi?
Sono un tecnico radiologo, sono venuto a contatto con un paziente affetto da tubercolosi, non ancora conclamata. Mi hanno fatto la Mantoux. Ho sanguinato parecchio dal foro dell'iniezione. Il giorno dopo, avevo capogiri e spossatezza. Ho fatto 6 giorni di malattia, mi sono ripreso con difficoltà. Da 3 settimane, espettoro catarro da 2 a 3 volte al giorno. Ora mi viene chiesto di fate un prelievo: è la prassi corretta dopo che è passato più di un mese? Non è stato possibile verificare il risultato della Mantoux.
Risposta
Buongiorno,
se non si trattava di tubercolosi bacillifera, il contatto non era contagioso.
Gli esami del sangue servono soltanto a verificare le tue condizioni di salute generale, ma non a fare diagnosi di tubercolosi. In caso di febbre, vi è indicazione ad una radiografia del torace.
La tubercolosi (TB) è tutt'altro che sparita dalla circolazione. Il contatto con il bacillo della tubercolosi avviene prevalentemente per via aerogena (saliva, starnuti), ma non sempre il contatto con il bacillo porta a malattia.
Nella maggior parte dei casi, in persone sane, il bacillo o non da ''memoria di sè'' oppure lascia esiti del suo passaggio, visibili spesso come piccole calcificazioni ilari alla radiografia del torace.
Gli esami del sangue servono soltanto a verificare le tue condizioni di salute generale, ma non a fare diagnosi di tubercolosi. In caso di febbre, vi è indicazione ad una radiografia del torace.
La tubercolosi (TB) è tutt'altro che sparita dalla circolazione. Il contatto con il bacillo della tubercolosi avviene prevalentemente per via aerogena (saliva, starnuti), ma non sempre il contatto con il bacillo porta a malattia.
Nella maggior parte dei casi, in persone sane, il bacillo o non da ''memoria di sè'' oppure lascia esiti del suo passaggio, visibili spesso come piccole calcificazioni ilari alla radiografia del torace.
Cordiali saluti
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Dr. Antonio Giulio Piacenza
pneumologo
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