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Anginofobia: cos’è e come affrontarla

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 28 Novembre, 2022

Si può combattere l'anginofobia? Un focus

L’anginofobia è la paura irrazionale di soffocarsi a causa di qualcosa che potrebbe andare di traverso, come ad esempio cibo, pillole, liquidi o saliva.

Questa fobia rientra nella lista delle fobie specifiche, ovvero tutte quelle paure che scattano in modo esagerato di fronte a comuni episodi della vita quotidiana.

Può colpire tutti indistintamente (bambini, adolescenti e adulti).

Ma si può uscirne? Vediamo insieme come.

Come combattere l’anginofobia: esistono degli esercizi?

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Chi soffre di anginofobia cerca di combatterla, erroneamente, eliminando progressivamente dalla propria dieta gli alimenti percepiti come più pericolosi.

Questi, secondo chi è colpito da questa fobia, sarebbero

  • carne; 
  • affettati crudi; 
  • mozzarella;
  • pasta lunga; 
  • verdure croccanti o fibrose. 

In questo modo, però, si finisce per rafforzare la propria paura, perché ci si convince di essere guariti grazie a queste restrizioni, arrivando – addirittura – a mangiare soltanto cibo frullato.

Evitare i cibi ritenuti a rischio, il soggetto riduce l’apporto calorico andando incontro a conseguenze tipiche della malnutrizione

  • debolezza; 
  • senso di stordimento;
  • difficoltà di concentrazione;
  • calo della massa muscolare;
  • vertigini;
  • caduta dei capelli;
  • variazioni dell’umore. 

Eliminare i cibi pericolosi, però, non è una valida soluzione per l’anginofobia: il primo passo è rivolgersi ad uno psicoterapeuta

Solitamente l’approccio scelto consiste in una serie di esercizi per l’anginofobia in cui, di norma, si riavvicina la persona al cibo procedendo per gradi, a partire dai piccoli assaggi. 

Se chi ne soffre è un bambino, diventa fondamentale che il terapeuta dia istruzioni precise a tutti i soggetti che si prendono cura di lui al momento dei pasti.

Esistono diverse tecniche e esercizi che possono aiutare ad uscire dal tunnel dell’anginofobia, aiutando chi ne soffre a riprendere in mano la propria vita.

Ecco alcuni approcci:

  • terapia cognitivo comportamentale, per correggere il modo di pensare e le proprie reazioni;
  • terapia di esposizione, in cui si espone frequentemente il soggetto a situazioni che possono indurre la sintomatologia, educandolo all’argomento e desensibilizzandolo alla paura specifica;
  • terapia comportamentale dialettica, tramite la quale si ha l’obiettivo di aiutare la persona ad accettare le proprie reazioni e a prevenire le proprie paure.

Infine, è bene stare attenti anche al fattore psicologico: nelle occasioni conviviali, chi soffre di anginofobia rischia di subire commenti che possono aumentare il suo disagio.

Se si mangia con una persona affetta da questo disturbo, quindi, è bene tenere alcuni comportamenti

  • non fissarla con insistenza mentre mangia;
  • astenersi dai giudizi non richiesti; 
  • cercare di alleggerire la tensione a tavola.

Come si manifesta a da cosa è dovuta: sintomi e cause dell’anginofobia

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Come detto, una persona che soffre di anginofobia sviluppa un senso di ansia crescente nei confronti del cibo. 

Il primo piatto a incutere preoccupazione è la carne, seguita dagli alimenti duri e fibrosi – ma, nei casi più gravi, qualsiasi cibo può diventare un problema

Il soggetto inizia, quindi, ad agitarsi man mano che si avvicina il momento del pasto, fino all’insorgere di veri e propri attacchi di panico.

Alcuni sintomi dell’anginofobia sono anche conseguenze della stessa fobia.

Eccoli:

  • anemia;
  • apatia;
  • difficoltà di concentrazione;
  • perdita della memoria;
  • ipotermia;
  • eccesso di sudorazione;
  • palpitazioni cardiache;
  • nausea;
  • mal di stomaco.

Normalmente, si associa l’anginofobico a chi ha subìto traumi in giovane età e ha rischiato di soffocare mangiando.

La cosa certa, però è che questo pensiero sarebbe un innesco: ecco perché sarebbe d’aiuto chiedere il supporto della psicoanalisi.

Inoltre, si potrebbe sviluppare maggiormente l’anginofobia se:

  • ci sono state gravi reazioni allergiche con relativo soffocamento;
  • si soffre di malattie coronariche o ipertensione;
  • si fa molta difficoltà a deglutire (disfagia);
  • se un conoscente o un familiare soffre di problemi cardiaci e/o ha subito un attacco di cuore;
  • si soffre di asma;
  • è capitato di soffocarsi ingerendo delle medicine.

In ogni caso, è sempre ottima cosa riconoscere di soffrire di questo disturbo e chiedere un aiuto psicologico.

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Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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